Persa la «Sanremo», trovato un campione di Maurizio Caravella

Persa la «Sanremo», trovato un campione Solo allo sprint il furbo De Vlaeminck batte Saronni, il dominatore della corsa Persa la «Sanremo», trovato un campione II ventenne vincitore della Tirreno-Adriatico è stato il grande protagonista della "classicissima" - Da lui, nella scia di Antonini, è partita l'offensiva decisiva a 17 chilometri dal traguardo a cui ha risposto il belga - Roger, con l'alibi della tosse, ha lasciato tutto il peso della fuga sulle spalle di Saronni - Moser ha sbagliato i calcoli, limitandosi a marcare lo spento Maertens (Dal nostro inviato speciale) Sanremo, 18 marzo. Non sempre vince II più forte, spesso vince II più furbo. Il grande protagonista dì questa Milano-Sanremo si chiama Giuseppe Saronni, ha soltanto vent'annl e — adesso possiamo dirlo con sicurezza — // futuro del nostro ciclismo porta soprattutto II suo nome; ma II nome del vincitore di oggi è un altro, quel vecchio marpione di De Vlaeminck ha messo nel sacco tutti. Ha tremato fino all'ultimo, perché di questo Saronni non si può non aver paura. Gli è rimasto nella scia, poi lo ha battuto allo sprint. E ora dire che il vincitore morale della 'Sanremo' è Saronni non serve a niente. Sanson è contento perchè sa di aver speso bene I suol soldi ma quello sprint è stato una doccia fredda per tutti I tifosi Italiani. Abbiamo perso la 'Sanremo', ma il ciclismo italiano ha trovato un grosso campione: possiamo cercare di consolarci con questo, e In fondo non è poco. Se avesse anche vinto, dopo tutte le energie che ha speso nella fase finale, oggi si parlerebbe di un trionfo alla Eddy Merckx. E' arrivato secondo, Saronni, e per lui, grande protagonista di questa 'classicissima', è la più Indigesta delle sconfitte. Ha sbagliato, certo, e lo ha anche ammesso: troppa Ioga, troppe energie gettate al vento, con De Vlaeminck sempre accucclato alla sua ruota. E la 'Sanremo-, si sa, è una corsa che non perdona. Ma è persin troppo facile lare questi ragionamenti a posteriori, dopo una sconfitta. E poi, a vent'annl, sbagliare è permesso. Saronni è stato battuto da un campione, anche se oggi è stato molto meno campione di luì, fino a quegli ultimi terribili duecento metri. De Vlaeminck, cavallo matto ma sicuramente cavallo di razza, ha capito che per battere Saronni così scatenato c'era un solo mezzo: quello dì fare In modo che arrivasse allo sprint più stanco di lui. Aveva persino l'alibi, per non tirare: dietro, staccato di una manciata di secondi, c'era il gruppo, con Moser. Se Roger avesse collaborato alla fuga, molti avrebbero detto che tra lui e Francesco c'è guerra aperta; avrebbero detto che la loro amicizia, appena cominciata, è già finita. No, De Vlaeminck non voleva che lo accusassero di •tradimento: Ma, soprattutto, voleva vincere la 'Sanremo: Il 'tradimento' non c'è stato, Insomma, ma è giusto dire che Roger non aveva alcun interesse a tradire. SI è costruito un alibi di ferro e proprio Saronni gliene ha dato l'opportunità. Aveva persino allontanato da sè II pronostico, prima della • cronometro • conclusiva. Un grande commediante? Un po' di tracheite, nulla di Importante: un malanno sufficiente, però, a farsi togliere — saggiamente — dal numero dei grandi favoriti. Aveva corso la Tlrreno-Adrlatlco al coperto, proprio per via di quella tracheite, addirittura ritirandosi prima della 'ConometO' concilisiva. Un grane commeiante? Forse no: ma un gran furbone dì certo. Una 'Sanremo' straniera, Insomma, ma non tutta straniera. L'episodio decisivo si verifica a diciassette chilometri dal traguardo. Dopo una serie di scatti di Thurau e della sua squadra, allunga con decisione Antonini. Saronni, che non vuole aspettare II Poggio, pensa che è II momento giusto, esce di forza dal gruppo. De Vlaeminck si avvicina a Moser, gli chiede: «Francesco, che cosa facciamo?». La risposta è Immediata: «Vai, Roger. Vai tu». Moser pensa che De Vlaeminck gli sarà utilissimo come punto d'appoggio. Pensa anche che Maertens e Pollentier saranno