Il cavallo dell'economia non beve Aumenta il divario tra Nord e Sud di Natale Gilio

Il cavallo dell'economia non beve Aumenta il divario tra Nord e Sud Convegno a Napoli con la presenza del ministro Ossola Il cavallo dell'economia non beve Aumenta il divario tra Nord e Sud ni di scambio, all'apporto ec 1 cezionale del turismo, ma le- (Dal nostro inviato speciale) Napoli, 5 marzo. Il 1977, dato ormai definitivo, si è chiuso con un attivo di bilancia dei pagamenti correnti di 1800 miliardi. Nel 1978 il surplus dovrebbe avvicinarsi ai 2500 miliardi. Risultati dovuti in gran parte al miglioramento delle raffio- a gali soprattutto alla stagnazione di cui soffre l'economia italiana da oltre un anno. L'analisi infatti del dato disaggregato del commercio estero conferma come le importazioni siano calate in quantità in modo considerevole. In altre parole, il cavallo dell'economia non beve a sufficienza e da qui i fenomeni di recessione, di disoccupazione e di aumento del divario tra il Nord e il Sud del Paese. Su questi temi si è dibattuto al convegno che si è tenuto a Napoli, organizzato dalle sei principali istituzioni creditizie meridionali — Banco di Napoli, Banco di Sicilia, Banco di Sardegna, Irfis, Cis, Isveimer — alla presenza del ministro del Commercio con l'estero Ossola, con la partecipazione di banchieri, operatori, politici e sindacalisti. Il ministro ha svolto una analisi della posizione esterna dell'Italia, dalla quale emergono con chiarezza le luci e le ombre dei prossimi mesi. Primo dato: le riserve valutarie. Ossola ha comunicato che l'ammontare delle riserve valutarie convertibili — dopo aver rimborsato le rate dei prestiti al Fondo monetario ed alla Bundesbank — è oggi di 7,5 miliardi di dollari. Con le riserve auree si arriva a circa 19 miliardi di dollari; per la prima volta dal '75 le riserve superano così il livello dell'indebitamento complessivo a breve e medio termine dell'Italia, sceso di due miliardi di dollari. Il che signirìca anche che scende il carico degli interessi da corrispondere ai nostri creditori. « Questo ci consente di guardare con maggiore tranquillità al futuro, il tasso di cambio della lira — ha detto il ministro — si presenta relativamente stabile ». Una stabilità, però, che in presenza di un aumento dei prezzi all'esportazione deteriora, anche se in pìccola parte, la competitività interna¬ zionale dei nostri prodotti. C'è da chiedersi, allora, fino a quando si riuscirà a guadagnare quote di mercato se non si scioglieranno i nodi di fondo che strozzano l'economia. Ossola è tornato a battere sul tasto del costo del lavoro. Nel '77 è aumentato del 17"/o contro una media dei Paesi europei del 6,5. Nel '78 la crescita in Italia sarà presumibilmente del 13 per cento contro il 6°/o dei nostri partners internazionali. Questo significa che alla lunga, se non ci saranno modifiche nel costo del lavoro, finiremo per perdere anche quello sfogo che finora ha consentito alle imprese di andare avanti. Fra l'altro, come ha ricordato Vittorio Barattieri, economista della Banca d'Italia e consigliere economico di Ossola, si va determinando un nuovo protezionismo da parte dei Paesi sia emergenti che industrializzati. Ed è un protezionismo che in buona misura colpisce settori cruciali per l'economia italiana quali il tessile, le calzature, l'acciaio, la cantieristica e l'elettronica. Da qui l'esigenza che il processo di riconversione industriale pun¬ ti in primo luogo ad una maggiore capacità esportaliva nei settori a tecnologia medio-alta dove si prospettano concrete possibilità di sviluppo. « Se la riconversione — ha sottolineato Barattieri — venisse invece concepita come uno strumento assistenziale per far sopravvivere settori ormai obsoleti, l'Italia sarebbe sicuramente avviata verso un drammatico sottosviluppo». Un altro dato su cui occorre meditare è il divario che si riscontra tra il Nord e il Sud anche nel settore dell'esportazione. Secondo alcuni dati resi noti dal presidente dello Iasm Novacco, su 68.000 imprese esportatrici quelle meridionali sono appena 5400 circa. La quota dell' esportazione del Sud tende sempre più a calare e nel '77 è scesa dal 6 al 5,5"/». Novacco, in tono polemico, ha sottolineato come tutti gli sforzi siano diretti in via principale a sostenere e incrementare le attività del CentroNord, lasciando così il Mezzogiorno sempre più abbandonato a se stesso; occorre invece che si creino le condizioni perché anche il Sud partecipi attraverso consorzi ed altre strutture alla spinta verso nuovi mercati. Il direttore generale della Sace, Gianani (sez. speciale per l'assicurazione del credito all'esportazióne) ha detto che gli strumenti della legge Ossola, pienamente operanti nel giro di poche settimane, potranno a questo fine svolgere un ruolo importante. Lo scopo principale della legge, infatti, è quello di sostenere e i.tcoraggiare le piccole e medie imprese e in questo quadro il Mezzogiorno potrebbe cominciare a trovare una sua maggiore partecipazione al commercio internazionale. Un ruolo importante, infine, dovrà essere svolto dalle aziende di credito meridionali. Il presidente dell'Isveimer Ventriglia ha ricordato che tre delle sei banche promotrici hanno cominciato a dotarsi degli strumenti per poter assistere le imprese anche nel settore del credito all'esportazione. Il convegno, ha concluso, è l'occasione perché tutte le altre aziende di credito presto si adeguino dando il loro essenziale contributo. Natale Gilio

Persone citate: Aumenta, Barattieri, Gianani, Novacco, Ventriglia, Vittorio Barattieri