"Una manciata di pallottole non ucciderà le nostre idee" di Aldo Viglione

"Una manciata di pallottole non ucciderà le nostre idee" "Una manciata di pallottole non ucciderà le nostre idee" Sono parole di Silvio Lega, segretario provinciale della de, appena saputo dell'agguato - Dichiarazioni di Giordana, del Fon. Porcellana, di Puddu e Cocozzello Con l'attentato all'ex sindaco Picco salgono a 26 i dirigenti de feriti In tutta Italia dalle Br o da organizzazioni eversive. La spirale della violenza diviene ancora più drammatica se si considerano i 200 attentati subiti da sedi democristiane e i 50 assalti a gruppi vioini alla de. Perché tanto accanimento contro iscritti o simpatizzanti del partito di maggioranza relativa? Otto giorni fa, appena giunse a Torino la notizia della strage dei 5 agenti di scorta e del sequestro dell'on. Moro, il Comitato provinciale si riunì In via Carlo Alberto: parole dure contro gli ispiratori di un terrorismo che pare non abbia mai fine, rabbia, momenti di sconforto, superati da una lunga veglia e dall'organizzazione della grande manifestazione di sabato scorso in piazza S. Carlo. «Dopo anni — diceva un dirigente — ritornano in piazza le bandiere bianche con lo scudo crociato. E ritornano in massa. Questa è stata la risposta migliore che avremmo potuto dare ai terroristi». Analogo l'atteggiamento di ieri. Dopo la visita alle Mollnette, Lega ha riunito la direzione ed il comitato provinciali. Segretario — chiediamo — perché, dopo Puddu, Cocozzello, ora è toccato a Picco? Perché ancora un democristiano? «Siamo il bersaglio più tacile — risponde —. In genere rifiutiamo la scorta. Siamo quasi tutti disarmati, non per fatalismo, ma perché crediamo nella forza delle nostre idee. E' ormai chiaro che chi tenta di destabilizzare lo Stato, deve porre in crisi la democrazia cristiana. I terroristi, nella loro "luctda follia", si rendono conto che siamo ancora uno fra i più solidi baluardi in difesa delle Zioerià costituzionali. Ma se credono di affondare un pai rimonto ideale come il nostro, solo con una manciata di proiettili, sbagliano». Conclude: «Ci difenderemo, non però con le armi; bensì con una saldezza di nervi e di principi che mai come ora sta emergendo all'interno del partito». Il segretario regionale, avvocato Giuseppe Giordana aggiunge: «Per la de è certo più facile morire che uccidere. La nostra testimonianza democratica evidentemente non può essere accettata da chi ritiene che progresso e civiltà si possano ottenere solo con la violenza. Ma l'assalto a cui siamo sottoposti non suscita in noi paura, ma un sentimento di maggiore responsabilità per portare avanti il discorso di libertà in cui siamo impegnati da trent'anni: ecco perché ci sparano». L'on. Porcellana, che ha preceduto Picco nell'Incarico di sindaco, rivolge il proprio pensiero alla famiglia del ferito. Dice: «La penso con commozione: in realtà coloro che pagano più di tutti sono la moglie e i figli. Sono cose tremende, di una brutalità non immaginabile». Prosegue: « Ci sparano, perché nonostante tanti errori commessi, nonostante le colpe, siamo la struttura portante di una democrazia senza aggettivi, ma concreta, palpabile. Accettiamo sempre il confronto; tentiamo, pur sa!di nei nostri principi, di evitare lo scontro, vogliamo costruire una società giusta. Questo è l'aspetto che più di ogni altro sconvolge i piani dell'eversione: quindi i terroristi ci assalgono, pensando di colpire nella de l'essenza della democrazia ». Infine la testimonianza di due feriti dalle Br: Puddu e Cocozzello. Il primo consigliere provinciale, il secondo eletto a Palazzo civico. Due famiglie provate duramente dalle pallottole sparate nelle gambe dei loro congiunti. Entrambi si stanno rimettendo lentamente: camminano con le stampelle. Dice Puddu: « Se credono di spaventarci, sbagliano, lo continuo nella mia attività politica. Forse con più tenacia di prima. La strategia dei terroristi è perdente. Lo sappiano questi brigatisti, quale che sia il loro colore: non ci arrenderemo. La storia è dalla nostra parte e la democrazìa /• destinata a vincere ». Analogo l'atteggiamento di Cocozzello. La scorsa settimana è ritornato per la prima volta nella sala rossa di Palazzo civico, dopo 5 mesi di assenza forzata, di dolore fisico. Spiega: « Il morale è alto. Ho avuto grandi prove di solidarietà, di stima, da tutta Italia. Mi hanno aiutato a superare l'inevitabile crisi », Dalla sede de di via Carlo Alberto, altre parole di fiducia, di serenità, nonostante tutto. « Ci colpiranno ancora — dice il consigliere comunale Aceto — ma non molleremo ». Giuseppe Sangiorgio Silvio Lega e il presidente della giunta regionale Aldo Viglione con Maurizio Puddu

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