Tragedia di un cantastorie dentro l'America "amara"

Tragedia di un cantastorie dentro l'America "amara" LE PRIME VISIONI SUGLI SCHERMI CITTADINI Tragedia di un cantastorie dentro l'America "amara" La ballata di Stroszek di Werner Herzog, con Bruno S., Eva Matters, Clemens, Scheizt. Germania occidentale, colori. Drammatico. Cinema Centrale d'essai. America amara, Paese del benessere scelto per contrasto come unita, di misura del dolore individuale, dell'emarginazione. Dopo le lodi di Berlino "77 e di Taormina, il film del tedesco occidentale Werner Herzog (Aguirre furore di Dio, L'enigma di Kaspar Hauser) ha superato fortunosamente i confini dei festlvals per approdare nei normali circuiti cinematografici. Un'opera di maturità culturale che testimonia la vitalità del nuovo cinema tedesco e ci offre l'opportunità di conoscere Bruno S. (Kaspar Hauser non è mai arrivato sui nostri schermi), un singolare personaggio, attore naif, che interpreta la sua vita e vive naturalmente i ruoli e le situazioni che rappresenta davanti alla macchina da presa. Del film riferiamo, in sintesi, il giudizio che già riportammo dalle rassegne internazionali dove vide il suo debutto. «America, American invocava l'emigrante armeno di Kazan. Ma il grido di speranza e di libertà si spegneva a contatto con una realtà brutale, fatta di miseria e violenza. Nel Paese del consumismo e della ricchezza, la povertà è un ghetto terribile, con rare possibilità di evasione. Il «mito americano» è sempre vivo, anche dopo il Vietnam, dopo Watergate, dopo le rivelazioni sulla Cia. A quindici anni dal film di Kazan, Herzog affronta lo stesso tema, con uguale impegno morale e civile. E' la storia di Bruno, vagabondo, barbone e cantastorie, di Eva, una giovane prostituta perseguitata dai suoi sfruttatori, e di un vecchio accordatore di pianoforti, i quali, insieme, varcano oggi l'Oceano per cercare fortuna in America. Il primo impatto sembra ricco di promesse: finché durano i pochi quattrini della ragazza sopravvivono le speranze e le illusioni. Qualche lavoretto, una confortevole casa prefabbricata, con poltrone e tv a colori, da pagare a rate. Il sogno ha breve durata. Il destino dei diseredati non migliora cambiando cieli e panorami. Eva trova più proficuo tornare alla vecchia professione e abbandona i compagni. Bruno, solo, non riesce a pagare le cambiali della casa e viene sfrattato. Tenta maldestramente la rapina, con l'aiuto del vecchio amico: ma l'esito è grottesco. La banca è chiusa; riprovano con un barbiere, poi vanno subito ai grandi magazzini per comprare cibo. Arriva la polizia. Bruno fugge, l'altro viene catturato. La ballata di Stroszek si chiude in una folcloristica riserva indiana stile Disneyland, sotto un cielo livido e freddo. Il camion scassato di Bruno S., con lo sterzo bloccato, gira senza fine sulla piazzetta; la seggiovia, sulla quale il fuggiasco si uccide, ripete il suo moto circolare senza fermarsi mai; in un baraccone di giochi allucinanti una gallina ammaestrata rij>ete airinfinito una assurda danza. Il tema della circolarità imprigionante e della ripetitività fatale fornisce la chiave di lettura più profonda della vicenda. Morale, filosofico esistenziale, ancora più che sociale e politico, il film è un apologo amaro, cupo, disperato, ricco di forza espressiva e di efficacia drammatica. Un appuntamento raro con il buon cinema, in questo periodo di crisi che offre allo spettatore tante vecchie riprese e pochi titoli nuovi di qualità. L'occasione non va perduta, anche se il doppiaggio (come spesso accade in opere di cosi ricercato equilibrio espressivo tra immagine, gesto e parola) ha in parte tradito e impoverito la tragica avventura di Bruno S. nel feroce «Paese delle meraviglie», s. cas, * * Per amore di Mino Giarda, con Janet Agren, Capuane, Michael Craig. Drammatico a colori, Italia '77 (Arlecchino). Giuseppe Berto, autore del premiato romanzo II male oscuro, dopo Anonimo veneziano è nuovamente il richiesto collaboratore alla sceneggiatura d'un film dove c'è qualcuno minato da una malattia misteriosa destinata a lasciare pochi mesi di vita a chi ne sia colpito. Se nel citato, notissimo film di E. M. Salerno vittima della crudele infermità era un direttore d'orchestra, nella pellicola odierna l'ammalata è una donna, Marina, tenera sposa di Alberto, pianista d'alta scuola, interprete magistrale di Cnopin. Egli ama la moglie, non però al punto da preferirla alla tastiera e ai concerti ai quali lega la propria fama. Egoista, impegnato di fronte alle platee mondiali a realizzare un perfezionismo che raggiunge appartandosi e chiudendosi in sé, Alberto non approfondisce la ragione che impedisce a Marina di dividere con lui, come una volta, le gioie e gli affanni delle tournées. Anzi si mette in testa che lei, attratta da un altro uomo, lo inganni. Il malinteso determina in Alberto un sentimento di rivalsa che lo fa innamorare d'una bionda paracadutista ventenne, pronta a seguirlo dovunque. E' a Venezia che Marina, fisicamente disfatta e straziata nel profondo, incontra la giovane rivale per chiederle, in un patetico colloquio, di lasciarle il marito per il breve periodo di vita che il male ancor le concede. La fiorente antagonista comprende. La narrazione, come tema e sviluppo ha le pecu liarità del fumetto, sia pure non volgare, nonché impaginato con scaltra distinzione. I tre motivi dell'egoismo maschile (nel marito), della rinuncia femminile (da parte dell'amante) del « male oscuro » (nella moglie) non si fondono in un racconto serrato e unitario perché orchestrati con tecnica immatura da un regista all'esordio, l'avvocato veneziano Mino Giarda, che proprio nella parte ambientata nella sua città ha avuto un occhio di riguardo per il film di Salerno già citato, e del quale ha ripetuto l'atmosfera lagunare mesta e languida, carica di presagi mortuari. La presenza di Berto nel copione s'avverte attraverso certi tocchi letterari, che peraltro non si amalgamano con il sentimentalismo un po' corrivo di certe situazioni e nemmeno vanno d'accordo con gli intermezzi turistici franco-italo-americani. Efficaci le due interpreti femminili. a. v.

Luoghi citati: America, Berlino, Germania, Italia, Salerno, Taormina, Venezia, Vietnam