Le favole surreali di Petros di Augusto Minucci

Le favole surreali di Petros NELLE GALLERIE TORINESI Le favole surreali di Petros Preziose mappe dell'Inconscio ci appaiono i dipinti che il greco Petros (Papavassiliou) che espone alla « Bussola » (via Po, 9) dove già si presentò nel 1975. Nato ad Atene cinquantanni fa (ma risiede da molti anni in Italia dove giunse nel 1958 per avere vinto un concorso del governo greco) Petros draga nell'io profondo alla meccanica ricerca di immagini interiori che ammucchia sulla tela a riflettere, le segrete angosce, le inquietudini, e i delirii di quella realtà esistenziale di cui siamo inconsapevolmente vittime e colpevoli. Certo non è facile trovare il filo di Arianna che lega questi segnali rastrellati nel labirinti della memoria: occhi, tentacoli, mani, ventose, teste che si compenetrano, si amalgamano, proliferano a delineare enigmatiche favole che non offrono la trama del racconto, ma che riescono però a visualizzare, con grande efficacia, le segrete Inquietudini che germinano negli strati profondi dell'animo. Una pittura che si ricollega evidentemente all'automatismo psichico dei primi surrealisti, ai Max Ernst, ai Matta, che Petros ha saputo però personalizzare e sospendere in una incantevole atmosfera di poesia. E se è vero che la sua pittura si dirama tra disegno e scrittura (in certe opere aggiunge testi poetici in greco, quasi a proseguire e a spiegare il suo misterioso racconto) è altrettanto vero che, specie in alcuni dipinti, come • La scatola di Erato •, « L'età del neutro », «Incontro sospeso», Il colore non diviene soltanto elemento primario del messaggio, ma acquista il prezioso incanto di antiche misteriose pergamene. Un senso di sottile angoscia aleggia nei piccoli dipinti che il francese Louis Ouilicl (è nato ad AIbertviIle nel 1920 e risiede a Parigi), espone alla • Documenta » (via Santa Maria, 2). Sono indecifrabili figure di donne e di bambine vestite con abiti di secoli passati che, come ectoplasmi, sembrano materializzarsi In cupi desolati paesaggi senza memoria. Figure irreali davanti alle quali ti sorprende un vago senso di inquietudine. E la stessa inquietudine appare anche nelle desolate vedute di città e paesi (quasi vecchie cartoline di un passato che non ci appartiene) nel sorriso digrignante di una vecchia, o nel nudo flaccido di una donna che reca in sé i segni del disfacimento. Un poeta pessimista, ma di grande sensibilità che sa raccontare con estrema sobrietà e grande efficacia (avvalendosi a volte anche di frammenti fotografici) l'angoscia che da sempre attanaglia il cuore dell'uomo: Il mistero della sua esistenza. ★ ★ Ad Aldo Castano, piemontese fra i più puri, si deve una bella serie di xilografie, dedicate alle poesie di Nino Costa, che ha esposto, assieme a una trentina di dipinti, alla • Cittadella » In via Bertola, 31. •Poesie e incisioni, dice Renzo Guasco, sono In dialetto piemontese, cioè rustiche e popolari, e al tempo stesso ricche dì quelle delicatezze e sfumature della sensibilità che sono retaggio della cultura e di una lunga tradizione di civiltà ». '.e stesse parole ci sembrano calzanti anche per certi dipinti dove appaiono figure di uomini e donne bruciate dal sole e dove si avverte un sincero amore per il mondo contadino. Ma il discorso pittorico ci sembra assai più convincente in alcune opere dove protagonista assoluto è il paesaggio delle Langhe, con i suoi campi, le sue colline i suoi filari di vite. Vedute intrise da una romantica luce dorata e pervase da uno stupito silenzio che si carica di religiosità come In quella radura dove spicca un solo albero che sembra evocare la solitudine dell'uomo. Augusto Minucci

Persone citate: Aldo Castano, Louis Ouilicl, Max Ernst, Nino Costa, Petros, Renzo Guasco

Luoghi citati: Atene, Italia, Parigi