I terroristi fotografati durante la strage? Oggi il giudice interrogherà il "fermato" di Marco Tosatti

I terroristi fotografati durante la strage? Oggi il giudice interrogherà il "fermato" La città battuta da migliaia di agenti in cerca d'una pista I terroristi fotografati durante la strage? Oggi il giudice interrogherà il "fermato" Roma, 18 marzo. Il messaggio delle Brigate rosse e l'affiancarsi dell'esercito alla polizia nelle operazioni di ricerca della «prigione» di Maro segnano in modo particolare una giornata che per il resto si è svolta nella consueta, tesa «routine» di indagini e setacciarnenti febbrili. Ampie zone di Roma sono passate a pettine fitto da migliaia di agenti e carabinieri, ai quali da stasera si sono aggiunti gli uomini dell'VIII Comiliter, mentre le indagini proseguono all'insegna del riserbo. Al Viminale si è svolto un vertice «operativo» per mettere a punto il coordinamento fra le varie forze che partecipano alle ricerche, presieduto da Andreotti e con la partecipazione dei ministri Cossiga, Ruffini e Bonifacio, oltre al capo di stato maggiore dell'esercito, ai comandanti generali dei carabinieri, della Guardia di Finanza, il capo della polizia ed il giudice Infelisi. Non si è ancora chiarita la posizione di Gianfranco Moreno, 32 anni, commesso al Banco di Roma prelevato alle 23,30 del 16 marzo nella sua abitazione e ieri posto in stato di fermo giudiziario e rinchiuso a Regina Coeli. Infelisi avrebbe dovuto sentirlo stamane, ma ha rimandato a domani l'interrogatorio. Prima di raccogliere le dichiarazioni di Moreno — ha detto — deve interrogare diversi testimoni. Non è dato di sapere quindi se e quale parte il giovane avrebbe avuto nel rapimento di Moro. Voci contrastanti lo vogliono proprietario della «Mini» parcheggiata in via Fani, e semidistrutta dalle raffiche di mitra, oppure coinvolto nel caso in seguito a un'intercettazione telefonica. Ma si tratta di notizie per ora non controllabili. L'avvocato difensore di Moreno, Claudio Isgrò, ha presentato un esposto al procuratore della Repubblica, protestando per le modalità dell'operazione. L'avvocato fino a questo momento non ha ancora potuto prendere contatto con i magistrati che dirigono l'inchiesta per conoscere i motivi in base ai quali è stato deciso il fermo del suo cliente, indiziato per omicidio plurimo e sequestro di persona. Secondo la moglie, Moreno «non ha mai avuto a che fare con la politica o con la polizia. Hanno perquisito la mia casa e non hanno trovato nulla. E se mai ce ne fosse bisogno c'è anche un'attendìbilissima testimonianza che può rendere conto di dove era mio marito la mattina della strage». Un'altra Protesta, sempre in relazione a Moreno, è stata elevata da «democrazia proletaria» nei confronti del GR 2. Il bollettino delle 7,30 di sta¬ mane ha infatti identificato in Moreno un «noto esponente» di quel gruppo parlamentare. L'on. Gorla, di dp ha smentito recisamente questa circostanza e ha annunciato che saranno «presi i provvedimenti del caso contro chi si è reso responsabile di questa gravissima provocazione». Il GR 2 replica che si è trattato di un infortunio giornalistico «del resto prontamente rimediato». Sul fronte delle indagini non sono maturate per ora novità clamorose. Il magistrato Infelisi questa mattina si è recato a interrogare i collaboratori e i familiari di Moro. Dai colloqui potrebbero emergere elementi utili a chiarire la posizione di Moreno. Si procede con la massima cautela, per evitare fermi indiscriminati, almeno a detta del giudice. Successiva¬ mente Infelisi si è recato in via Licinio Calvo a compiere un sopralluogo sul posto dove sono state abbandonate due delle quattro auto dei rapitori: la 132 blu, e la 128 bianca. Valide ai fini delle indagini sono state considerate dagli inquirenti le fotografie che la signora Giuseppina Rossi, abitante in via Fani, ha scattato (in realtà sembra sia stato il marito a fare le fotografie) dalla finestra della sua abitazione mentre era in corso la sparatoria dei rapitori dell'on. Moro contro gli uomini della sua scorta. Il negativo del rollino scattato dalla preziosa testimone è stato passato dai funzionari della questura al magistrato inquirente, il quale lo ha esaminato, mantenendo tuttavia sul suo contenuto uno stretto riserbo. Le foto sarebbero due, abbastanza « sbiadite », e mostrerebbero un gruppo di killers mentre spara e due «avieri». E' atteso per domani l'arrivo da Torino del giudice Marciante, che conduce l'inchiesta sull'assassinio di Carlo Casalegno. Marciante ha chiesto di incontrarsi con i sostituti procuratori che conducono le indagini per confrontare la tecnica seguita dai criminali nelle due azioni. Nel frattempo i funzionari della «Digos» (l'ex ufficio politico) hanno diffuso l'identikit di una presunta componente il «commando» di brigatisti. E' una donna di 26-27 anni, alta circa un metro e 70, corporatura normale, capelli scuri, viso ovale, colorito chiaro senza trucco, occhiali sfumati marroni. L'identikit, affiancato alla foto di Brunhild Pertramer (ricercata e colpita da mandato di cattura del magistrato torinese per l'assassinio del maresciallo Berardi), rivela molta somiglianza. Sarebbe in preparazione anche l'identikit di un'altra donna della banda, quella che avrebbe procurato le divise dell'aviazione civile usate dai killers per travestirsi. La fotografia dell'on. Moro fatta pervenire dalle Brigate rosse ha rassicurato gli investigatori sulle condizioni del presidente della de; si temeva che fosse rimasto ferito, vista la traiettoria di un proiettile: « E' un caso — ha detto uno dei periti — che non sia stato ferito al viso ». Il fatto che i brigatisti abbiano diffuso il loro messaggio nella capitale, con apparente tranquillità, starebbe a dimostrare che, nonostante le massicce battute in atto, si sentono piuttosto al sicuro. L'accurata preparazione del colpo sarebbe dimostrata secondo gli inquirenti dallo spiegamento di forze e da alcuni particolari, confermati: il «black-out» dei telefoni della zona, il falso incidente sulla via Cassia per facilitare, bloccando il traffico in una direzione, la fuga dei rapitori. In margine alle indagini ci sono da segnalare falsi allarmi, diffusi nella giornata. Il primo è relativo a un furgone adibito a roulotte, cui degli sconosciuti avevano applicato una targa di cartone, senza che il legittimo proprietario ne fosse al corrente. Continuano a circolare, con insistenza, le voci secondo cui i servizi di informazione tedeschi avrebbero avvisato di una prossima operazione contro una personalità politica i colleghi italiani. Questi ultimi avrebbero effettuato indagini, senza però ottenere nessun elemento utile. Fino a questo momento non è giunta nessuna conferma ». Marco Tosatti

Luoghi citati: Roma, Torino