"Angela non s'uccise, fu implicata" e dopo 13 anni riesce a dimostrarlo

"Angela non s'uccise, fu implicata" e dopo 13 anni riesce a dimostrarlo Enna: scoperto un omicidio per la tenacia di un padre "Angela non s'uccise, fu implicata" e dopo 13 anni riesce a dimostrarlo La ragazza, 16 anni, fu trovata appesa al ramo di un mandorlo - Prima era stata strangolata - Il caso fu archiviato come "suicidio" - Ora, dopo tanto tempo, due periti hanno accertato che la giovane fu uccisa - La polizia forse sulle tracce dell'assassino? (Nostro servizio particolare) ! Enna, 18 marzo. ! Per tredici anni un padre I disperato si è battuto per far capire che sua figlia, trovata impiccata a un albero, non si era tolta la vita, ma era stata uccisa. Si è battuto con tutta la sua forza e le sue energie contro un muro di indifferenza, ma alla fine qualcuno lo ha ascoltato. Ed è bastata un'attenta perizia su quanto è rimasto del cadavere, per dare ragione all'uomo: la giovane, prima di essere appesa a un ramo di mandorlo con un filo di ferro avvolto attorno al collo, era stata strangolata. Angela Dio Puiarello, 16 anni, fu trovata la mattina del 31 dicembre 1964, in contrada Montegrande, a pochi chilometri da Enna. Era uscita di casa a Pietraperzia, un antico e povero paese nel cuore della Sicilia, cinque giorni prima e non era più stata vista. Organizzate le ricerche, la zona fu perlustrata in lungo e in largo. Alla vigilia di Capodanno, il ritrovamento. Per tutto questo tempo — tredici anni — Angela è stata creduta suicida, ma nessuno era riuscito a spiegarsi la ragione di una scelta così tragica e illogica. Ma ora la verità finalmente è venuta fuori ed è stato accertato, senza ombra di dubbio, che la giovane fu assassinata: prima la strangolarono, quindi l'appesero al ramo dell'albero. «Suicidio», conclusero i carabinieri e il primo medico legale. Il caso alla fine venne archiviato, anche se rimaneva oscuro il motivo e in fondo rimaneva il dubbio che si trattasse di omicidio. E' stato Giovanni Dio Puiarello, 64 anni, il padre, coltivatore diretto a battersi senza soste perché le indagini ve- russerò riaperte. «Finalmente i sta per essere fatta giustizia», \ afferma ora il contadino, le ] mani nodose di chi lavora i campi, robusto e di media altezza, lo sguardo triste: «Abbiamo penato tanto, ma abbiamo avuto ragione. Mia figlia — aggiunge — non aveva alcuna ragione per togliersi la vita, era una ragazza sana e felice». La battaglia con la giustizia del coltivatore di Pietraperzia da allora non ha avuto tregue. Incessanti ed accorati sono stati i suoi appelli, i suoi esposti persino al capo dello Stato e alla cassazione, al ministro dell'Interno e al capo della polizia. «Non sapevo più a chi rivolgermi ancora», racconta Giovanni Dio Puiarello. Sono stati il medico legale Giuseppe Maugeri ed il fisico ! Giovanni Russo, con una peri- j zia depositata ieri al sostituto 1 procuratore della Repubblica di Enna, Salvatore Cantaro, a stabilire con «assoluta certez- za e verità» che la ragazza non si suicidò, ma fu soppressa. I periti hanno impiegato otto mesi per ribaltare le conclusioni di chi li aveva preceduti nella prima fase dell'inchiesta. «Direi che uno spiraglio per arrivare all'assassino forse l'abbiamo trovato», afferma il sostituto Cantaro, «ma di più non posso e non voglio dire, perché c'è il segreto istruttorio». Il magistrato comunque non mette in dubbio la fondatezza della nuova perizia: « Ho seguito passo passo — dice — il lavoro di Maugeri e Russo. Hanno ripetuto più volte gli esperimenti con i reperti disponibili sul ramo del mandorlo che è an cora lì. I periti hanno fatto un lavoro superbo che penso potrà far testo come un classico della medicina legale. No, siamo certi: Angela fu assassinata». Il magistrato sottolinea che i resti della povera ragazza sono stati riesumati ed esaminati «coscienziosamente» dal medico legale e dal fisico. «E' stata l'ultima memoria che il padre mi ha presentato a darci una traccia, un'indicazione che sembra valida», spiega il dottor Cantaro, «poi la perizie ieri ha decisamente smentito la tesi del suicidio e confermato quella dell'omicidio, segno che i conti cominciano a tornare». Girolamo Scafidi, il procuratore della Repubblica di Enna che nove mesi fa decise di riaprire l'inchiesta affidandola al p.m. Cantaro, sta seguendo da vicino il caso e ha voluto sul suo tavolo l'ormai voluminoso carteggio intestato ad Angela. «Per tutti questi anni, Giovanni Dio Puiarello non ci ha dato tregua, veniva continuamente da noi anche piangendo per chiederci di lanciare i suoi appelli all'opinione pubblica. Ormai non gli credevamo più. pensavamo che fosse un mitomane», racconta Nello Gandini, un giornalista di Enna. Persino in famiglia il contadino cominciava a non essere più seguito. «Datti pace, non c'è più niente da fare», gli ripetevano la moglie Lietta e gli altri figli. «No, dobbiamo insistere», ribatteva cocciuto Giovanni Dio Puiarello che da giugno ad ora ha tenuto sotto pressione magistrati e periti con nuovi appelli ed altri incitamenti. Dopo la «perizia Maugeri-Russo», il p.m. Cantaro e 1 carabinieri stanno imprimendo un ritmo accelerato alle indagini. Accertamenti oggi sono stati svolti anche dalle parti di Caltanissetta, provincia vicina a quella di Enna. Ma gli inquirenti non si sbilanciano e non danno indicazioni: «E' tanto difficile riprendere le fila del caso a dìstanza di tredici anni — affermano — abbiamo bisogno di un po' di tempo e forse riusciremo a rendere giustizia ad Angela». Antonio Ravidà pc