Scioperi e tensioni in Israele mentre Dayan va a Bucarest di Giorgio Romano

Scioperi e tensioni in Israele mentre Dayan va a Bucarest Scioperi e tensioni in Israele mentre Dayan va a Bucarest t Nostro servizio particolare) Tel Aviv, 3 aprile. Uno sciopero di tutti i mezzi d'informazione, composto stasera, ha paralizzato per quarantott'ore la vita in Israele non consentendo ai cittadini di essere informati delle vicende interne e mondiali. Non sono usciti i giornali, la radio e la televisione hanno sospeso le trasmissioni; persino la radio dell'esercito si è limitata a mettere in onda brevi notiziari, dei quali si occupava uno staff ridotto, senza cioè la collaborazione dei giornalisti civili addetti ai commenti. In questa situazione senza precedenti gli israeliani hanno cercato le stazioni radio straniere sperando di captare anche notizie d'interesse locale. Così non ha avuto il rilievo che avrebbe meritato la grande manifestazione spontanea in piazza dello Stato, a Tel Aviv, a cui hanno partecipato 30 mila persone sotto lo slogan «Meglio la pace dei territori», una dimostrazione spontanea contro la politica del governo che ha avuto anche più successo di quanto non sperassero i promotori appartenenti a diversi partiti. Di questo stato di inquietudine e ansia è testimonianza anche il fatto che i direttorii dei principali partiti si sono riuniti per un esame dei problemi di politica estera. Il ministro degli Esteri, Davan, intanto è a Bucarest, dove si tratterrà tre giorni per colloqui col presidente Ceausescu e col ministro degli Esteri Andreis. Il viaggio è importante perché si tratta della quarta visita di ministri israeliani in Romania nell'ultimo anno, dopo quelle del ministro dell'Agricoltura, del capo del governo e del ministro dell'Industria e Commercio. La Romania è l'unico paese dell'Europa Orientale con cui Israele mantenga rapporti diplomatici, ma quantunque anche quelli turistici e culturali siano buoni e le re¬ lazioni commerciali siano prospere (oltre cinquanta milioni di dollari di scambi annui) l'atteggiamento politico del governo di Bucarest è dia metralmente opposto a quello di Gerusalemme sui problemi mediorientali e Ceausescu non lo ha nascosto in tutte le occasioni. Dayan, partendo per la Romania, ha escluso la possibilità di un nuovo intervento del Presidente romeno tra Begin e Sadat, ma ha parlato della speranza di ripresa dei lavori delle Commissioni militare e politica e ha detto che probabilmente Weizman si recherà di nuovo al Cairo. Quanto alla sua prossima andata a Washington, si è limitato a dire che Israele vede sempre con favore la mediazione Usa. Il settimanale americano Time afferma oggi che il Presidente egiziano (dopo le durissime dichiarazioni alla rivista Ottobre) ha fatto sapere al primo ministro israeliano, tramite Weizman, che giudica molto grave la situazione: «E' impossibile capire Begin perché vuole la pace, vuole i territori, vuole l'autonomia, vuole gli insediamenti, vuole tutto. Il suo atteggiamento costituisce un ostacolo insuperabile sulle vie della pace». Per dimostrare il contrario, il primo ministro ha ricevuto questa sera alle 18, per la prima volta dopo il suo ritorno dagli Stati Uniti, l'ambasciatore americano Samuel Lewis. Giorgio Romano

Persone citate: Begin, Ceausescu, Dayan, Sadat, Samuel Lewis, Weizman