Aborto: mediazione pli per impedire uno scontro dopo il no democristiano di Alberto Rapisarda

Aborto: mediazione pli per impedire uno scontro dopo il no democristiano Nuovo irrigidimento della de Aborto: mediazione pli per impedire uno scontro dopo il no democristiano Roma, 6 aprile. Il cammino della nuova legge suill'aborto, per la terza volta all'esame del Parlamento, si presenta pieno di ostacoli. A favore della legge ci sono con sicurezza pei, psi, psdi, pri, pli e pdup-dp. Ma contro, per opposte ragioni sono schierati i radicaili (che vogliono che la legge non venga approvata in tempo, in modo da obbligare il Presidente della Repubblica a indire il referendum abrogativo a giugno) e, da mercoledì, anche i democristiani. L'atteggiamento dei radicali era dato per scontato dalla maggioranza abortista, ma quello democristiano l'ha colta di sorpresa: si pensava che la de si sarebbe astenuta. Invece la de ha annunciato che al termine del dibattito in corso sulla legge, presenterà un'«ecce£ione di incostituzionalità», così come aveva fatto già col precedente disegno di legge. La scelta dei democristiani pare chiaramente collegata al difficile momento che il partito sta passando dopo il rapimento del suo presidente. Nel momento in cui il partito deve serrare le file, è stata scelta la via dell'intransigenza su un problema come l'aborto, che rischierebbe altrimenti di dividere i vertici dalla base del partito e dalle gerarchie vaticane. «Nessuno può stupirsi che in un momento così grave, in cui vengono messe a repentaglio le stesse fondamenta dello Stato democratico, la de riconfermi con fermezza, nel dibattito sull'aborto, le sue irrinunciabili tesi», ha detto l'on. | Segni, che ha seguito per la de la vicenda della legge sull'aborto. Chi pensasse di risolvere la situazione d'emergenza, ha proseguito Segni, «appiattendo le differenti posizioni tra i vari partiti e proponendo alleanze unanimistiche, indebolirebbe lo Stato invece di rafforzarlo». Le preoccupazioni della, destra democristiana per un eccessivo avvicinamento al pei, che in precedenza erano state acquietate da Moro, hanno ora finito per prevalere, quantomeno sul problema aborto. Si tratta ora di vedere, se l'intransigenza democristiana non è forse un espediente per spingere il fronte abortista a maggiori concessioni con emendamenti riduttivi. Ma quello degli emendamenti è un argomento che rischia di incrinare la maggioranza. Il movimento femminile repubblicano ha comunicato che è contrario a mutamenti del disegno di legge, e soprattutto dice che è irrinunciabile il diritto della donna a decidere da sé quando abortire. Il Movimento femminista va oltre, e respinge in blocco la legge, ritenendo necessaria la pura e semplice depenalizzazione dell'aborto, da raggiungere, se necessario, anche tramite il referendum. Per sabato, il movimento femminista ha indetto una manifestazione nazionale a Roma con un corteo che partirà da Santa Maria Maggiore e raggiungerà piazza Navona. Il Movimento ha anche chiesto al presidente della Camera, Ingrao, che faccia trasmettere in diretta per tv il dibattito sulla legge. Una parte dei partiti laici, come i socialisti, per esempio, sono sensibili a queste voci che giungono dall'esterno del Parlamento e sono più rigidi a proposito di eventuali emendamenti. Il fronte laico pare, comunque, intenzionato a «smussare» il suo disegno di legge, pur di non dover scontrarsi era la de, soprattutto al Senato, dove il fronte abortista ha una risicata maggioranza di soli otto voti; e dove c'è da temere una nuova bocciatura della legge, come già avvenne 10 mesi fa. Una proposta di mediazione è stata preparata dal capo gruppo dei liberali. Bozzi, sui tre punti che maggiormente sono avversati dalla de. Bozzi propone che si trovi una formulazione che ncn estrometta il padre dalle procedure che legittimano l'aborto (la de chiede l'autorizzazione del padre). Per il secondo scoglio, quello dell'età a cui la donna può abortire autonomamente, Bozzi propone i 18 anni, invece dei 16 previsti nel disegno di legge. Infine, c'è il problema delle cause che possono giustificare l'aborto. Bozzi propone di distinguere tra la giustificazione dell'interruzione della gravidanza sulla base di una malattia fisica o di un malessere psichico. Nella prima ipotesi, il medico procede agli accertamenti tecnici necessari e la sua decisione per il sì o per il no è vincolante. Nel secondo caso il medico può intervenire come consulente e consigliere, ma la parola decisiva spetta alla donna. Questo pomeriggio esperti democristiani si sono incontrati con esperti missini per esaminare il testo del disegno di legge sull'aborto e degli emendamenti presentati dai rispettivi gruppi, al fine «di apportare le modifiche necessarie al testo in esame per renderlo almeno compatibile con la nota sentenza della Corte costituzionale». Questo incontro è una novità, e potrebbe forse preannunciare, nei fatti, una minore rigidità della de rispetto alle sue dichiarazioni. I capi gruppo dei partiti alla Camera si sono messi d'accordo per far concludere il dibattito generale sulla legge entro domani sera o al massimo sabato mattina. Martedì si passerà alla votazione dei singoli articoli e giovedì ci sarà il voto finale. Alberto Rapisarda

Persone citate: Bozzi, Ingrao, Moro

Luoghi citati: Roma