Il no al ricatto delle Br è suggerito da Moro? di Franco Mimmi

Il no al ricatto delle Br è suggerito da Moro? Perché la ferma ma sofferta risposta dei dirigenti de ai terroristi Il no al ricatto delle Br è suggerito da Moro? L'esame della lettera del Presidente e alcune frasi (come quella a Cossiga: "Avendo presente le tue responsabilità") hanno contribuito alla decisione democristiana Roma, 31 marzo. Non è stata una elaborazione tranquilla, quella del comunicato pubblicato stamane dal Popolo. Il fermo e conciso no democristiano, al ricatto della Brigate rosse, è passato attraverso un'animata riunione della cosiddetta «delegazione» de (Zaccagnini.Gallond, Piccoli, Gaspari e Bartolomei) allargata a vari esponenti del partito. Anche Bodrabo, che in questi giorni si era fermato a Torino per guidare la delegazione democristiana al congresso socialista, è giunto nel tardo pomeriggio per poi ripartire in nottata. Assai vicino a Zaccagnini, Bodrato ha raggiunto già altri nella sede della Camilluccia dove si erano trasferiti da Piazza del Gesù e dove il vicesegretario Galloni ha steso la base del testo che sarebbe stato poi pubblicato dal Popolo. In un primo momento si era pensato a un editoriale di Beici, direttore del quotidiano, poi l'ipotesi è stata scartata: occorreva qualcosa di estremamente sintetico e deciso, la netta presa di posizione del partito. Il testo di Galloni riceveva i contributi di tutti i presenti. Una serie di telefonate faceva confluire i pareri di Panfani e degli ex segretari del partito, poi il breve documento raggiungeva il quotidiano della de per essere composto e impaginato. Sul tipo di risposta da opporre alle Brigate rosse vi era stata discussione anche al direttivo del gruppo de alla Camera. Da Palazzo Chigi il commento alla discussione era assai secco: decisioni di questo tipo non si potevano prendere in quella sede, ma solo all'interno del partito. Ma poiché oggi qualcuno parla persino di trattative che sarebbero già in corso tra le Br e la democrazia cristiana, da fonti vicine alla segreteria si ribadisce che l'atteggiamento assunto con il documento del Popolo è immutabile. Si fa notare che le indicazioni per questa condotta sono contenute nella lettera stessa di Moro. In mezzo alle forme stravolte dalla coercizione (.«E' stato costretto a scrivere più grande e chiaro di quanto non faccia di solito, perché la lettera fosse leggibile a tutti, e per lo stesso motivo talora ha dovuto usare concetti di estrema sempli¬ cità, che non sono certo ì suoi») i dirigenti della de riconoscono salo tre momenti veramente di Moro. Il primo di questi «momenti» è là dove dice a Cossiga «avendo presente le tue responsabilità» e, più avanti, «perché possiate riflettere op portunamente sul da farsi». Il secondo è quando afferma: «Mi trovo sotto un dominio pieno e incontrollato». Il messaggio che si ricava da questi due punti è chiarissimo: tutte le decisioni toccano a voi, ha voluto dire Moro, poiché dovete tener presente che da questo momento in poi le mie parole, che vi venissero fatte arrivare, non saranno-più credibili. Il terzo e ultimo momento in cui la de afferma di riconoscere il proprio presidente è quello finale, fideistico, dell'invocazione a Dio perché illumini per il meglio chi deve prendere le decisioni. A Piazza del Gesù l'atmosfera è angosciata e decisa al tempo stesso: il caso politico Moro, da questo momento a quello, auspicato, della sua li aerazione, è chiuso. Resta aperto quello de! cittadino Moro, ed è naturalmente su questo aspetto della questione che si fondano le voci di nascoste e già iniziate trattative. E tuttavia, le Br potrebbero chiedere un prezzo, forse in uomini loro, per il presi dente democristiano (e comunque alla de non si crede che vi saranno richieste di scambio: «Vogliono solo umi liare Moro — si dice — e mettere in crisi lo Stato» ); ma che mai potrebbero chiedere per il cittadino Moro? Una domanda che oggi non può avere risposta. Tentare di darne una condurrebbe a vane elucubrazioni. «Non chiediamo certo l'autocensura ai giornali — dicono a Palazzo Chigi —, ma quello che ci si attende è che non si disorienti la gente con proclamazioni a vuoto, che susciti no emozioni oltre misura». E citiamo il «Manifesto»: non si può danzare alla musica imposta dai terroristi. Franco Mimmi

Luoghi citati: Roma, Torino