I trenta scarcerati di Silvana Mazzocchi
I trenta scarcerati I trenta scarcerati (Segue dalla 1' pagina) suo lavoro sono andati già a formare un primo elenco di «brigatisti» che il procuratore capo De Matteo custodisce gelosamente in una cartellina. L'iniziativa della procura appare sia come un tentativo di mediazione che dovrebbe servire a ricomporre le polemiche esistenti all'interno dell'ufficio (il sostituto Luciano Infelisi, che conduce l'indagine principale, è stato spesso accusato di agire «con troppa indipendenza» dal suo capo, pur senza produrre validi risultati), sia a creare una specie di «testa di ponte» che permetta di agganciare gli scarsi elementi a disposizione della magistratura con quelli messi insieme dal Viminale, la sede politica dove, dal giorno successivo alla strage, lavorano gli investigatori che dipendono dal ministero dell'Interno. Fino a questo momento, infatti, a stare a quel poco che filtra dal muro di riserbo innalzato intorno alle indagini, si è potuto capire che la magistratura spesso non dispone di tutte le informazioni raccolte nella «sala crisi» del Viminale. Al ministero dell'Interno confluiscono le informazioni raccolte dalla polizia, dai carabinieri e dai nuovi servizi segreti e si parla anche di un'indagine parallela «molto riservata» che sarebbe condotta da alcuni alti ufficiali dell'Arma che già in passato si erano occupati delle Brigate rosse e dei loro esponenti. Silvana Mazzocchi
Persone citate: De Matteo, Luciano Infelisi
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