Nei mali economici del Portogallo sta la minaccia alla democrazia di Fabio Galvano

Nei mali economici del Portogallo sta la minaccia alla democrazia Dopo il brillante superamento della crisi politica Nei mali economici del Portogallo sta la minaccia alla democrazia Washington teme che nella partita economica, più che in quella politica, il Portogallo stia giocando la sua giovane democrazia. E' un'arpprensione nuova, che I' Dipartimento di Stato non oe'a, e che trova conferma nelle quotidiane vicende di un Paese uscito democraticamente — sia pure con logoranti tensioni — dalla sua prima crisi politica, ma che non riesce oggi a raddrizzare le sorti della sua economia. Il timore americano ha, in questo momento, una spiegazione molto «interessata»- dei 750 milioni di dollari promessi da un consorzio bancario internazionale in aiuto dell'economia portoghese, 300 milioni sono americani; e sul governo democratico di Lisbona gli Usa hanno puntato molte carte, non solo politiche ma anche industriali e commerciali. Un'economia in sfacelo, si osserva a Washington, può anche compromettere la trattativa per l'ingresso del Portogallo nella Ces, senza contare il pericolo in termini di un ritorno a regimi dittatoriali i I anali cancellerebbero i quattro anni di speranza e di rinnovamento sociale dischiusi dalla «rivoluzione dei garofani». Il quadro è grave: inflazione superiore al 30 per cento (la più alta in Europa), disoccupazione del 15 per cento, bilance commerciali e dei pagamenti in continua crisi, tenute a galla dai continui prestiti internazionali. Il tenore di vita sta scendendo, l'insoddisfazione per la classe politica (incapace di uscire da questa situazione) potrebbe innescare la pericolosa miccia di un più esplicito scontento, soprattutto se si vorrà dare efficacia — come è necessario — alle misure d'austerità richieste dal Pondo monetario per la concessione di un altro prestito. Gli elementi positivi del Portogallo d'oggi — un governo finalmente maggioritario grazie all'alleanza dei socialisti con i democristiani del cds, la netta ripresa del turismo, l'imprevisto aumento delle rimesse da parte degli ! emigrati — non bastano a cancellare la miseria e, in casi sempre più diffusi, la fame. I militari, che hanno ancora un ruolo di forza nella gestione del Paese, hanno interpretato fino in fondo la lezione democratica presentandosi come garanti della Costituzione: lo stesso presidente, il generale Ramaiho Eanes, non ha ceduto alle pressioni per un intervento autoritario nella soluzione della recente crisi di governo; ma è difficile stabilire fino a quale punto la degradazione del livello di vita potrà essere bilanciata dagli ideali della democrazia, e quando invece il bisogno, che già alimenta crescenti «nostalgie», potrà imporre una svolta traumatica. E' l'incognita che Washington, dopo avere infuso capitali e prestigio politico nell'esperimento democratico di Lisbona, teme maggiormente. Di qui rinnovati aiuti, rinnovati appoggi, nella speranza che il circolo non abbia a spezzarsi. Fabio Galvano

Persone citate: Ramaiho Eanes