I segretari dei tre sindacati confermano la collaborazione alle forze dell'ordine di Giancarlo Fossi

I segretari dei tre sindacati confermano la collaborazione alle forze dell'ordine Un piano di Cgil-Cisl-Uil per poter battere l'eversione I segretari dei tre sindacati confermano la collaborazione alle forze dell'ordine Lama, Macario e Benvenuto si sono incontrati con il comandante generale dei carabinieri Corsini - Lotta ai terroristi — hanno detto — anche senza leggi eccezionali Roma, 20 marzo. 11 «piano antiterrorismo» dei sindacati, che sarà presentato nei prossimi giorni ad presidente del Consiglio, Andreotti, e al ministro dell'Interno, Cossiga, è stato definito oggi in una riunione fra la segreteria della Federazione Cgil-Cisl-Uil, i dirigenti di tutte le categorie, i rappresentanti del Coordinamento dei lavoratori delia polizia. Mentre la riunione era in corso, Lama, Macario e Benvenuto si sono incontrati con il comandante generale dei carabinieri, Corsini, assistito dal vicecomandante, generale Ferrara, e dal capo di stato maggiore dell'Arma, generale Dessena, per manifestare piena solidarietà alle Forze dell'ordine e approfondire i modi più opportuni per una diretta partecipazione del movimento alla lotta contro il terrorismo. I tre-segretari generali hanno confermato la loro opinione contraria all'adozione di leggi eccezionali, perché l'attuale ordinamento consente, se utilizzato completamente, di combattere efficace¬ mente la criminalità politica. La mobilitazione di massa contro il terrorismo — ha sottolineato il segretario confederale della Cisl, Marcone, nella sua relazione all'incontro sindacale — non può certo esaurirsi con le grandi manifestazioni svoltesi a Roma, Milano, Torino, Bari, Napoli ecc., subito dopo il tragico agguato all'onorevole Moro e alla sua scorta. E' necessario convocare subito gli «attivi» provinciali, di zona, di quartiere e di fabbrica per una più capillare sensibilizzazione, realizzando contemporaneamente collegamenti con la scuola, la cultura, i giovani, le forze politiche. «Ciascun lavoratore — ha detto Marcone — deve sentirsi impegnato perché gli assassini e i loro mandanti siano isolati insieme a eventuali connivenze e simpatie. Non si può più restare assenti o apatici di fronte al susseguirsi di avvenimenti di tanta gravità! Nessuno può più restare alla finestra!». Il «Piano antiterrorismo» prevede una serie di misure per dare maggiore efficienza alle Forze dell'ordine, con possibilità di difesa e di attacco notevolmente superiori a quelle attuali. In particolare: la ricostituzione dei nuclei regionali e interregionali contro il terrorismo, il coordinamento dei gruppi antiterrorismo e dei servizi di informazione («La ricostituzione dei servizi segreti — ha osservato il relatore — si muove con grave ritardo e presenta non lievi problemi di scoordinamento» ), provvedimenti amministrativi a favore del personale, potenziamento di tutti i servizi di pubblica sicurezza, utilizzo delle forze di polizia nelle regioni di origine. Vi è troppo personale operativo, secondo Marcone, destinato ai servizi burocratici, con un vuoto complessivo di organico pari a 13 mila unità. Di qui, due esigenze immediate: recuperare tutto il personale operativo impegnato nei servizi burocratici e sostituirlo con personale civile; e istituire corsi rapidi nelle scuole di polizia per una più efficace preparazione teonico-profes- sionale. Speciali azioni promozionali dovrebbero facilitare il reclutamento. Per il sindacato di polizia, la Federazione unitaria non recede dalla richiesta di riconoscere libertà di associazione ai poliziotti. Benvenuto e Trentin, in altre due relazioni, hanno rispettivamente trattato il tema di una più incisiva partecipazione del sindacato e il problema di una eventuale costituzione della Federazione unitaria come parte civile nel processo di Torino alle Brigate rosse. La Federazione — ha rilevato Trentin — prenderà certamente tale iniziativa in processi contro le Brigate rosse o contro i terroristi, «ma in questo momento il sindacato non può costituirsi parte civile al processo di Torino, per due ragioni essenziali: proprio oggi sono scaduti i termini per la presentazione della domanda, e la costituzione di parte civile avrebbe, allo stato dei fatti, ritardato ancora l'iter della giustizia». Lama, Macario, Benvenuto, Marianetti, Didò e altri esponenti sindacali hanno insistito sull'esigenza di una collaborazione piena con le Forze dell'ordine, a tutti i livelli e in qualsiasi località. «Di fronte al terrorismo di piccoli gruppi, che mirano a scardinare le istituzioni democratiche — precisa il segretario generale della Cgil — è necessario collaborare seriamente con le forze chiamate a difendere la legalità e la vita dei cittadini per colpire gli esecutori di questi nefandi delitti ed espellere dal seno delle masse chi li giustifica e li considera persone che sbagliano». Marianetti: «7 diritti di libertà vanno allargati, non ristretti, aprendo un dialogo con tutti per isolare coloro che pensano che con la violenza si possono risolvere i problemi». E Didò: «Dobbiamo lottare contro il terrorismo, ma non possiamo non riprendere la nostra azione, non possiamo stare fermi: dopo il congresso socialista, ci occuperemo delle vertenze dei grandi gruppi e delle altre questioni discusse dall'assemblea dei quadri e dei delegati». All'appello del vertice confederale le categorie rispondono prontamente: i metalmeccanici, i chimici, i ferrovieri, i postelegrafonici, i telefonici, il personale della scuola, i parastatali assicurano la loro adesione a qualsiasi azione tendente a combattere il terrorismo, dentro e fuori i luoghi di lavoro. Altre categorie meno numerose, ma non meno importanti a questi fini, hanno preso iniziative concrete: ad esempio, i portieri dei numerosi stabili di proprietà deìl'Enasarco (Ente di assistenza dei rappresentanti di commercio), annuncia il presidente dell'Istituto, Tacconi, stanno predisponendo un piano per una più stretta sorveglianza degli edifici e un collegamento rapido con la polizia. Giancarlo Fossi

Luoghi citati: Bari, Milano, Napoli, Roma, Torino