I conti in Svizzera accusano di Guido Guidi

I conti in Svizzera accusano I conti in Svizzera accusano (Segue dalla 1' pagina) 11971 altri 320 mila dollari passano dalla Soc. Contrade sul conto Sagittario che, poi, nel gennaio successivo li trasferisce alla Soc. Leman Corporation. Poiché le somme destinate alle tangenti sono state inviate dalla Lockheed in Italia in tre momenti diversi (giugno 1970, giugno 1971 e dicembre 1971) e poiché tutte le società che le hanno ricevute in Svizzera sono di Antonio Letebvre d'Ovidio per l'accusa la conseguenza è ovvia: il professore di diritto della navigazione deve sapere tutto sulla destinazione finale delle «bustarelle» o, se non vuole dire nulla, significa che il danaro deve averlo incassato d'accordo con il fratello Ovidio. Alla vigilia del processo (formalmente comincia lunedì prossimo anche se poi viene rinviato di un mese per la malattia di Ovidio), in sostanza, l'accusa ritiene di avere trovato la indicazione giusta per attribuire ad Antonio Lefebvre un ruolo importante, forse il più importante: il personaggio che avrebbe saputo organizzare un meccanismo per pagare i corrotti, senza lasciare tracce, con un ! abile gioco di passaggi del danaro fra decine di società create soltanto per nascondere altre attività. L'accusa è rimasta molto impressionata da un dettaglio: qualche conto corrente in Svizzera è stato estinto non appena è scoppiato in Italia lo scandalo. La reazione di Antonio Le- ! febvre d'Ovidio? Quella di sempre: «Mi si attribuisce una genialità che non possiedo: posso essere lusingato per il giudizio, ma non mi compete». Insiste nella sua tesi: con il titolare del conto Sagittario, e cioè Renato Caciapuoti, piccolo industriale napoletano che la Commissione inquirente prima ha incriminato e poi prosciolto, ha avuto soltanto rapporti di affari per l'acquisto di un quadro di Rembrandt che è risultato poi falso; con la Soc. Contrade non ha avuto alcun contatto di interessi, ma l'ha soltanto assistita come legale; la Soc. Leman Corporation è una società come tante altre che lo ha interpellato come avvocato. Ovidio Lefebvre d'Ovidio ha saputo che suo fratello era stato arrestato subito: in carcere, le notizie filtrano rapidamente. La sua prima reazione è stata quella di rinun¬ ciare addirittura all'intervento chirurgico. Ha .jmpre sostenuto di essere in grado di dimostrare ai giudici che Antonio non ha alcuna responsabilità nello scandalo Lockheed e si attribuisce la responsabilità di averlo coinvolto soltanto perché utilizzò la sua ospitalità nello studio di via del Nuoto a Roma per trattare la vendita degli aerei Hercules C 130: ritiene, quindi, il suo intervento al processo determinante per il fratello. «Se per colpa mia e per colpa della mia malattia — ha detto subito — il processo deve essere rinviato a lungo e mio fratello rimanere in carcere, io mi tengo la prostata con tutte le conseguenze: vengo in aula, magari in barella». Poi, s'è lasciato convincere ed ha chiesto soltanto che si affrettassero i tempi: il prof. Bracci ha accettato di anticipare l'intervento; la Corte Costituzionale gli ha consentito di lasciare questa mattina il carcere per compiere le ultime analisi in una clinica Prima di entrare in camera operatoria, Ovidio Lefebvre d'Ovidio ha comunicato ufficialmente ai giudici che il processo non può andare avanti durante la sua assenza. Guido Guidi

Persone citate: Antonio Lefebvre, Antonio Letebvre D'ovidio, Bracci, Leman, Ovidio Lefebvre, Rembrandt, Renato Caciapuoti

Luoghi citati: Italia, Roma