L'agricoltura è assetata di crediti

L'agricoltura è assetata di crediti Parla Emanuela Savio, presidente del Federagrario L'agricoltura è assetata di crediti Pur rappresentando il 10 % del reddito, riceve solo il 4 % degli impieghi del settore bancario L'agricoltura partecipa alla formazione del reddito lordo nazionale con una quota di circa il dieci per cento. Ma, sul totale degli impieghi dell'intero sistema bancario italiano, ottiene appena il 4 per cento di finanziamenti creditizi, o anche meno. Nel 1976, ad esempio, sono state perfezionate operazioni per circa I 2600 miliardi (1300 al 30 giù-j gno '77), corrispondenti ad una percentuale del 3,5 degli impieghi bancari complessivi. Sono sufficienti questi dati per comprendere come l'agri-1 coltura italiana sia ben lontana dall'essere collocata tra i settori prioritari, in quanto a finanziamenti creditizi. Tuttavia, senza credito agevolato l'agricoltura — non solo quella italiana, qualsiasi agricoltura — non può far altro che tirare avanti giorno per giorno, cercando di sopravvivere. In Italia da anni si parla di riforma del credito agrario (la legge attuale risale al 1928). Abbiamo chiesto al presidente del Federagrario (Istituto Federale di credito agrario per Piemonte, Liguria, Val d'Aosta), Emanuela Savio, qual è la situazione attuale del credito alle campagne e quali le prospettive. Domanda: A che punto è la riforma del credito agrario? Risposta: «Da tempo la riforma del credito agrario appare nei programmi del governo. Esistono anche progetti di riforma avanzati da partiti, da singoli esperti, da ambienti qualificati. Per quanto riguarda il governo si sa dell'esistenza e si conosce il contenuto di un'ipotesi di proposta di legge che affronta sia gli aspetti strutturali del problema (l'organizzazione degli Istituti di Credito Agrario) sia gli aspetti strumentali (il tipo di operazioni di credito agrario, le garanzie, le tecniche di approvvigionamento di fondi, ecc.)». Perché da tempo non se ne sente più parlare? «In effetti la ritorma del credito agrario è un problema sempre attuale. Mi risulta che se ne sia discusso, o almeno accennato per grandi linee, nell'incontro di Bologna del novembre scorso, durante il dibattito sul piano agricolo-alimentare». Quali resistenze ci sono? «Evidentemente la riforma di un settore creditizio così importante, quale il credito agrario, tocca interessi e posizioni acquisite e da tempo consolidate. Ciò può destare preoccupazioni in molti ambienti — e non soltanto bancari — che temono di veder modificate tali posizioni ac- quisite. E' chiaro, tuttavia, che una seria riforma del ere- dito agrario deve mirare so-prattutto a soddisfare le esi- genze di finanziamento dell'a-gricoltura e quindi deve avere come unico punto di riferimento gli interessi delle categorie agricole». Il suo Istituto è favorevole? «Il Federagrario è senz'al- tro favorevole alla riforma, perché — sia nell'ipotesi di riforma formulata dal ministero dell'Agricoltura, sia nelle altre ipotesi ad oggi note — vede riconosciuta, rafforzata e chiarita la sua collocazione di Istituto a carattere interregionale, esclusivamente specializzato nel concedere crediti agli agricoltori». Quale futuro avranno gli Istituti speciali? «Come si sa, le ipotesi di disegni di legge di riforma prevedono che Istituti speciali, a base regionale o interregionale, abbiano essi soli competenza ad operare nel settore del credito agrario agevolato, al fine di facilitare o meglio garantire uno stretto collegamento tra enti regionali preposti all'elaborazione dei piani agricoli (Enti di sviluppo) e gli incentivi destinati dalle Regioni all'agri-! coltura». Quali critiche muove ai progetti presentati? «Alcuni di questi progetti, ma non è il caso del progetto ministeriale, non tengono sufficientemente conto dell'aspetto finanziario, cioè dei canali di approvvigionamento di fondi per il c~cdito agra I rio. Questi canali vanno a mio avviso ulteriormente raf-i forzati e diversificati rispetto agli attuali, consistenti essen-1 zialmente nella emissione di obbligazioni per il finanziamento del lungo ' termine e nelle anticipazioni a breve concesse dalle aziende di credito ordinario per il finanziamento dell'esercizio. «Mi sembrerebbe inoltre utile la istituzione di un organismo centrale di credito agra- i rio al quale facciano riferi1 mento gli Istituti regionali ! per attingere finanziamenti 1 integrativi (sul tipo per esem- pio del Mediocredito Centrale) ». Quante domande di mutui di miglioramento e prestiti di credito di eserc'zio il suo istituto deve respingere per mancanza di contributi? «II Federagrario ha attualmente domande di credito agrario di miglioramento presentate dagli agricoltori in attesa del finanziamento per oltre 50 miliardi di lire, per la quasi totalità relative a richieste di mutui agevolati. Per l'esercizio vi sono oltre 80 miliardi di richieste, la quasi totalità delle quali sempre a tasso agevolato. La possibilità e i tempi del loro finanziamento dipendono esclusivamente, trattandosi di credito agevolato, dalla disponibilità di contributi pubblici». Livio Burato I j 1 Emanuela Savio

Persone citate: Emanuela Savio, Livio Burato I

Luoghi citati: Bologna, Italia, Liguria, Piemonte, Val D'aosta