Stanchezza e idee chiare

Stanchezza e idee chiare JUVENTUS E TORINO (COME IL VICENZA) NON HANNO RINNEGATO IL GIOCO D'ATTACCO Stanchezza e idee chiare Juve, Torino e Lanerossi vincono e vanno avanti. Lo stile e la misura del tre successi è diversa, ma la classifica sottolinea i valori di una stagione che va verso la fine senza escludere ancora sorprese, per altro difficili. Oggi, calcoli delle probabilità e logiche speranze di chi insegue, certezze e apprensioni di chi sta davanti, possono passare in secondo piano — se ne riparlerà con l'avvicinarsi di Genoa-Juve e Torino-Perugia — per lasciare spazio a considerazioni sul meriti di gioco delle tre formazioni che la graduatoria sta mettendo In fila, davanti a tutte, con sempre maggiore evidenza. Trapattonl, onestamente, non nega la stanchezza (Ajax) dimostrata dalla sua squadra contro il Verona. L'ammettere serenamente una situazione di disagio vuol dire averla già superata per metà, almeno. Il resto lo farà la settimana, durante la quale il trainer saprà dosare la preparazione nel modo giusto. Dunque la Juventus non è troppo furba, né di stile ■ europeo ■ (cosa vorrà mai dire, forse che In Europa adesso si sta sviluppando una netta involuzione verso il gioco di puro contenimento?), è molto semplicemente una squadra che accusando un momento di flessione di gioco e di forze, nonché le assenze di atleti-chiave quali lardelli e Furino, sa amministrare quello che ha aspettando il domani. Con un lardelli riposato a centrocampo, a Marassi sarà già altra cosa. Una squadra matura, semmai, non certo rinunciataria per scelta tecnica. Confondere le carte in tavola, strumentalizzare una situazione momentanea ner farne un nuovo • dettame » di gioco è stravolgere la realtà. Juventus, Torino e Vi¬ cenza sono avanti in classifica perché hanno una vocazione comune, il gioco d'attacco. La controprova per la capolista è offerta proprio dalie gare contro l'Ajax ed il Verona: la Juve è stata costretta dalle contingenze a cercare di amministrare i vantaggi minimi acquisiti. In situazioni di • salute » normale avrebbe cercato il colpo del k. o. senza dover arrivare a chiedere miracoli a Zoff. Quindi si può parlare di bianconeri che si ricercano, non di una evoluzione che farebbe loro compiere un salto indietro di dieci anni. La conferma arriva dal comportamento degli uomini più freschi. Cabrinl, Scirea, lo stesso Gentile e Cuccureddu non tradiscono lo stile dello scorso anno: I loro Inserimenti sono sempre perentori e decisi. Se appaiono più isolati il motivo e quello già detto, sta nella minor brillantezza del complesso, nel peso della fatica che non è più diviso equamente fra tutti. Così il Torino si è ritrovato da quando Patrizio Sala (Claudio, anche se ha avuto momenti di scoramento — più che di stanchezza — ha sempre offerto notevole spinta) ha ripreso a girare come nell'anno dello scudetto, affondando sulla fascia destra e facendosi trovare frequentemente alle spalle delle punte (i gol di Genoa e Napoli). Juventus, Torino e Vicenza possono avere, aver avuto, del momenti di flessione ma II loro segreto principale sta nella completa utilizzazione del campo per l'attacco. Il gol arriva da azioni ■ larghe > e non importa chi è andato a suggerire dall'estrema. Cosi, è accaduto in decine di occasioni. Causio e Claudio Sala quanti gol hanno propiziato nelle ultime stagioni? E quanti gli inserimenti di Gentile, di Scirea, di Salvadori e di Patrizio? Ogni volta che uno scadimento di forma costringe le squadre torinesi ad un apparentemente meno faticoso gioco centrale, arrivano i guai, non arrivano più I gol. Il Milan di Bologna, visto in televisione, ha questo difetto: quando non corre Buriani, quando non può Inserirsi Maldera, le manovre passano necessariamente attraverso Rlvera i cui lanci dritti sono spesso pennellate deliziose, ma sono difficili da tramutare in tiro per le punte (non solo per la pochezza delle stesse, ma per le contromisure difensive degli avversari). La sola volta che Bigon, pur partendo sul centro è andato allargandosi per centrare da fondo campo, si è creata la pallagol. Callonl ha fatto il resto, ma è un altro discorso. Dalla dura lezione di Wembley (dove furono i giocatori speculando all'italiana, e l'infortunio a Graziani. a ■ tradire » le direttive di Bearzot anche se tutto venne poi squallidamente limitato alle critiche alla marcatura di Keegan) a quella più recente di Juve-Ajax, tutto coincide nel dimostrare un rischio enorme. Si sostiene che i nostri calciatori adesso questo gioco non possono più Interpretarlo, che conviene puntare di nuovo sulla prudenza e sperare nel colpaccio. Il ricordo di una certa Juve, Il Torino che sta risalendo, l'attualità del Vicenza ci convincono del contrario. La speranza è che il finale di campionato ribadisca In pieno tesi che hanno fruttato due scudetti (Torino e Juventus) ed una qualificazione al « mondiali ». Certe nostalgie possono rovinare anni di lavoro. Bruno Perucca