Un socialismo statale in Spagna? di Frane Barbieri

Un socialismo statale in Spagna? COLLOQUIO CON IL PRESIDENTE DEGLI IMPRENDITORI Un socialismo statale in Spagna? Nessuno Io vuole, neanche le sinistre - Ma lo si teme come uno sbocco inevitabile dopo lo "sciopero degli investimenti" DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE MADRID — Un altro neologismo, questa volta, ci viene dalla Spagna: «la huelga ile las inversiones». Ossia: lo sciopero degli investimenti. Un termine curioso, che diventa anche importante se trova riscotitro nella realtà economica. Per verificarlo mi rivolgo ad Antonio Garrìgues. avvocato e uomo d'affari. Sembra fra i più adatti a darmi una risposta. Figlio dell'ex ambasciatore a Washington /amico dei Kennedy) e al Vaticano, diventato poi ministro nel primo governo post-franchista, fratello d'un attuale ministro e di due grossi finanzieri, di cui uno opera con gli Stali Uniti (imparentato con ì RockefelIeri e l'altro con Mosca, il mio interlocutore dirige uno dei più famosi studi legali di Madrid, specializzato appunto in finanza ed economia. Quello che lo rende ancora più qualificato a rispondermi è la sua posizione di presidente dell'Apd. la grande associazione degli imprenditori, che riunisce 2500 impre se rappresentanti il 70 per cento dell'attività industriale spagnola. Non ha difficoltà a svelarmelo: nel giro di un anno gli investimenti privati sono diminuiti quasi di tre quarti, oltre il settanta per cento. Lo Stato ha cercato di rimediare ai danni di questa paurosa bassa aumentando i suoi investimenti del 35 per cento. Nello stesso tempo però il capitale straniero, che detiene una fetta cospicua nell'economia del Paese, non soltanto non investe più. ma accenna al ritiro. Parallela alla messa in funzione, fra euforica e idilliaca, della democrazia, si registra dunque la disfunzione dell'economia Perché? Risponde Garrigues: «L'economia non ha funzionato per mancanza di fiducia dell'imprenditore, mancanza di capitali liquidi per gli investimenti e la necessità per gl'imprenditori che si chiarifichino le regole del gioco nell'economia, nel quadro del nuovo assetto politico e del nuovo rapporto di forza fra i partiti politici. In questo momento l'imprenditore non è che scioperi, ma non 1 ha nemmeno molta voglia di investile. Dato che si è registrata una grossa diminuzione del capitale straniero, praticamente l'unico ad investire seriamente oggi è ri- j masto lo Stato. Forse qualcosa migliorerà organizzandosi meglio tra imprenditori i e sindacati, trovando un mi- ! nimo di fiducia reciproca ». I Obbietto: «Mi pare di scorgere un'inversione di j tendenza: la democratizza- ! zione del sistema si identi.ficava in un primo momento ; con la liberalizzazione delle- ■ conomia. dato il carattere paternalistico autarchico e statalizzante dell'economia franchista, mentre ora sembra estendersi un sistema sempre più statalizzante, al , contrario di quanto stava scritto nei programmi del ', governo. Dice Garrigues: ! «Effettivamente in Spagna 1 c'è una tendenza ufficiale alla liberalizzazione, ma fino- | ra è rimasta soltanto una I tendenza. Credo che, se l'economia si liberasse della burocrazia amministrativa, i ereditata dal franchismo, : permetterebbe all'imprenditore di investire in settori fi- | nora proibiti, favorirebbe la I concorrenza, e se si eliminassero i circuiti privilegiati di credito, dando a tutti le stesse possibilità finanziarie, dovrebbe aversi una riattiva- ; zione imprenditoriale ». Domando: « Nel famoso 1 patto della Moncloa si prospetta una soluzione nel quadro del cosiddetto mercato sociale, non meglio de- I finito. Anzi, non vi sembra di scorgere una contraddi- : zione in termini?». Garrì- ! gues: « L'imprenditore non investe, il che è la chiave di tutto il sistema dell'economia liberale e di merca- ; to. In cambio, lo Stato si sente obbligato a investire, riducendo lo spazio dell'ini- | ziativa privata. Di conseguen- za si produce a poco a po- : co la socializzazione o stata- : lizzazione dell'economia ». Indico un paradosso: «Formalmente le forze politiche "liberali" hanno la maggioranza, però, governando so- 1 no costrette ad applicare una linea anti-liberale in economia in quanto nel campo economico giocano un ruolo determinante forze che politicamente non rappresentano la maggioranza, però nella produzione e nel lavoro hanno la parola decisiva ». Garrigues: « E' così. Il problema spagnolo, come del resto quello europeo, a differenza dell'americano, è che le forze sindacali sono legate a ideologie dì matrice marxista e che non si occupano tanto della ripartizione più equa della ricchezza n. zionale quanto di una pura e semplice liquidazione del sistema. D'altronde, anche se si dice che i liberali dominano il governo, la verità è che ci troviamo in Scagna fra un cinquanta per cento di potere politico di matrice marxista e l'altro cinquanta per cento rappresentato non soltanto da liberali ma da socialdemocratici, indipendenti e dalla destra di matrice franchista, che tutti insieme non hanno troppa fiducia nell'economia di mercato ». Allora, potremmo tracciare un'immagine alquanto strana: c'è un imprenditore che spera di difendere la propria funzione incidendo sul governo, c'è lo Stato che si sostituisce