Pazzi o sani di mente i «fidanzati diabolici»? di Luciano Curino

Pazzi o sani di mente i «fidanzati diabolici»? Battaglia di periti al processo di Novara Pazzi o sani di mente i «fidanzati diabolici»? Per gli esperti d'ufficio le condizioni mentali dei due sono perfettamente normali; i periti di parte sostengono la seminfermità - Atmosfera irreale per i fatti di Roma (Dal nostro inviato speciale) Novara, 16 marzo. Udienza dedicata alle perizie psichiatriche, quelle d'ufficio e quelle di parte. Di solito, queste sono udienze tranquille, dotte lezioni di psichiatria coi professori che si scontrano con gradissimo garbo. Alle 9,30, si chiacchiera tra di noi aspettando la Corte e gli imputati, quando arriva stravolto l'avvocato Cassiebti, difensore di Coriolani, dice: «Hanno rapito Moro e ucciso la scorta». Il primo commento che si sente: «E' la guerra allo Stato». Per quasi un'ora si sta attorno a una radiolina ad ascoltare l'edizione straordinaria del giornale radio. Traumatizzati. Oi si guarda senza dire nulla, nessuno sa proprio che cosa dire. Ci sono quattro difensori, gli avvocati Gianaria, Mitbone, Allegra e Cardinale, che sono anche difensori d'ufficio al processo delle Brigate Rosse. Gli domandano: «Che succederà lunedì alla ripresa del processo?». Non sanno, nessuno può saperlo. Non c'è quasi pubblico, oggi, e i pochi sono anche loro attorno ad una radiolina. Quando portano gli imputati nella gabbia e poi entra la Corte, c'è quasi incredulità. Si tiene l'udienza che è in programma ed è normale, ma è proprio la normalità che colpisce in questo momento, appare irreale, persino allucinante. Il presidente Caroselli, i giurati, il p.m. Canfora al loro posto. Si incomincia, si va avanti come in una giornata qualsiasi. I sette periti si siedono come per una tavola rotonda. Dall'esterno arriva la voce di un altoparlante che invita «tutti coloro che credono nella libertà a trovarsi in piazza Duomo alle 15». Diciamo dell'udienza di stamane. Guido Badini è stato sottoposto a una seconda perizia psichiatrica per accertare se era matto o no, il 10 luglio 1975, quando uccise la prostituta Anna De Giorgi. Ecco come Badini ha raccontato quell'omicidio ad periti: «La De Giorgi batteva vicino alla piscina. La conoscevo so lo di vista. E' il Cornetti che mi Ita mandato ad uccìderla. Mi ha detto di andare alla piscina, caricare l'Anna in macchina e farla fuori. Sono andato là, l'ho caricata in macchina e l'ho ammazzata. Io ho solo voluto fare un piacere al Cornetti. Dopo ho saputo che l'Anna disturbava la piazza, portando altre ragazze a battere...». Ha poi raccontato di averla ammazzata a un paio di amici e alla fidanzata Doretta. Per i periti d'ufficio (professori Portigliatti Barbos, Rovera e Pomari) Badini non era matto quando assassinò la De Giorgi, come non lo era quando steirninò i Graneris. «Sarà motivo dì disagio prendere coscienza e il dover dare atto che delitti tanto gravi siano dal loro autore preposti all'altrui attenzione con tanta estemporanea sufficienza, in una alternanza di fatuità e di cinismo, in un giocar sorridente fra cose tragiche, senza mai perdere il contatto con la realtà, senza venir meno al programma e senza eleganza nel proporsi dì non mascherarlo... Potrebbe essere facile e suggestivo parlare di psicopatia, ed aggettivarla in modo elaborato e compiaciuto, ma è una concessione che non possiamo fare...». I periti devono quindi concludere che Badini è sano di mente. E l'imputato che dice? Badini definisce i suoi crimini «errori». Dice, e non sembra farsi cattivo sangue: «Se non mi danno l'ergastolo, l'opinione pubblica dà l'ergastolo al presidente Caroselli». Teme solo la vendetta degli altri imputati calabresi: «Va male, perché da questo processo non esce qualcuno, esco io con i piedi in avanti», intendendo dire che lo uccideranno in carcere, dove l'ha già vista brutta. «I guai passati sono stati legnate e accoltellamenti. Devo difendere D'Elia e Marsigliese, anche se poi, se li scagiono, non servirà a niente». Progetti per il futuro? Badini risponde: «Dopo la condanna mi iscriverò a giurisprudenza. A medicina no. E non farei mai il commercialista: chi mi darebbe da amministrare qualcosa?». Oltre i tre periti d'ufficio, c'è la psicologa Fagiani, i periti di parte, professori Borgna e Ponti per Badini, il professor Gamma per D'Elia, mentre i difensori di Doretta Graneris hanno uno studio del professor Bergamini, che fa risalire la sudditanza della ragazza all'insignificante ragionier Badini perché «brutta». Il professor Borgna afferma che «la strage non può essere avvenuta in un solco di normalità», che la totale mancanza di compassione in Badini è segno psicopatologico di immaturità. Dice che la strage della famiglia Graneris è nata dall'incontro di due, Badini e Doretta, con personalità distorte e tarate che hanno finito con l'incendiarsi. Per il professor Ponti il comportamento di Badini è stato quello di uno stupido, eppure egli ha un buon quoziente intellettivo. Perché una persona intelligente si comporta da stupido? Il professore parla di ansie, complessi, frustrazioni, conflitti nella sfera sessuale, insicurezza: tutto un insieme di fattori abnormi. I periti d'ufficio ammettono che la personalità di Badini è indubbiamente disarmonica. Nella loro lunga perizia dicono che Badini e la Graneris sono complessati, ma non più di tanti altri. Hanno avuto traumi che li hanno portati ad assumere atteggiamenti anormali, ma non si tratta di traumi che possano essere invocati per giustificare, con una patente di follia, la strage di Vercelli. La discussione continua con argomentazioni scientifiche, suggestive e affascinanti, e con citazioni di autori tedeschi, lasciando le parti nelle proprie convinzioni. L'udienza termina dopo le 16. Il processo riprenderà mercoledì del'.a prossima settimana, la parola alle parti civili. Luciano Curino

Luoghi citati: Novara, Roma, Vercelli