Il "Titano" si prepara a votare

Il "Titano" si prepara a votare San Marino: elezioni a maggio dopo la lunga crisi politica Il "Titano" si prepara a votare La piccola repubblica, con l'uscita dei socialisti dal centro sinistra, non ha trovato uno sbocco alla crisi - La de rimane forte perché rappresenta la scalata al benessere degli ultimi vent'anni (Dal nostro inviato speciale) San Marino, 16 marzo Le elezioni saranno a maggio, verso la fine, e comunque in tempo ad accogliere con una nuova amministrazione già installata la solita ondata di benessere che d'estate si arrampica, dalla costa adriatica, verso le tre vette della Repubblica di San Marino. La lunga crisi politica, nata l'anno scorso con l'uscita dei socialisti dalla Giunta di centro-sinistra, non ha trovato uno sbocco negoziato (e nessuno, in realtà, malgrado i molti tentativi, se 10 aspettava) e si è dunque arrivati all'unica decisione possibile: elezioni anticipate. 11 20 di questo mese si eleggeranno i capitani reggenti secondo i vecchi equilibri, e un paio di mesi più tardi le urne diranno se a governare San Marino dovrà essere uno schieramento diverso da quello dei passati vent'anni. Dell'accordo tentato e non raggiunto per evitare le elezioni, ognuno dei partiti dà ora la colpa agli altri, ma in verità l'incontro era impossibile, a meno di rinunciare a logiche di schieramento subito delineatesi come rigidissime. Senza impeto alcuno il primo tentativo dei democristiani; neppure giunto alla verifica del Consiglio Grande e Generale quello dei comunisti; portato fin quasi all'assemblea, ma in realtà senza speranza, quello dei socialisti. Oggi si attende di vedere quale seguito questi tre partiti riusciranno ad agglomerare, tenuto conto che la de è dura e forte, perché rappresenta la scalata al benessere compiuta in questi vent'anni; che il pcs può at- tendersi un apporto positivo dalle nuove leve (2300 giovani) che si presenteranno al voto. Quanto ai socialisti, dichiarano di non attendersi risultati negativi dall'essere stati loro ad aprire la crisi. La risposta si avrà a fine maggio. Gli altri partiti vivono vita ancor più incerta di quella socialista. Il piccolo Movimento delle libertà statutarie, nato anni fa come un omologo dei repubblicani, si trova ora ad essere, più che verde, variegato di molto bianco e perfino di qualche filo, se non nero, certo grigio assai. Spaccato com'è, dopo la morte del suo fondatore, dottor Dominici, rischia di perdere il suo unico rappresentante. Incertezza massima anche per socialdemocratici e socialisti unitari. Più ancora dell'esito elettorale, tuttavia, sarà interessante vedere su quale strada si awierà la piccola Repubblica. Vi sono lacune che anche alcuni democristiani, pur essendone responsabili, riconoscono apertamente. Lo stesso avvocato Franciosi, segretario del partito; la stessa professoressa Boscaglia, ministro dell'Interno, ammettono che se la de sammarinese ha una colpa è quella di aver puntato tutto sul benessere della popolazione per fare del denaro una barriera anticomunista, ma dando così luogo a una vera e propria stasi culturale che oggi il Paese paga: a uno dei primi posti in Europa per il reddito prò capite, San Marino è a uno degli ultimi per indici di lettura. L'impressione che si ha, parlando ai pochi che d'inverno animano le rampe che conducono al centro, è di un eccessivo orgoglio campanilistico. Nasce anch'esso dal benessere, e induce i sammarinesi a usare il termine « italiani » con una sufficienza che sarebbe offensiva se non fosse ridicola. Basta grattare un po' per portare alla luce alcune magagne: qui molti negozianti cambiano qualche biglietto da mille nelle monete locali da cento che poi infilano in una bustina di plastica e rivendono a quattro 0 cinquecento lire ai turisti. Qui la ricchezza nasce dal privilegio dell'avere, un centro di ventimila abitanti, la dignità di Stato. Ma la fragilità del tessuto connettivo di questo Stato ogni tanto viene alla luce. Il pieno impiego (con diritto a un lavoro nei cantieri di Stato) comincia a lasciare per strada qualche disoccuapto; 1 benefici fiscali di cui godono le imprese che qui si impiantano rischiano talora di attrarre iniziative non solidissime. Vi è stato un momento, all'inizio dell'anno scorso. in cui anche il buon nome è stato scalfito: fu quando, in febbraio, fu messo in prigione — in una delle sei celle superconfortevoli del carcere sammarinese — il capo dei vigili urbani, sotto l'accusa di concussione (oggi, a distanza di tredici mesi e con sulla testa la spada di Damocle di dieci anni di galera, se ne sta tranquillamente a casa sua in attesa di giudizio). Allora il governo intervenne duramente, per ridar lustro alla facciata, e il professor Bigi, leader storico della de, tenne a far notare che metà degli introiti sammarinesi vengono spesi a Rimini. Ma l'occasione fu buona per rispolverare statistiche curiose quanto ufficiose, che fanno del consumatore di San Marino uno degli esseri più affamati e impellicciati del mondo. Il sammarinese medio, dicono queste statistiche, mangia in un anno quintali di carne; beve cento bottiglie di liquori; si compra tre fri¬ goriferi e tre apparecchi televisivi (da qualche tempo, a colori). Le donne di San Marino acquistano cinque pellicce all'anno e si spalmano sulla faccia cinquanta chili di cosmetici. Va da sé che tutta questa roba, proveniente da tutto il mondo, a San Marino non arriva neanche: la bolletta di consegna dà, è vero, quell'indirizzo, ma, salvato grazie a ciò un buon capitale in tasse non pagate, ecco i camion proseguire verso magazzini accoglienti e lontanissimi dalla Repubblica del Titano. Non solo il capo della gendarmeria finì sotto accusa: vi fu anche il ritiro di qualche licenza, vi furono anche alcuni altri arresti. Come si è detto, un'azione dura. Che frutti ha prodotto? Quali sono, a distanza di un anno, gli indici di consumo dei sammarinesi? E' una domanda la cui risposta passa anche dalle elezioni del prossimo maggio. f. m.

Persone citate: Boscaglia, Dominici, Franciosi

Luoghi citati: Europa, Rimini, San Marino