Il terrorista dice al magistrato «Sono delle Bierre», poi silenzio

Il terrorista dice al magistrato «Sono delle Bierre», poi silenzio Interrogato all'ospedale Molinette dal giudice Corsi Il terrorista dice al magistrato «Sono delle Bierre», poi silenzio Gli inquirenti non riescono a scoprire tracce della sua vita negli ultimi 16 mesi: dove abitava? chi frequentava? Pare uscito dal nulla - Trovati in città volantini che rivendicano otto attentati ad auto di de - Medaglia d'oro all'agente ucciso Cristoforo Piancone apre gli occhi, sollevando un poco 11 capo dai cuscini fissa il sostituto procuratore Corsi e 11 suo avvocato di fiducia Rogolino, quasi sillabando le parole dice: « Non ho alcuna intenzione di rispondere, è un mio diritto. Sono un prigioniero di guerra, appartengo all'organizzazione comunista combattente Brigate rosse ». Poi rimbocca le lenzuola, con una smorfia si volta su un fianco, da di spalle al magistrato. Muto e sordo lascia che 1 quesiti di Corsi gli scivolino addosso, finge di assopirsi. Così, ieri pomeriggio, si è svolto l'interrogatorio dell'assassino di Lorenzo Cutugno, è durato neppure cinque minuti. « Tutto come era previsto — commentano gli inquirenti — dalla bocce del killer non uscirà mai nulla ». Alla « Dlgos » comunque qualcuno una pallida speranza nella loquacità dell'ex collaudatore divenuto brigatista la riponeva, le frasi che Piancone aveva mormorato l'altro giorno, subito dopo l'operazione: « Adesso sto male, non insistete, può darsi che vi dica qualche cosa quando mi sarò rimesso », avevano alimentato fioche illusioni. Il breve cedimento del criminale era però stato causato soltanto dalle sofferenze fisiche e dal torpore dei farmaci; ora che le sue condizioni vanno migliorando gradualmente, Cristoforo Piancone ha riacquistato sicurezza, con un'alzata di spalle ha accolto la notizia che dovrà rispondere alla giustizia di omicidio volontario, appartenenza a bande armate e possesso di armi da guerra. Muto il brigatista, laconici e sconfortati gli investigatori. Le indagini segnano il passo, il periodo di vita clandestina del killer è avvolto dal mistero, dal dicembre del '77, più fitto. Dove è vissuto Piancone, chi ha frequentato, chi lo manteneva? Interrogatori, perquisizioni, quartieri cittadini battuti metro per metro da agenti e carabinieri; le foto del terrorista mostrate a migliaia di persone: la frenetica ricerca non ha partorito neanche un ele| mento che possa indirizzare l'in- chiesta verso una qualche direzione. « Pare proprio che Piancone, da quando se n'è andato di casa, sia vissuto chiuso in un alloggio senza vedere nessuno — affermano in questura ed alla caserma di via Valfré —. Sedici mesi senza lasciare dietro di sé una traccia. Avrà pure avuto dei vicini, sarà pure entrato in un bar, possibile che non ci sia una persona, specialmente dopo che tv e giornali hanno pubblicato le fotografie dell'assassino, che non ricordi di avergli parlato, di averlo incontrato una volta? ». Agli inquirenti il telefono ha portato ieri mattina un paio di anonime segnalazioni, sono state subito controllate con spiegamento di mezzi e uomini. La polizia è andata a vedere in un alloggio indicato come covo delle Br, 1 carabinieri hanno fermato a Moncalieri una donna sui 30 anni, giovane, additata da uno scoosciuto come l'amica del cuore di Piancone. « Pisfe fasulle — spiegano gli investigatori — l'appartamento era abitato da una coppia di normalissimi pensionati, la donna è estranea a questa storia ». Piancone venne allontanato dalla Fiat in maniera definitiva nel febbraio di due anni fa: il provvedimento venne preso, nello spa- zio di poche settimane, anche per numerosi altri operai in servizio nel reparto Presse di Mirafiori. Le posizioni dei licenziati (non pochi sembra professassero le stesse idee politiche dell'assassino dell'agente di custodia) vengono analizzate ad una ad una. Piancone dice di essere delle Brigate rosse, ma i carabinieri non nascondono un certo scetticismo. « Forse lo afferma solo per confondere te acque, per coprire la sua vera organizzazione. Tanto per cominciare, manca il tradizionale volantino delle Br, Curcio e soci non hanno mai mostrato interesse per questo crimine, anzi, si sono dissociati subito asserendo che non è affar loro. Inoltre, la telefonata all'Ansa per rivendicare l'uccisione del povero Cutugno non rispecchia il frasario dei brigatisti. Piuttosto, richiama, per alcune espressioni contorte e prolisse, il testo del volantino col quale sedicenti "Nuclei proletari combattenti" si attribuirono la paternità dell'incendio dell'auto de! Cutugno, distrutta da una bomba molotov il gennaio scorso ». Ieri le Brigate rosse si sono invece rifatte vive con volantini lasciati sui marciapiedi di via Nallino e via Frattini. Copie del comunicato numero 4 sul sequestro Moro: sull'ultima facciata, però, i terroristi hanno stilato l'elenco delle « imprese » compiute dal 31 marzo a venerdì scorso, contro esponenti della de. « Noi abbiamo bruciato le auto di: Marino Rumori, corso Peschiera 304: Biagio Modugno. via Beaumont 2; Giacomo Peruzzo, via Sansovino 137; Cataldo Azzariti, via Fabrizi 76; Luigi Patania. c. S. Maurizio 36; Giovanni Vinardi. in via Nizza 82; Nanni Grosso, in corso Rosselli 66; Paolo Pernigotti. in via Susa 23 ». Tutti segretari di sezioni cittadine della democrazia cristiana: il Rumori è responsabile dell'Arces di Torino: l'Azzariti è anche sindacalista della Cisl. Il ministro di Grazia e Giustizia Bonifacio ha ordinato l'immediata procedura per concedere la medaglia d'oro alla memoria di Lorenzo Cutugno, il partito socialdemocratico ha proposto di corrispondere alla vedova dell'eroica guardia carceraria una pensione annua di 8 milioni. Servizio di: Claudio Giacchino. Alvaro GUI e Aido Vite II br Cristoforo Piancone. Sorvegliato dalla polizia anche l'ingresso del pronto soccorso

Luoghi citati: Moncalieri, Torino