Dialogo netta tetta tra Amerio e Curcio

Dialogo netta tetta tra Amerio e Curcio Rievocato al processo Br Dialogo netta tetta tra Amerio e Curcio II dirigente Fiat venne "interrogato" una decina di volte, in otto giorni, da un incappucciato, quasi certamente il capo «Non abbiamo intenzione di i convincerla, ma nemmeno lei ccr- \ Chi di convincere noi. Non abbia paura, non abbiamo fatto del male nemmeno a quel fascista di Lobate ». Davanti ad Ettore Amerio, direttore del personale della Fiat (siamo nel dicembre del 1973), seduto su una brandirla, in una angusta cella dove viene tenuto prigioniero, c'è un uomo incappucciato. Sono le battute iniziali del primo « precesso proletario » che i brigatisti celebrano contro un rappresentante del «regime» borghese. Ieri, diciannovesima udienza contro i «capi storici» delle Brigate rosse, Ettore Amerio ha rievocato la sua drammatica esperienza (pubblichiamo in altra parte del giornale la cronaca dell'udienza). « Come funziona la vostra organizzazione spionistica», chiede il « parlatore », lo speaker, al dirigente Fiat. « E' vero che avete schedato come appartenenti alle Br più di 600 operai licenziati dalla Fiat?». « Sono stati licenziati per assenteismo », replica Amerio. « Non esiste nessuna organizzazione spionistica nell'azienda». « Che cosa mi sa dire della Centrale di spionaggio che fa capo all'agenzìa Mangini e al Sida (il sindacato giallo, n.d.r.)?». «Non è forse vero che tra i guardiani vi sono molti carabinieri, che il ' criterio di assunzione è di marca fascista? ». « Le ripeto che non esiste nessuna centrale di spionaggio — dice Amerio —. Tra i guardiani vi sono degli ex-carabinieri, assunti dall'azienda dopo il pensionamento. Non è vero che i criteri di assunzione siano di marca fascista. Può esserci stato qual- che personalismo frutto dell'influenz'i di singoli funzionari ». L'interrogatorio tra l'incappucciato (ad Amerio è sembrato di riconoscere la voce di Curcio per quella dello speaker, ma ieri, all'udienza era ancora più incerto e titubante di quanto lo sia stato davanti al giudice istruttore Caselli) ed il dirigente Fiat è improntato al rispetto reciproco, ad un rigido formalismo («mi hanno sempre dato del lei », rivela Amerio), quasi che i brigatisti sentano il bisogno di confrontarsi sul piano dialettico con i rappresentanti del « regime ». « Mi sembra — interloquisce ad un certo punto Amerio, in uno dei 10 interrogatori subiti — che sia noi che voi vogliamo una maggiore giustizia sociale. Ma diversi sono i metodi con i qua'i pensiamo di realizzarla ». « Noi siamo materialisti — dichiara l'incappucciato —. Le differenze tra i singoli sono determinate unicamente dai rapporti sociali ». « La storia è piena di uomini che non sono eguali agli altri ». ribatte Amerio. «E' soltanto il frutto di una selezione operata dalla società ». « E quel giocatore di scacchi che a otto anni impegnava grandi maestri, di che cosa è frutto? ». « E' un soggetto da rinchiudere perché anormale », risponde secco il brigatista. Il discorso si allarga alla Russia, dominata — secondo 1 brigatisti — da un regime deviazionista dove è in atto un socialismo borghese. Tra un interrogatorio e l'altro, 1 carcerieri consigliano ad Amerio la lettura del « Manifesto del 1848 » di Marx e Engels, « Un popolo alla macchia » di Longo, « La Resistenza tradita » di Secchia. Amerio è colpito dal tono professorale del suo carceriere ( « a livello universitario », dirà ai giudici), riceve conferma della notevole disponibilità di mezzi dell'organizzazione: « Dicono che siamo molto ricchi, ammette lo speaker, ma preleviamo i soldi dove ce ne sono. Versiamo tutto all'organizzazione e ciascuno di noi viene pagato come un operaio di terza categoria ». Negli otto giorni del sequestro è in atto una dura trattativa aziendale sulla cassa integrazione alla Fiat. « Ora che è tutto risolto — dice Amerio — dovete lasciarmi andare ». « C'è ancora il problema della piattaforma aziendale, comunque manterremo la promessa », è la risposta del brigatista. c. cer. | I I Artigiani — Domani e domeni- 1 ca (ore 9,30), a Torino Esposizioni, primo congresso regionale della Confederazione nazionale dell'artigianato. Al termine delle relazioni, elezione del consiglio re■'onale.

Luoghi citati: Russia, Torino