Chaban Delmas presidente dell'«Assemblée Nationale» di Paolo Patruno

Chaban Delmas presidente dell'«Assemblée Nationale» Edgar Faure si è ritirato: è una sconfitta per Chirac Chaban Delmas presidente dell'«Assemblée Nationale» (Dal nostro corrispondente) Parigi, 3 aprile. La Francia è divisa in quattro, la sua nuova geografia politica scaturita dalle elezioni dello scorso marzo ha trovato puntuale riscontro oggi, nella seduta inaugurale della sesta legislatura della Quinta Repubblica. L'occasione è stata offerta dalle elezioni del presidente dell'Assemblea Nazionale, una carica più che altro onorifica, (il titolare è il quarto nella scala gerarchica dello Stato), ma emblematica dei nuovi rapporti di forza scaturiti dalla votazione del mese scorso. Quattro candidati si sono presentati davanti ai 491 deputati, per sollecitare l'investitura: Edgar Faure, candidato ufficiale del Rpr neo-gollista; Chaban Delmas, «barone» del gollismo storico ma in lizza a titolo personale, segretamente sorretto però da un ridotto drappello di «franchi tiratori» all'interno del Rpr e soprattutto dalla corrente «presidenzialista» della maggioranza, l"Udf; sull'opposto versante: il socialista Mauroy e il comunista Andrieu. Cinque anni fa, quando lUnione della sinistra pareva rappresentare una speranza vittoriosa, socialisti e comunisti avevano designato significativamente un candidato comune, Mauroy. Oggi, invece, fin dalla prima occasione, il pcf e il ps si sono mossi in ordine sparso, come probabilmente si muoveranno altre volte nel corso di questa legislatura e, già ci sono tutte le premesse, si presenteran-no disuniti anche in occasio- ne delle elezioni presidenziali dell'ottantuno. Ma la lontana lotta per l'Eliseo sfuma per adesso nei contorni della fanta-politica, e vai la pena di arrestarsi alla cronaca d'oggi, che delinea lo «scenario» entro cui si comincia a svolgere, animata e controversa, la lotta politica della nuova legislatura. Ha vinto quello che è considerato, malgrado le smentite puntigliose dell'Eliseo, 1' «uomo del Presidente», Chaban Delmas. Ha perso quello che anche ufficialmente è «l'uomo di Chirac», cioè Faure, i candidati di Mitterrand e di Marchais hanno fatto semplicemente da comparse, e anche questo si sapeva. Ma al di là della lotta fra due personaggi, noti e discussi in Francia, la votazione di oggi ha messo in luce, ed è questo il fatto politico della giornata, una frattura in seno al movimento gollista. Non è tanto ampia da suonare «rivoluzionaria», ma è abbastanza marcata da sovvertire un rapporto di forze che in Parlamento si presenta ancora, seppur di misura, a favore dei gollisti (152 deputati contro 137). E se questo «fatto nuovo» si confermerà, lo «scenario» della politica francese risulterà modificato ancor più di quanto già apparisse in base al risultato delle elezioni. Il Presidente della Repubblica potrebbe essere riuscito nella difficile opera di «riequilibraggio» in seno alla maggioranza che si proponeva, facendo perdere al Rpr il peso , preponderante che deteneva 1 finora, spostando il pendolo in direzione dell'Udf e degli uomini da questa sostenuti. Chaban Delmas ha raccolto 153 voti (cioè tutti quelli dell'Udf più una ventina di suffragi di «franchi tiratori» gollisti), Edgar Faure 136 (appunto un po' meno del numero ufficiale dei deputati gollisti). Più staccati i due rappresentanti della sinistra. Era necessario un nuovo giro di votazioni, l'ottantaseienne Dassault (che come decano dei deputati aveva inaugurato la seduta) ha chiesto se qualcuno dei candidati aveva deciso di ritirarsi. Tutti, anche Edgar Faure, dicevano che avrebbero continuato. Ma il presidente del gruppo gollista, Labbé, chiedeva una sospensione della seduta e in meno di un'ora Faure era convinto al ritiro. Meglio arrendersi che andare incontro a una sconfitta sicura e ingloriosa, deve aver pensato Chirac. Il resto della seduta, naturalmente, non ha più avuto storia, Chaban è rimasto in lizza come candidato unico della maggioranza, ed ha vinto con 276 voti al secondo turno. Quella di stasera, è stata in realtà per Chaban Delmas una «rivincita» contro Chirac. Fra i due c'è una aspra rivalità da anni, per spiegarla occorre riandare brevemente alle cronache golliste di un recente passato, quando Pompidou era presidente, Chaban era il primo ministro, Chirac il fedele esecutore dell'Eliseo. Pompidou si sbarazzò del suo premier troppo invadente grazie a uno scandalo: Chaban Delmas aveva parecchi peccati fiscali sulla coscienza, tali da offuscare la fama di coraggioso resistente e di compagnon della prim'ora di De Gaulle. Chi fece filtrare quelle «leggerezze» di Chaban? Non si sa; i cronisti ricordano soltanto che a quell'epoca Giscard d'Estaing era ministro delle Finanze. Nel '74, dopo la morte di Pompidou, angosciato negli ultimi anni dalle insinuazioni legate allo «scandalo Markovic», si trovarono di fronte Chaban Delmas candidato all'Eliseo per i gollisti, e Giscard d'Estaing, per i repubblicani. Al- l'Eliseo entrò Giscard, grazie all'ammutinamento di 43 gol-Ilisti contrari a Chaban: il loro capo era Chirac. Il resto è cronaca recente. Chirac nel '74 diventa Primo Ministro, ma due anni dopo è dimissionario. Inizia il ciclo di Raymond Barre, Chirac entra in conflitto con l'Eliseo, al quale ! si riavvicina gradualmente Chaban Delmas. Paolo Patruno cfrsm

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