costretti a muoversi, e lui potrà approfittarne. Non sa. in quel momento, che rivedrà De Vlaeminck solo dopo l'arrivo. E dovrà stringergli la mano, e dirgli bravo. Antonini viene raggiunto da Saronni, De Vlaeminck ed Hezard. Ciò che riesce a fare ora Saronni è Impressionante: si mette In testa al gruppetto, scatta a ripetizione, imprime un ritmo vertiginoso. Intanto, Baronchelll, Pollentier e Visentin! escono a loro volta dal gruppo, ma vengono ripresi quasi subito. I quattro hanno duecento metri di vantaggio, sono ancora pochi ma possono anche essere tanti: perché Moser non può muoversi, visto che davanti c'è De Vlaeminck; e Maertens, che dovrebbe condurre la caccia, non ne ha la forza. Francesco capisce dì aver sbagliato I calcoli: quel Maertens non era II cavallo giusto. Il Poggio. Otto chilometri all'arrivo. Antonini ed Hezard sono paghi dì stare in quell'Illustre compagnia e non danno un cambio; De Vlaeminck passa a condurre un palo di volte, ma senza convinzione. Continua a fare tutto Saronni, è uno spettacolo. In discesa fera Hezard, non riuscirà più ad agganciarsi, ormai è una partita a tre: anzi a due, perché Antonini è veloce, sì, ma contro Saronni e De Vlaeminck sa che non potrà farcela. Saronni sì volta, rallenta, sì volta ancora: vuol essere certo che II gruppo non II Inghlotta, guarda lontano; e soprattutto vorrebbe che De Vlaeminck si decìdesse a passare avanti. Ma Roger non si muove, deciso persino, se sarà il caso, a fare una specie di surplace. Duecentocinquanta metri all'arrivo, I tre sono ancora In fila indiana. Antonini, dalla terza posizione, tenta II tutto per tutto, si getta sulla destra e scatta, anticipando Roger di un soffio. Ma II belga risponde subito: un breve 'testa a testa' con Saronni, che dà l'Impressione di poter resistere per due o tre secondi; poi l'Italiano aggancia la ruota di De Vlaeminck, tenta un'ultima disperata rimonta ma non gli arriva neppure alla pe- daliera. E allora desiste. Tanta fatica, poi la beffa. Primo De Vlaeminck, secondo Saronni, terzo Antonini. Quindi Hezard, a sedici secondi. A ventun secondi Van Linden supera allo sprint Moser e tutti gli altri, I battuti. Una 'Sanremo' non Illogica, In tondo, visto che nel ciclismo vince chi ha più forza al momento giusto, e oggi II momento giusto era proprio a duecento metri dall'arrivo. Una 'Sanremo- da accettare anche se non è stato II migliore ad Imporsi. Resta un bel po' di amaro in bocca, perché il migliore oggi è stato Giuseppe Saronni, un ragazzino che non ha paura di nessuno e che avrebbe meritato — nonostante gli errori — miglior fortuna. Se l'era guadagnata. Aveva fatto un bel quadro, ma al momento dì metterci la cornice glielo hanno portato via. Fino ad Imperla, era stata Invece la 'Sanremo- dei comprimari. A soli dodici chilometri dal via Dirk Baert, ex poliomielitico ed ex campione del mondo dell'Inseguimento, aveva deciso di lanciarsi all'attacco. Mica perché sperasse di andare ai traguardo, voleva solo far capire al suo sponsor torinese (la ditta Galli, abbinata con la Carlos) che quelli Investiti su di lui erano soldi ben spesi. Con lui, erano usciti dal gruppo altri dieci: gli italiani Bellini, Sgalbazzl, Bollava e Favero, I belgi Bossant, Martin e Delcrolx, gli olandesi Lubberdlng e Van Katwlk, Il francese Vellet. Sembrava una delle solite tughe •pazze' ed In effetti lo è stata, ma fino ad un certo punto, perché gli undici ad Ovada avevano accumulato un quarto d'ora di vantaggio. Il gruppetto cominciava a sperare, visto che, dietro, l'andatura era poco più che turistica. Poi gli undici, fatalmente, sono stati raggiunti, soprattutto per la spinta di Thurau, che per un po' è poi rimasto al comando con Favero e Lubberdlng. Era uno spettacolo veder pedalare Thurau, ma gli altri gli davano ben poco aluto. Così, anche Il tedesco ha dovuto arrendersi. Poi l'atto finale, con Saronni che domina e De Vlaeminck che vince. Vatti a fidare dei belgi con la tosse. Maurizio Caravella 1°DE VLAEMINCK

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