Impedita la lettura del volantino n. 11 dei brigatisti Curcio grida: "Con Moro sarà processato lo Stato" di Clemente Granata
Impedita la lettura del volantino n. 11 dei brigatisti Curcio grida: "Con Moro sarà processato lo Stato" È ripreso ieri a Torino il dibattito in corte d'assise contro i fondatori delle Br Impedita la lettura del volantino n. 11 dei brigatisti Curcio grida: "Con Moro sarà processato lo Stato" Si torna al processo contro i «capi storici» delle Brigate rosse e i loro gregari sotto il peso del sangue e del sequenstro di Roma. Sono stati giorni d'ansia, d'angoscia, di dolore quelli che hanno preceduto la ripresa delle udienze nell'ex caserma Lamarmora dopo la concessione dei «termini di difesa». E quante incognite rimangono ancora. Non si sono registrati sbandamenti, defezioni. I giudici popolari, effettivi e supplenti, sono rimasti al loro posto dando ancora una volta prova di grande impegno civile. Ma l'appuntamento di ieri in corte d'assise (il quinto dell'intero procedimento) è stato drammatico, teso, a tratti sfibrante. I brigatisti dopo aver chiesto inutilmente di leggere il comunicato n. 11, che esaltava il rapimento di Moro, hanno tentato di nuovo di utilizzare la sede del dibattimento come palestra per le loro farneticanti accuse all'ordinamento democratico, hanno insultato la corte e il pubblico ministero, il quale ha chiesto l'invio del verbale alla procura per l'inizio d'un'azione penale contro i fatti illeciti che possono andare dall'oltraggio all'apologia di reato. E in precedenza era stato necessario affrontare quella che il presidente Barbaro ha chiamato una «stranissima questione di natura preliminare». Stranissima e importantissima. C'era di mezzo, infatti, il problema del libero e pieno esercizio del diritto d'informazione e con esso l'esigenza di allontanare il seppur minimo sospetto che il processo in corso avesse un qualche carattere di specialità e che ci fossero tentativi d'interferire nell'opera della magistratura. «Questo è un procedimento come gli altri con intatte le garanzie del contraddittorio, dell'oralità e della pubblicità», aveva detto più volte il presidente Barbaro e ieri lo ha ribadito a chiare lettere con un'ordinanza; dopoché, sebbene in modo sfumato, si era profilata l'eventualità d'un conflitto tra l'autorità giudiziaria e il ministero dell'Interno. Il «conflitto» sarebbe stato il frutto più di una «mancanza di coordinamento» che d'un'effettiva volontà degli interessati. Mn il pericolo c'era (con conseguenze negative sul processo) ed è stato evitato per la buona disponibilità dell'una e dell'altra parte. Occupiamoci subito di quest'aspetto, che ha costituito il momento centrale della prima parte d'un'udienza iniziatasi alle 9.30 e conclusasi cinque ore dopo. La polizia, dunque, blocca all'ingresso i fotografi, gli operatori della radio e della televisione e impedisce ai giornalisti di entrare in aula con apparecchi registratori. Perché? Non ci sono risposte soddisfacenti. Protesta degl'interessati, che inviano una lettera al presi¬ dente lamentando «te discriminazione» attuata nei loro confronti. Avvocati Guidetti Serra e Rovasio, all'inizio dell'udienza: «A noi hanno trattenuto il registratore ». Barbaro: « Ascoltiamo il responsabile del servizio d'ordine » E' il vicequestore Bellofiore. Spie ga: « Con una circolare i' questore ci ha invitato a inibire l'ingresso nell'immobile alle persone munite di registratore, macchine fotografiche e altre apparecchiature». P. m. Moschella: « Si vuol far compiere un salto indietro di anni. I giornalisti han no diritto alla riproduzione dell'immagine. Siamo in grado di celebrare il processo con fermezza, ma senza allarmismi. Che il processo sia pubblico è prova di forza La discrezionalità dell'omini nistrazipne non può condur re alla violazione di diritti » Gli stessi concetti esprimono gli avvocati Masselli e Papa a nome di tutti i legali. Barbaro riflette un attimo; poi ricorda le disposizioni che diede nel febbraio scor so in vista del dibattimento: fotografi e operatori sono ammessi all'udienza per cln que minuti. Nessun fatto nuovo, dice, è intervenuto per modificare quegli ordini, clip garantiscono « il pieno e completo rispetto della pub Clemente Granata (Continua a pagina 2 in sesta colonna)
Persone citate: Bellofiore, Curcio, Guidetti Serra, Lamarmora, Moro, Moschella, Rovasio
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