Quaranta milioni all'anno (non vi pare che bastino?) di Emilio Pucci

Quaranta milioni all'anno (non vi pare che bastino?) Il sen. Anderlini vuol bloccare gli «stipendi d'oro» Quaranta milioni all'anno (non vi pare che bastino?) Roma, 5 marzo. Si arriverà al blocco degli stipendi d'oro? La proposta è di Luigi Anderlini, presidente del gruppo dei senatori della sinistra indipendente, che da tempo sollecita di far cadere la scure su tutte le retribuzioni annue superiori ai 40 milioni, vale a dire quanto all'incirca guadagna il Presidente del Consiglio, sommando indennità parlamentare e stipendio da primo ministro. Quaranta milioni (sia pure lordi) rappresentano un gruzzolo non disprezzabile, ma diventano poca cosa di fronte a quello che riescono a portarsi a casa managers di Stato, alti funzionari di banca e dirigenti d'azienda. Giuseppe Arcami, ad esempio, prima che le vicissitudini giudiziarie lo costringessero a lasciare la carica di direttore generale, percepiva dall'Italcasse uno stipendio annuo di 198 milioni; di recente, il direttore dell'acquedotto napoletano se n'è andato a riposo con una liquidazione di 230 milioni e una «pensioncina» di 3 milioni al mese; la maggior parte dei direttori generali e degli amministratori delegati dei principali istituti di credito vanta retribuzioni intorno o addirittura sopra i 100 milioni. L'elenco potrebbe ancora allungarsi in quanto dagli atti della commissione parlamentare sulla «giungla retributiva» risulta che attualmente si contano in Italia ben diciassette categorie di «big» (qualche migliaio di persone) con stipendi oltre i 40 milioni annui. Ecco quindi facilmente spiegata l'insistenza di Anderlini perché si metta un po' d'ordine al più presto. Ma sarà davvero possibile predisporre il «tetto Andreotti » (così è stata battezzata la proposta)? Lo chiediamo allo stesso Anderlini. «Per lungo tempo — risponde il senatore — questa mia proposta ha fatto da pungolo alle forze politiche e parlamentari, nel senso che i risultati della Commissione della giungla retributiva sono rimasti a dormire. Ora finalmente c'è una certa sensibilizzazione al problema anche perché ci si rende conto che austerità non è solo chiedere rinunce e sacrifici ai lavoratori, non è solo frenare la dinamica salariale per i redditi medio-bassi; vuol dire anche far tornare indietro, magari gradualmente, chi ha superretribuzioni. All'ultimo comitato centrale del pei, Berlinguer, affrontando la questione degli alti stipendi ha esplicitamente detto che occorre eliminare i casi più scandalosi. Il mio augurio è che alle buone enunciazioni di principio seguano fatti concreti». — Con quali criteri si dovrebbe applicare il blocco degli stipendi d'oro? «Essenzialmente in due modi: agendo sul settore pubblico e su quello privato. Per gli alti dirigenti stipendiati direttamente o indirettamente dallo Stato si può mettere a punto un provvedimento che, di fatto, impedisca una retribuzione annua superiore ai 40-50 milioni. La cosa va fatta per un periodo determinato e rinnovabile, corrispondendo quello che sta al di sopra in Buoni del Tesoro non commerciabili». — E per il settore privato? «Su questo versante, gli alti stipendi dovrebbero essere colpiti attraverso un inasprimento fiscale. In pratica, per gli scaglioni di reddito sopra i 40-50 milioni il fisco dovrebbe far pagare quote di aliquote anche sull'ordine del 70-80 t r cento, come avviene del resto in molti paesi europei. Non si tratterebbe perciò dì ritoccare tutta la "curva" delle aliquote, come giustamente teme il ministro delle Finanze, ma soltanto l'ultimo pezzo». — Nel documento programmatico di Andreotti c'è traccia di queste sue proposte? «Per il momento no, ma non è escluso che il presidente incaricato possa rielaborare qualcosa, dopo gli incontri dei prossimi giorni e prima del nuovo vertice». — E se, al contrario, senatore Anderlini, nel documento governativo tutto rimarrà come prima, cosa farà? «Non mi tirerò certo indietro, continuerò la mia battaglia, presentando al Parlamento il mio progetto di legge contro lo scandalo degli stipendi d'oro». Emilio Pucci

Persone citate: Anderlini, Andreotti, Berlinguer, Giuseppe Arcami, Luigi Anderlini

Luoghi citati: Italia, Roma