La "bomboniera viola" (vale un miliardo) torna davanti ai giudici: sarà confiscata?

La "bomboniera viola" (vale un miliardo) torna davanti ai giudici: sarà confiscata? Il teatro di Macario costruito in via Santa Teresa La "bomboniera viola" (vale un miliardo) torna davanti ai giudici: sarà confiscata? Il pretore ha già dato ragione al Comune, riconoscendo che non è conforme alla licenza e multando i costruttori - Altro processo: condannato fattorino infedele che simulò una rapina A maggio riprende il discorso interrotto sul cosiddetto teatro di Macario, quel teatrino di via S. Teresa, dove il comico torinese pensava di inaugurare la stagione di prosa '77-'78 ma che è rimasto chiuso per decisione della magistratura e del Comune. Dalla pretura, la vicenda torna in un'aula giudiziaria, in tribunale come processo d'appello (quinta sezione, presidente Pempinelli) l'8 maggio prossimo. Imputati il costruttore Bruno Agui, l'impresario Franco Moglia, l'arch. Uberto Serra, l'ex direttore dei lavori. Riassumiamo la vertenza che prende l'avvio da una contestazione di abuso edilizio. Agui quale amministratore di una immobiliare che «ristruttura» l'edificio di via S. Teresa 10, pensa bene di cost-uire nel seminterrato un teat-o, la «bomboniera viola». Piazza il palcoscenico, predispone i camerini per gli attori, e a mezz'aria fa edificare ima pensilina su cui ricava alcune decine di posti a sedere. Tutto è pronto per l'inaugurazione quando il Comune blocca l'iniziativa rivolgendosi alla magistratura. E' successo che nonostante la rilevazione di alcune irregolarità l'impresa non ha sospeso i lavori né abbattuto le strutture per adeguarle alla licenza originale rilasciata per la costruzione di un bar - discoteca - cabaret. Il Comune accusa l'Agui di aver equivocato a bella posta modificando radicalmente la destinazione dei locali. L'Agui ribatte di essersi attenuto alla licenza apportandovi solo modifiche sanabili con an.'nende. Il pretore dott. Palmisano è dì avviso contrario: dà ragione al Comune rilevando che il teatrino (costato un miliardo) costituisce una palese violazione della normativa e condanna gli imputati a multe variabili tra i 3 milioni (e 3 mesi di arresto) e 1 milione. Dal momento della sentenza il Comune avrebbe via libera per confiscare il teatro; non prende però provvedimenti in attesa che si pronunci il tribunale. Né le parti innescano la procedura amministrativa che potrebbe, al momento, ingarbugliare soltanto la già complessa vicenda. L'unico a rimetterci, in un certo senso, è Macario il quale «sfrattato» alla vigilia del debutto deve rinviare la recita del suo Molière in attesa di trovare un palcoscenico libero. * Un fattorino è stato condannato a due anni di carcere per appropriazione indebita e simulazione di reato. S'è inventai > una ra¬ pina ai danni del padrone del negozio che gli aveva affidato due milioni e mezzo da portare in banca. Luigi Tartaglia, 23 anni, corso Francia 265, era stato assunto da poco più di un anno cerne fattorino nel negozio del fiorista Arnaldo Chiapperò, 48 anni, corso Francia 11. Il suo comportamento non aveva dato adito a sospetti e il 31 marzo scorso il padrone gli affidava 2 milioni e mezzo da portare in banca, prestandogli la sua «Mini Minor». Meno di mezz'ora dopo arrivava al negozio una telefonata del Tartaglia: «Mi hanno rapinato qui in piazza Arbarello» (svesochsaconodiaiptaFm«Dsipiiiiiiiiniiitiiiiiiiii i li 11 ■ i ■ ti 11 nini i pensilina contestata (sede della banca dove doveva' versare il danaro). Il suo racconto piuttosto confuso non ha convinto il Chiapperò, che ha fatto denuncia al commissariato. Una breve indagine ha | confermato i sospetti e il fattorino è stato rinviato a giudizio per direttissima. Processato ieri mattina davanti ai giudici della seconda sezione penale (pres. Lacquaniti, pm Notarbartolo), difeso dall'avvocato Forchino, ha raccontato che si era messo d'accordo con un certo «Dino» per far sparire il danaro e simulare la rapina. Giunto in piazza Arbarello dove aveva ap- puntamento con il complice, questi gli avrebbe fatto lo sgambetto e portato via la busta con il danaro. I giudici non gli hanno creduto e gli hanno inflitto due anni di carcere per appropriazione indebita aggravata e simulazione di reato. Dil h fi Un aspetto della "bomboniera viola" con la pensilina contestata