Aversa: gli orrori del manicomio in un film "girato" di nascosto

Aversa: gli orrori del manicomio in un film "girato" di nascosto Il processo per le sevizie agli internati Aversa: gli orrori del manicomio in un film "girato" di nascosto (Dal nostro corrispondente) S. Maria Capua Vetere, 18 marzo. Nel 1973 è stato girato clandestinamente nel manicomio giudiziario di Aversa un film a passo ridotto nel quale sono rappresentati gli orrori dell'istituto aversano. Questo è quanto ha confermato all'u- Idienza odierna del processo, la quinta, che si svolge dinanzi al tribunale di Santa Maria Capua Vetere, Paolo Triveni, l'ex internato che ha dato il via con la sua denuncia a questo clamoroso processo all'istituzione manicomiale. Immediatamente il tribunale ha deciso di visionare in aula la pellicola nel corso della prossima udienza fissata per sabato 1 aprile, custodendola intanto nella cassaforte dell'ufficio. In apertura di udienza è stato interrogato l'appuntato Cardino che con Ragozzino (direttore del nosocomio) è accusato di violenze e maltrattamenti. Questi ha confermato di aver praticato costantemente iniezioni ai pazienti, pur senza essere infermiere, affermando di non aver mai saputo il nome del medicinale iniettato. Ha aggiunto che «dal colore era in grado di stabilire che si trattava di ricostituenti e non di sedativi». Subito dopo si sono avvicendate sulla pedana le parti lese, dalle cui agghiaccianti deposizioni è emerso ancora una volta il quadro agghiacciante che vigeva nel manicomio: mogli di detenuti che per avere colloqui con i loro cari dovevano sottostare alle voglie delle guardie; internati che si accoppiavano tra loro tra gli sguardi divertiti delle guardie. Agenti che per prelevare il sangue agli ammalati facevano anche cinque buchi nel braccio in cerca della vena. E' stato ripetuto oggi che gli ammalati anziani e non autosufficienti venivano spogliati nudi e lavati dagli scopini con getti di acqua fredda e che le celle che ospitavano 12 reclusi venivano sgomberate per far posto a detenuti privilegiati che le occupavano da soli. L'ex internato Giuseppe Pongelli ha confermato che non vi era nessuna assistenza sanitaria, di alcun genere, tranne la famigerata «puntura», che «per 24 ore li lasciava "come morti", con l'arsura alla bocca e con una sete terribile che solo dopo ore e ore di invocazioni si riusciva a soddisfare». a. 1.

Persone citate: Giuseppe Pongelli, Maria Capua Vetere, Paolo Triveni, Ragozzino

Luoghi citati: Aversa, Santa Maria Capua Vetere