gradualmente all'imprenditore privato, e c'è la sinistra, che. inserendosi, trova nella politica governativa un appoggio alla sua linea. Garrigues: « Questa è esattamente la situazione attuale, e perciò le possibilità per una politica autenticamente liberale per salvare l'economia di mercato sono minime. La sinistra controllerà nel suo insieme l'attività economica in ogni momento ». Sembra strano sentire da un presidente degli imprenditori, per di più giovane, e per niente «abandonista», che l'unica prospettiva della Spagna post-franchista sia il socialismo statale. Non vede al'.re soluzioni? Le intravede, e insiste nel cercarle. Parte dal fatto che anche le sinistre spagnole, sia del filone eurocomunista di Carraio o quello eurosocialista di Gonzalez. riconoscono che il socialismo statale non è una soluzione valida, e sostiene: «Bisogna rinegoziare tutto il sistema, accettando i fatti, il che significa, per noi imprenditori, partire dalla costatazione che con i nostri concetti tradizionali siamo nella posizione dei perdenti. C'è soltanto una soluzione: che i liberali rinuncino in parte alle loro uto- j pie di ritornare ad ima eco¬ | nomia di mercato pura e ' perfetta, e che le sinistre ; rinuncino alle tattiche che 1 portano alla statalizzazione dell'economia, e con ciò an che della società, senza li ! miti. Un compromesso dif j tirile, però è di importanza i ! 1 vitale che almeno si chiariscano le posizioni, in quanto finora c'è una mancanza completa di credibilità: ciascuno sospetta che l'altra parte voglia spostare il pun to del compromesso verso le sue posizioni. Dovremmo essere ormai coscienti che ima i .presa pubblica, per principio, non deve essere un male, e che può funzionare anche bene, come una azienda 1 1 1 autonoma; però, sappiamo j molto chiare», una obiezione ovvia: «Chi potrà stabilire le regole del gioco?». Risponde Garrigues: ' «Prepariamo uri incontro fra I i leaders dei quattro più I grandi partiti, più sindacati anche, dalla prassi spagnola, cl.e queste tendono a smettere di essere un'impresa e a diventare una istituzione burocratica. In teoria vedo la possibilità di questa combinazione di sistemi, sempre che le regole del gioco siano e imprenditori. L'unico obiettivo sarebbe quello di evitare i temi politici e chia-. rire le rispettive ideologie economiche. Come nel mondo politico le ideologie risultano più o meno confuse, però, in fondo, sono chiare, il problema delle ideologie economiche sembra inizialmente molto chiaro, però alla fine esse risultano estremamente confuse. Giustamente il contrario. I politici hanno, in genere, una grande incultura economica, con un accentuato disprezzo per i temi economici. E' necessario fargli vedere che non hanno più tanto potere e che devono approfondire i temi economici, in quanto il cittadino non vota le ideologie politiche, che sono sempre meno definibili, ma vuol scegliere un modello di vita che incomincia dagli aspetti economici e prosegue in quelli sociali, culturali, educativi, religiosi. I politici di sinistra devono spiegarci qual è jl modello che vogliono proporci, o magari imporci ». Terminando, gli domando: «Ma crede veramente nel miracolo di un nuovo modello di vita spagnolo?». Garrigues precisa: « Non si tratta di modello spagnolo. I nostri problemi e le nostre crisi sono quelli europei. Negli Stati Uniti c'è un modello dì vita, nellUrss c'è un altro modello di vita. Non accettando nessuno dei due, noi europei, invece, non abbiamo un nostro modello, o abbiamo modelli molto confusi e contraddittori. Non possiamo proseguire pensando che in Europa vige un sistema di economia di mercato. Le sinistre controllano il 50 per cento del potere politico, detengono il potere sindacale e culturale. Bisogna partire da questa situazione. Non c'è altro rimedio che arrivare a soluzioni di consenso, in quanto l'Europa, come pure la Spagna, sono chiaramente divise sul piano ideologico, e sarebbe inutile tentare di imporre con la forza l'uno 0 l'altro sistema. Le posizioni che stanno assumendo 1 socialisti e gli eurocomunisti sembrano favorire una intesa di base, che forse permetterà di stabilire le regole del gioco, più o meno efficaci, ma almeno chiare. In quanto il sistema attuale è un sistema ibrido, confuso, ed anzitutto demoralizzante. Mi pare che l'europeo abbia deciso di superare i dogmi, però non sappia come sostituirli. Non vuole né vivere né lavorare più alla vecchia maniera. Cerca di formularsi, filosoficamente e socialmente, in un modo nuovo. Né il comunismo né il capitalismo appaiono disposti a facilitargli i mezzi per raggiungerlo. Il primo, perché gli nega la libertà di pensare; il secondo, perché l'unica libertà che, in fondo, gli concede è quella di "scegliere il colore della sua automobile", cioè la libertà di obbedire. Nessuno gli garantisce il tempo, la calma, la tranquillità per prendere decisioni ». Benché l'Europa si ostini a non accettarla nei suoi ranghi, basta sentire Garrigues per costatare che la Spagna sta già in Europa, con le stesse crisi, le stesse ansie e la stessa speranza di trovare un nuovo modello di vita: forse introvabile. Frane Barbieri All'uscita d'una miniera di carbone delle Asturie: che succederà se gli imprenditori non investiranno? (Grazia Neri)