Così Curcio spiegò a Girotto di Vincenzo Tessandori

Così Curcio spiegò a Girotto Così Curcio spiegò a Girotto « Con t carabinieri il sottoscritto ha collaborato spinto da un preciso dovere morale sulla base di una netta presa di posizione politica. Per le masse lavoratrici del nostro Paese, impegnate in una lotta sempre più difficile, eravate dei nemici pericolosi. Con folle irresponsabilità stavate agevolando la melma fascista ». Questo scrive « Fratello Mitra » quando le Br lo accusarono di aver fatto arrestare Renato Curdo e Alberto Franceschlni, per denaro. Ma l'ex frate aveva fatto arrestare altre persone: il medico Enrico Levati e l'avv. Giambattista Lazagna. Lo aveva fatto perché pagato, sostiene la difesa, e con questa affermazione getta un'ombra su tutte le dichiarazioni. Ci sono dei nastri, su col¬ loqui tra il capitano Gustavo Pignero, dei carabinieri, e Silvano Girotto che la corte ha ordinato di trascrivere. Quei nastri non sciolgono i dubbi. L'accusa, d'altra parte, aveva già detto che non interessavano tanto i motivi che avevano spinto l'ex fellagha a combattere le Br, quanto la certezza che quello che aveva raccontato fosse vero. Girotto ha agito per denaro, ha tuonato ieri l'avv. Zancan, difensore di Lazagna. E indica due passi tratti dal nastro con la conversazione fra 11 capitano e l'ex frate. Dice Pignero: « Noi ci dobbiamo vedere necessariamente prima del 4 per il nolo problema di carattere economico, questo è scontalo ». Il colloquio è del primo settembre '74, una settimana prima dell'incontro fra Girotto e i brigatisti a Pinerolo concluso con l'arresto di due « capi storici ». Girotto progetta dJ pas sare in dande;:'inità come, sostiene, gli hanno proposto le Bi che gli avrebbero affidato la « scuola quadri ii del gruppo. L'ex frate ha una donna sudamericana che vive con lui e una figlia, nata a Genova pochi mesi avanti. E' preoccupato per la famiglia; ha chiesto soldi, dice l'accusa, soltanto nel caso di un suo passaggio in clandestinità; perché voleva farsi pagare per far la spia, ribatte la difesa. Dice Girotto nella conversazione: « Per quello che concerne me io sarò totalmente a carico delle Br. Però voglio stare tranquillo che non manchi niente ai miei, soprattutto se sarò lontano ». E Pignero :« Su questo può stare tranquillo ». Ancora Fratello Mitra: « Farò tutto II possibile perché mi mantengano: ma non ho la possibilità di dire a loro o mi aiutate concretamente per la mia famiglia oppure non vengo ». Il frate vende se stesso e lo fa con abilità. Alle Br, fa capire, non può chiedere denaro: « Non vorrei spingere troppo con loro e giocarmi il posto ». Risponde l'ufndale: « Su questo siamo d'accordo ». Poi, nei nastri, c'è il racconto dei colloqui fra Girotto e Curdo. Il primo incontro, a Pinerolo, il 28 luglio. Curdo avrebbe confidato all'uomo in saio che afferma di voler combattere le ingiustizie del mondo entrando nelle Br: « Fra i fondatori dell'organizzazione alcuni appartenevano a partiti politici. Il pei, in particolare, altri indipendenti di sinistra ». Riferisce Girotto che Curdo gli avrebbe detto anche: « Si è deciso di passare a formare una organizzazione clandestina di linea politico-militare in quanto bisognava affiancare le lotte di massa operaie ». Poi la descrizione dei meccanismi che muovono l'organizzazione. Avrebbe ancora detto Curdo: « C'è il settore delle brigate cosiddette di massa, che è quello delle fabbriche: organizzato in brigate che sono operai, nuclei di operai collegati a noi che hanno una certa libertà di iniziativa, ma sono sottoposti a una disciplina dell'organismo, per cui propongono certe azioni, noi le autorizziamo oppure no ». E ancora, aggiunge Fratello Mitra, il brigatista gli disse: « Poi ci sono i logtstict, che sono l'altro grande braccio. Si dividono in latitanti e clandestini. I latitanti sono quelli ricercati e che noi proteggiamo. Però non è che gli unici clandestini siano i latitanti. Sarebbe pericoloso se tutta la struttura clandestina fosse fatta da gente ricercata ». Le colonne, cioè i gruppi clandestini divisi alla maniera dei Tupamaros. Avrebbe ancora confidato Curdo: « Nell'ambito dt una stessa colonna c'è compartecipazione e persino il responsabile di colonna non conosce tutte le case in cui vivono quelli della sua colonna in quanto It assiste soltanto a livello di consigli: gli fa arrivare i soldi per comprare l'alloggio o per affittarlo, però non deve sapere dove si trova ». Poi l'ex frate accenna ai due missini freddati a Padova dalle Br: ti « salto del fosso » per l'organizzazione. Curdo avrebbe detto: « E' stato un po' un errore da parte nostra ». Vincenzo Tessandori

Luoghi citati: Genova, Padova, Pinerolo