Successo "africano" per Carter che s'impegna per la Rhodesia di Furio Colombo

Successo "africano" per Carter che s'impegna per la Rhodesia II Presidente ha concluso il viaggio in Nigeria e Liberia Successo "africano" per Carter che s'impegna per la Rhodesia (Dal nostro corrispondente) New York, 3 aprile. Dopo la conclusione della visita in Nigeria, la prima di un presidente americano nel continente africano, e dopo una sosta di poche ore in Liberia, il presidente Carter torna a Washington questa sera. Coloro che si domandano se la visita africana del presidente Carter sia stata soprattutto un gesto di amicizia e di apertura verso il Continente africano, un atto prevalentemente simbolico nelle relazioni internazionali, devono ora valutare il fitto lavoro diplomatico e politico che si è svolto a Lagos, superando di molto le aspettative delle due parti e degli osservatori politici. «Questo comunicato non è fatto soltanto di parole», ha detto il presidente Carter dopo la lettura di un testo congiunto che ha seguito il secondo e non previsto incontro col generale Obasanjo nella giornata di do- menica. Obasanjo e Carter, che sono entrambi cristiani di denominazione battista, erano stati in chiesa insieme nella mattina di domenica, un gesto di confidenziale amicizia che ha molto colpito l'opinione nigeriana, considerata la relativa freddezza con cui il presidente americano era stato accolto all'inizio. Nel comunicato finale di domenica sera, che gli americani descrivono come «estremamente importante» c che i nigeriani hanno finalmente accolto come il segno che la temperatura giusta era andata creandosi fra i due Paesi, si dice che «il cosiddetto accordo interno avvenuto in Rhodesia fra il governo bianco di lan Smith e le forze dell'opposizione negra interna deve considerarsi illegale per la mancanza di partecipazione delle altre componenti negre all'accordo». Le altre «componenti» sono costituite, come è noto, dal «Fronte patriottico di liberazione» che comprende le forze che fanno capo ai due Ieaders Nkomo e Mugabe. Altri punti del comunicato finale riguardano i rapporti con il Sudafrica, verso il quale è ripetuta con forza la denuncia e la totale dissociazione del governo americano e il principio della completa autonomia africana da ogni interferenza «razzista e colonialista». Il comunicato, come si è detto, è frutto di un lavoro più fitto, più intenso e progressivamente più cordiale di quanto si era previsto e di quanto le prime ore trascorse da Carter a Lagos avevano fatto supporre. Il lavoro paziente e meticoloso svolto nei dieci giorni prece- denti (e, del resto, in tutto l'anno precedente, dopo l'elezione di Carter) dall'ambasciatore americano alle Nazioni Unite, Andrew Young, che ha fatto dell'Africa il suo principale terreno di lavoro, ha cominciato a dare apertamente i suoi frutti. Carter, che ha sempre più intensamente coinvolto nel suo lavoro e negli incontri, che sono diventati rapidamente multipli, sia il segretario di Stato Vancc sia il consigliere per la Sicurezza Brzezinski, ha chiaramente seguito le linee di un piano di accostamento alla sensibilità africana che l'ambasciatore Young ha preparato negli ultimi tempi con una serie di incontri. Carter, per esempio, ha potuto valersi, nell'apertura di questo nuovo capitolo della politica africana, di un invito di tutti i Paesi di frontiera intorno alla Rhodesia i quali chiedono che l'America, insieme all'Inghilter- rante di una soluzione giusta (cioè con la partecipazione di tutte le parti e sulla base di libere elezioni politiche) del problema rhodesiano. L'invito all'America, da parte di Paesi che sono sempre stali impegnati in modo militante contro « l'imperialismo americano », dimostra quanti passi in avanti abbia fatto fino ra, si faccia^ protagonista e ga a questo momento la nuova politica americana negli Stati Uniti, quale sia stalo il grado effettivo di successo di Carter in Africa, e quanto produttiva sia stata l'influenza di Young nella preparazione dell'incontro di Lagos c dei suoi molti risultati. I punti principali sia di forma che di sostanza dei giorni trascorsi dal presidente americano in Nigeria possono essere così riassunti. Carter ha trascorso un periodo di quasi un giorno più lungo del previsto, in un clima, progressivamente più amichevole e alla fine apertamente cordiale. II presidente americano ha parlato all'assemblea nigeriana elencando i tre pericoli che, nella visione americana, minacciano il Continente africano: il razzismo, il colonialismo e l'interferenza straniera. Carter 6 stato chiaro nel precisare che interferenza straniera doveva considerarsi non soltanto quella delle potenze ex coloniali ma anche quella « ncoimpcrialista » dei sovietici clic stanno allargando la loro influenza nel Corno d'Africa. La reazione della stampa nigeriana e stata di accogliere con calore il primo e il secondo punto dell'appello del presidente Carter sul razzismo e il colonialismo, ma di mantenere un atteggiamento di riserva nei confronti dell'intervento sovietico. Subito dopo però, come si è notato, gli incontri di lavoro si sono moltiplicati, Vance e Brzezinski hanno partecipato a lunghissimi incontri con colleglli ed esperti del governo nigeriano, e alla fine è giunto l'invito agli Stati Uniti di farsi garanti di una nuova situazione di libertà in Rhodesia, un invito che suona totalmente nuovo, radicalmente inedito se si pensa alle forze e ai Paesi che Io hanno formulato, al ..schio di guerriglia in quella zona del Continente, e al rischio, altrettanto evidente, che quella guerriglia diventi un campo d'intervento « naturalmente » disponibile per l'Unione Sovietica. In conclusione la tappa africana del viaggio di Carter, nata come un simbolo, è diventata un importante episodio politico c strategico; probabilmente, come ritengono molti degli specialisti americani che hanno partecipato al viaggio, l'inizio di una nuova stagione della presenza morale americana nel Terzo Mondo e nei rapporti fra i più importanti governi africani e l'amministrazione di Carter. Furio Colombo

Persone citate: Andrew Young, Brzezinski, Mugabe, Nkomo, Obasanjo