Perché è urgente coordinare la finanza statale e locale

Perché è urgente coordinare la finanza statale e locale Comuni e Province dipendono ormai dallo Stato Perché è urgente coordinare la finanza statale e locale A mela di jebbraio, il Parlamento ha definitivamente approvato una legge di riforma di finanza locale che dovrebbe, nelle intenzioni del governo, assestarne la situazione, fino a una riforma complessiva sia dei compiti e delle funzioni degli enti locali, sia del loro finanziamento. In base a questa legge di fatto si completa la trasformazione della finanza locale da un sistema in parte di finanza propria, in parte di finanza derivata dallo Stalo, in un sistema in cui tutte le somme di cui gli enti locali possono disporre sono ad essi trasferite da parte dello Stato stesso. Per dare una misura dell'entità di questa trasformazione basta osservare che nel bilancio preventivo di parte corrente del Comune di Torino, approvato due giorni fa dal Consiglio comunale, su una previsione di spesa per il '78 di circa 366 miliardi di lire solo 13 provengono da tributi propri, il resto essendo costituito da trasferimenti deiStato. Programmazione Questa trasformazione profonda del sistema della finanza locale pone alcuni nuovi problemi, fra cui due in particolare. In primo luogo la conoscenza dei flussi di spesa e dei fabbisogni degli enti locali diventa un elemento integrante di una programmazione dei flussi complessivi finanziari del settore pubblico. Del resto nel corso della trattativa per la formazione del governo una delle questioni che hanno formato oggetto di maggiori discussioni è stata l'entità del disavanzo pubblico complessivo per il '78 e la possibilità di contenerlo entro il limite di 24 mila miliardi, mentre sono emerse differenti valutazioni sui trasferimenti effettivi agli enti locali che la nuova legge comporta, con differenze dell'ordine di 2000 miliardi di lire fra le diverse stime presentate. In secondo luogo, un sistema di finanza locale integralmente derivato dalla finanza pubblica generale pone problemi di controllo della qualità e dell'efficienza della spesa che si pongono in maniera diversa nel caso di un sistema di finanza locale nel quale ciascun Comune o ciascuna Provincia disponga di fonti proprie di entrate. Questo processo di trasformazione della finanza locale in finanza derivata dalla finanza statale è in corso ormai da qualche anno, cosicché le due esigenze di approfondimento di cui si è detto sono da tempo un problema che richiede un'attenzione immediata. Esce in questi giorni uno studio del Ceep sui bilanci consuntivi del Comune di Torino per gli ultimi due esercizi per i quali sono disponibili i dati: il 1975 e il 1976. Questo studio, del cui contenuto si darà conto in successivi articoli, ha lo scopo di cominciare a identificare i problemi che si pongono per raggiungere una conoscenza più approfondila dei flussi di spesa dei Comuni. La distanza fra i bilanci di competenza, che indicano le entrate accertate e le spese impegnate in un certo anno e il bilancio di cassa che indica gli effettivi flussi di entrata e eli spesa che si determinano nell'anno, è un fenomeno ben noto a livello della finanza statale, che ha determinato molte discussioni e innovazioni significative nel campo della rilevazione dei dati. Emerge dallo studio del Ceep che questo divario, specialmente per quanto riguarda le spese di investimento, è ancora superiore nella finanza loculo a quello che si registra nella finanza nazionale. Dispersione Da ciò seguono due considerazioni: la prima è che i documenti di bilancio sui quali i Consigli comunali sono chiamati a discutere non rappresentano la realtà effettiva dei flussi di spesa delle amministrazioni comunali. La seconda è che i trasferimenti ai Comuni basati sui dati dei bilanci di competenza, come è previsto nella legge 43 di cui stiamo discutendo, tendono ad assegnare risorse ai Comuni non in relazione ai loro effettivi programmi di spesa, ma in relazione alle promesse che difficilmente si realizzano di ingenti programmi di investimento con effetti fortemente dispersivi. Lo studio del Ceep che oggi viene pubblicato rappresenta soltanto il primo capitolo di una prima ricerca tendente da un lato a definire criteri di rilevazione tempestiva, possibilmente su base trimestrale, dei flussi di cassa degli enti locali, dall'altro a esplorare la possibilità di introdurre criteri per una valutazione di merito nei principali campi della finanza locale. Come tale esso è uno strumento per iniziare una discussione volta a rendere possibile un controllo effettivo sulla dimensione, dinamica e qualità della spesa locale. Giorgio La Malfa

Persone citate: Giorgio La Malfa

Luoghi citati: Comune Di Torino