Tra gli italiani ritornati a vivere e lavorare in Libia di Giulia Massari

Tra gli italiani ritornati a vivere e lavorare in Libia Tra gli italiani ritornati a vivere e lavorare in Libia Tripoli, marzo. Secondo calcoli approssimati- ! vi, sono mezzo milione, più o i meno, gli stranieri che lavorano i in Libia. Si tratta di tunisini, di ! I algerini, di egiziani, di polacchi, I gente di varie razze che svolge : " proprio lavoro dentro la col-1 , to, dove stanno costruendo un 1 grande aeroporto: quattrocento ! bulgari, alloggiati in piccole ca- se prefabbricate, ai piedi d'una lettività locale ma con paghe in feriori, e di bulgari, di turchi, di | indiani, di italiani che hanno ; vinto le gare d'appalto per le grosse costruzioni e si organizzano nei loro campus, col loro cuoco, le loro abitudini, le loro regole. Un campus bulgaro è per esempio a Sebha, nel deser- collina su cui sorge, tutta cemento armato e vetri, la villa del loro capo. Cinquecento indiani Cinquecento indiani sono a ath, per un altro aeroporto e , turchi sono accampati a Tripoli, i per l'allargamento del porto. I i Isolati dalla popolazione anche , ! dalla barriera linguistica, qualcimo con la famiglia, qualcuno coltivando nostalgia e contando ! i giorni che mancano per il ri-1 | torno, quando scadrà il contraiio: intanto, accumulando denaro, le occasioni per spenderlo I : sono pochissime. I tunisini, gli algerini, gli egiziani, e gli altri, lavorano un po : dappertutto, talvolta nei com, merci, anche al posto degli | ebrei (a Tripoli, sono rimasti i sette ebrei con le loro famiglie; i non hanno il permesso di lavorare e il governo passa loro una { piccola cifra mensile), o nelle I case private in quelle posizioni I subalterne che il libico conside| ra disdicevoli per se stesso. Poi j ci sono gli italiani. Più o meno, ! settemila. Una piccolissima par- I te sono quel, di «prima», rien- irati in qualche modo, la mag., gioranza giovani tecnici. Hanno I riformato comunità naz.o-1 nale- Cauta e diffidente poiché \ S1 senle 0 s' sospetta sorvegliata, ] | un "mea cosa però non nascon- j ; de. di essere qui per ragioni eco- j nomiche. Questa comunità, osservando , j ™°JnAslm°':.gl!_!V.r?p.e.'. dovendo a come s. osserva una comunità Iii insetti, cioè distaccandosi dal- !fi f.!o?JrL^farT,,f°^C„m!!u.a i| di una infantile follia. I membri I di essa abitano in genere case j piccole e brutte, che costano pagare cifre molto alte, centoventi, centocinquanta dinari per un appartamento normale, arredate con mobili del più banale artigianato, zeppe dei ricordi della patria lontana, il diploma di papà, il ritratto del nonno, la tovaglia ricamata di mammà, e : la televisione da cui qualche | ! volta si riesce a prendere l'Ita-, I Ha, e vecchi dischi con vecchie : canzonette, pochi libri perché | 1 tutti non si potevano portare, e j poco di orientale: per lo più, la I pentola per preparare il cous- 1 cous. i Tutto il resto è italiano. Ita- lenissimo il basilico, che ti mo- , Strano coltivato in una scatola vuota di pelati, come a Salerno o a Castellammare o come in un , film del realismo italiano. Italia-1 1 ni gli spaghetti, che in qualche ' ! modo si fanno arrivare, giudi- I cando immangiabili quelli libici C'è un uomo che lavora, in ogni , fc * . apparenza l'aria molto soddisfatta. 11 Paese e interest casa, talvolta, ma di rado, anche ! una donna. Un uomo che riceve : dei soldi, più di quanti ne avrebbe in Italia, e che li mette da parte Questi' italiani - in genere, ! di piccola o media borghesia - , I , ! 