Venti gli attentati (4 mortali) compiuti in meno di tre anni
Venti gli attentati (4 mortali) compiuti in meno di tre anni Il bilancio della strategia del terrore Venti gli attentati (4 mortali) compiuti in meno di tre anni Dirigenti industriali, agenti di polizia, uomini politici, avvocati, giornalisti presi di mira - Tutti sono stati rivendicati da gruppi eversivi Continua ad allungarsi la catena di sangue del terrorismo. L'agguato al consigliere regionale de Giovanni Picco è il 20" compiuto a Torino nell'arco di neppure tre anni e rivendicato con la solita telefonata. La tragica catena inizia il 19 luglio 1975: Paolo Fossati, vice capofficina della Fiat Rivalta viene ferito a colpi di pistola da un commande che l'aggredisce davanti ai cancelli della fabbrica. 21 settembre: tre pallottole azzoppano il dott. Luigi Solerà, medico delie « Presse Miraflori ». L'impresa è rivendicata dalle Br che, il 21 ottobre sequestrano per alcuni minuti il dirigente Singer Enrico Boffa. 15 aprile "76: le Br sparano alle gambe del caporeparto Fiat Giuseppe Borello. 18 febbraio del '77: Mario Scofone, capo del personale della Fiat Rivalta e il caporeparto della meccanica Miraflori Bruno Diotti vengono « azzoppati » come diranno le Br nel rivendl- iii immillili mini ; care l'aggressione a poche ore di distanza. Il 12 marzo i terroristi giungono ad uccidere; il brigadiere Giuseppe Ciotta è assassinato da un commando armato che si definisce « Combattenti comunisti ». Il mese dopo tocca all'ex segretario cittadino de Dante Notaristefano; per la prima volta i criminali falliscono l'attentato. 22 aprile '77: 11 capofficina delle « Presse Miraflori » Antonio Murari è ferito da otto colpi alle gambe. Il 29 aprile viene ucciso dalle Br il presidente degli avvocati torinesi, Fulvio Croce. Due attentati in estate: lu giugno, « azzoppano » Franco Visca, funzionario Fiat; 13 luglio, è la volta del consigliere provinciale de Maurizio Puddu. Le Brigate rosse gli sparano alle gambe, ancora oggi Puddu non può reggersi senza stampelle. A settembre c'è una svolta nella delirante strategia eversiva. Oltre ai funzionari Fiat ed agli uomini della de, nel mirino delle pistole del terrorismo ci so¬ immillimi in m i iiimiiiiiin no anche i giornalisti. Il 19 sparano a Nino Ferrerò, redattore dell'Unità, il 12 ottobre tocca a Rinaldo Camaiosi, funzionario Fiat addetto ai rapporti sindacali, e il 26 al consigliere de Antonio Cocozzello. 10 novembre: le Brigate rosse rivendicano dopo pochi minuti l'attentato compiuto a Piero Osella, capo del settore analisi del lavoro delle « Presse Miraflori »: sei giorni più tardi tenderanno l'imboscata al vicedirettore de « La Stampa » Cario Casalegno; gli sparano nell'androne di casa, alla testa. Casalegno morirà il 29 novembre alle Molinette. Feroce, per Torino, l'inizio del '78. A gennaio è azzoppato Gustavo Ghirotto, dirigente Fiat, il 10 marzo un commando delle Br assassina il maresciallo di polizia Rosario Berardi, ex vice capo del nucleo antiterrorismo della questura Servizi a cura di Franco Badolato, Ezio Mascari!)», EmanaliMonta. i min nm
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