Storie amare a Milano
Storie amare a Milano Storie amare a Milano Galloni, attaccante grezzo ma generoso, è stato "distrutto" dal Milan - Cenili, cacciato in malo modo, adesso è di nuovo desiderato dall'Inter - Gli alti e bassi di molti giocatori Milano, 21 marzo. Da Platini a Gerii li : se non arriva lo straniero, si sono detti all'Inter, ebbene ci accontenteremo del giovane veneto che sembrava destinato a ripetere le gesta del grande Corso, ma che ha dovuto accontentarsi di una piccola fetta di gloria nel Vicentino. Sull'altra sponda, quella rossonera, si è completata la distruzione di Galloni, Iniziata con molto Impegno ad inizio di stagione, complice più o meno volontario II buon Lledholm. Ora II centravanti dopo I due errori consecutivi del derby e di Bologna, paragonabili ad autentici harakiri, è maturo per essere venduto se non proprio liquidato Come diclamo a fianco, Cationi servirà probabilmente come merce di scambio per avere Conti oppure Rossi. Qualcuno ha il coraggio di affermare che Vitali l'aveva presentato a Milano come un altro Pelé: storie, si sapevano I limiti tecnici di un attaccante che era ed è rimasto grezzo ma che lavorando poteva migliorare. Lo diceva e lo ripete anche Vitali. Con Giagnoni e Trapattoni, Galloni realizzò la bellezza di 24 gol In 51 partite: ben assecondato alle spalle da Benetti e Chiarugi, Egidio poteva andare in gol con un passo che non è marziale ma sa essere efficace al punto giusto. Due storie milanesi, fra le tante degli ultimi fallimentari anni, due personaggi completamente diversi ma che possono dire tante cose. Cerilli era stato cacciato via quando l'Inter non era più una società e Fralzzoll navigava da solo nella tempesta. Ora che si è protetto le spalle con Mazzola e con Beltrami, le prospettive sembrano diverse ma ci sarà ancora molta strada da percorrere prima di cancellare un passato poco glorioso. Il Milan sembrava in rilancio, ma nel giro di poche settimane si è autorldimensionato come società e come squadra. Erano in pochi a credere nello scudetto, Lledholm — abituato a tenere I piedi per terra — sorrideva addirittura quando gli parlavano di portare lo scompiglio nell'area delle .torine¬ si». Devono avergli descritto male Callonl tanto è vero che lo svedese non ha mal avuto fiducia in lui, accettandolo come un semplice comprimario. Tosetto era un'altra cosa: doveva risultare l'attaccante adatto al gioco di rimessa del Milan, proprio lui che quando Rlvera pennella a sinistra, si tuffa a destra con foga. Povero Calloni: già Rocco l'aveva preso in antipatia al primo contatto; capelli lunghi, sigaretta in bocca, ma quello era un professionista? Meglio le belle maniere di Rivera, magari un Inchino. Calloni, anche fuori dal campo, è Irruente e schietto come quando insegue un pallone. La moglie? Ma cosa c'entra? Egidio le voleva bene e l'ha sposata. E' successo a mille altri giocatori. Meglio cambiare aria: sia per Calloni che per il Milan. La vicenda dei disguidi e del malintesi nel Milan non si esaurisce certamente con Callonl: e Antonelll? Anche lui non piaceva a Rocco, assomigliava nel gioco a Rivera, Gianni poteva bastare. E II ragazzino faceva il pendolare fra Monza e Milan: un anno qua, uno là trovando applausi soltanto In serie B. Domenica è mancato a Bologna e qualcuno ha subito scritto: i rossoneri hanno giocato male perché mancava Antonelli... E' Indubbio che certi errori dì Calloni siano inspiegabili: un professionista non può sbagliare reti fatte come quella di Bologna, ma non dobbiamo dimenticare I contorni, le sfumature di un ambiente che negli ultimi anni ha acceso entusiasmi attorno a tanti ragazzi spegnendoli poi con autentiche docce fredde. Oggi all'Inter, ad esemplo, risuonano gli evviva per I nuovi gemelli Altobelli e Muraro; domani, si udranno quelli del Mi¬ lan per Antonelli e, chissà, Caudino, poi fra qualche mese si vedrà. Un tempo dicevano che Callonl aveva certe caratteristiche di Nordahl: stessa irruenza, stessa potenza. E I suol gol di testa non ricordavano quelli di Charles? Storie, storielle di tanti pomeriggi meneghini. Qui II carnevale calcistico è sempre di moda. Giorgio Gandolfi
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