1 I ante, essi dicono, anche se i spesso non s. sono spinti fuor. ; della grande città che dà loro lavoro, tutt'al più facendo una gita a Sabratha o a Leptis Magna, dove le rovine romane comunicano quella tal sorta di compiacimento; il Paese è molto interessante, il governo fa \ molto per il popolo, il lavoro è, buono, nei negozi si trova di tutto, i mercati sono fornitissimi, e non c'è criminalità né sequestri e la polizia non si vede, né si soffrono costrizioni. Anche quella dell'alcool . '*'1supera. Perché i liquori si fab-1ficano in casa, mettendo a fer- ;mentare datteri, bucce di patata, jquello che capita, e poi aggiun-1gendo alcool; e la forza del vi-jno o della birra si ricreano con I puro, etilico o metilico, talvolta £os) forte ch raccontano, può , far dere ,a vìs(a I una spruzzala di flash, alcool |iCerto sono scarsi i rapporti 1 sodali coi ]jbici e c0, Pae5Cj ma che importai si sta con gu a|tri ] italiani Una sera in casa del].u. j no una sera ìn casa dell'altro, j Le' donne se ie circostanze lo merita, arrivano con i lustrini di tanti anni fa o con i jersey che I sl tendono su) seno, g!i uomini ! c0, Uover di shetland 0 di ca. i shmere che qui costa un po' me- no che in Italia, o con certo ga- bardine che anche costa di meno, però ha colori incredibili. La donna di passaggio si rico- nosce perché s'è comprata un burnus. Loro non lo portano, ed è inutile raccontare che que- st'anno Voglie e molte riviste italiane e straniere, sensibili al petrolio, erano piene di donne che guardano con un occhio solo, come le arabe di Tripoli, o che hanno tre o quattro vesti • una sull'altra. Loro no. Le ilaliane in Libia, per una specie di j difesa razziale, si vestono come da noi in Italia si vestiva tren- . t'anni fa Nelle case poco riscaldate si mangia, naturalmente spaghetti ] commentandone con allegrie ' esagerata il sapore e (odore e le altre qualità, poi si gioca. A po- ; ker, a bridge, al mercante in ne- | ra. Giocano come pazzi, uomini, e donne. Divertendosi come pazzi. Anche 1 italiano che arri va di fuori viene invitato a giocare. Non vuole divertirsi anche lul? E raro clJe 81' chiedano no- »z'e dell Italia, nonostante giornali qui arrivino con rorte ntardo, tutt al più fanno do mande che contengono in se la risposta, del tipo: va male, e ve- \0' in Italia? è pericoloso uscire . la sera- e ver0- ,n ,talia? Giocano fino a tardi Giocano f!n tardi. Eppure ]a maUina $. devono tutti alzare| anche le donne di casa che hanno i loro compiti, per esempio i bambini da portare alla di- indispensabile spendiosa scuola americana, il parrucchiere che costa sui quattro dinari, quindi molto, come in Libia tutto ciò che non è oppure devono star dietro alla «tunisina» o alla «nigeriana» che lavorano per qualche ora, a due, tre dinari l'ora, e alle quali bisogna inse- ; gnare la cucina italiana, perché I altrimenti l'ingegnere, altrimenti l'architetto o il funzionario dei |*Eni o dell'Agip o del ministe r0i quando tornano a casa, pro testano. jn queste serate, c'è quasi sempre qualcuno che canta. Canta Oi Mari e Reginetta, e le donne anziane si commuovono, lo giovani fingono di ridere. Qualche volta c'è del whisky, che si serve dentro bicchierini di rosolio, e allora l'allegria aumenta, allora saltano i freni, e si sente cantare Faccetta nera e Sole che sorgi, e si balla stretti stretti, come tanti anni fa. Succede che qualche vecchio si abbandoni ai ricordi. Quando la principessa di Piemonte veniva nel deserto a curarsi i raffreddori... Quando Balbo aveva una garsonnière sul mare... O alle critiche. Ma poche. Per | esempio, sul modo come seppel- j 'iscono un italiano, senza per- mettere il corteo delle macchi ne, semplicemente portandolo in chiesa. Uno che muore le sue soddisfazioni ha pur il diritto di averle. Giulia Massari

Persone citate: Balbo