"Tanassi prese un miliardo ma solo per il suo partito" di Guido Guidi

"Tanassi prese un miliardo ma solo per il suo partito" Queste, in sostanza, le accuse di Lefebvre D'Ovidio "Tanassi prese un miliardo ma solo per il suo partito" Le scottanti dichiarazioni, che coinvolgono il psdi, sono contenute in un memoriale sequestrato al "mediatore" della Lockheed al suo arrivo dal Brasile - Le bustarelle come "opera patriottica" - Molti interrogativi Roma, 16 marzo. Qualcosa dalla valanga di carte in cui è racchiusa la storia dello scandalo Lockheed è • venuto fuori: non molto — bisogna dire — per quella che potrebbe essere la prova sulle singole responsabilità; ma, comunque, abbastanza interessante per avere un'idea dell'atmosfera sotto il profilo degli indizi. Ovidio Lefebvre d'Ovidio, per esempio, insiste nell'accusare Mario Tanassi (o meglio, più che l'ex ministro della Difesa, il partito socialdemocratico del quale, almeno negli anni 1970-1971, Tanassi era il leader), mentre scagiona l'altro ex ministro Luigi Gui. E perché non potessero sorgere eventuali dubbi sull'attendibilità delle proprie rivelazioni che, in fondo, confermano, parola per parola, quelle un alto dirigente della Lockheed, William Codwen, prima di lasciare, suo malgrado, il Brasile all'inizio dell'anno, s'è diligentemente annotato tutto quello che sa su questa storia e lo ha messo in una borsa che, appena arrivato a Roma, gli è stata sequestrata. E' un documento (diciotto pagine scritte a mano) che praticamente ha il valore di un interrogatorio (Lefebvre per ora si è sempre rifiutato di parlare con il giudice istruttore della Corte Costituzionale) e che può essere determinante per l'accusa. Anzitutto, Ovidio Lefebvre si è preoccupato di confermare il contenuto di un suo memoriale inviato nel marzo 1976 al Procuratore della Repubblica di Roma nel quale ammetteva di avere consegnato quasi un miliardo a Tanassi. Dopo avere accennato al momento e alle ragioni per cui cominciò a collaborare con la Lockheed (gennaio 1969) su indicazione del fratello Antonio — avvocato e professore di diritto della navigazione — che, a sua volta, era stato messo in contatto con la società americana dal sen. Messeri, Ovidio Lefebvre ha posto l'accento su cinque circostanze: 1) i «contributi politici» (così egli definisce le «bustarelle » ) non hanno gravato sul prezzo degli aerei, ma sono stati ricavati dai profitti della società venditrice; 2) la Lockheed non lo ha mai consultato sulle gratifiche a titolo personale in favore di uomini politici o di dirigenti civili e militari; 3) pur sapendo che Antelope Cobbler e Pun erano le indicazioni in codice per parlare del Presidente del Consiglio e del Capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica non ha mai fatto né i nomi di Rumor né del gen. Fanali; 4) è esatto quello che ha sempre detto William Codwen, il quale ha raccontato di avere accompagnato almeno due volte su tre Lefebvre da Tanassi per consegnargli i danari confermando, quindi, implicitamente che il ministro della Difesa, nel primo incontro, si rifiutò di prendere gli assegni preferendo banconote; 5) Tanassi non pretese «una quota speciale » per sé, essendo evidentemente d'accor- ! do che la somma fosse destinata al psdi. Ovidio Lefebvre d'Ovidio, per sostenere meglio la sua tesi che intende prospettare alla Corte Costituzionale, s'è portato dietro dal Brasile un altro documento: una lettera inviata il 4 gennaio 1978 al nostro ambasciatore a Brasilia in cui si dice che l'altro ministro della Difesa, Luigi Gui, è assolutamente innocente (« mantenere in piedi l'accusa è stata una vera infamia ») e che « i partiti cercavano di rappresentare il finanziamento al più o meno spontaneo oblatore come un atto di civismo », se non addirittura « un'opera patriottica » se il finanziamento veniva dall'estero e non inci- deva sul prezzo degli aerei. Su due circostanze, invece, Lefebvre ha mostrato di scivolare senza approfondire i chiarimenti: perché mai la Com.El (la società di Camillo Crociani dietro la copertura dell'avv. Vittorio Antonelli e di Maria Fava) e la Ikaria (la società di Victor Melka e di Luigi Olivi) s'ebbero due discrete porzioni della somma disposta dalla Lockheed per compiere l'opera di corruzione? « L'una e l'altra hanno proceduto ad una attività promozionale », ha spiegato Lefebvre, ma non ha saputo, o voluto, dire la consistenza pratica di questo lavoro. In verità, per quanto attente sèsefetLcdtrLqnicsldp siano state le ricerche, non è stato possibile, sino a questo momento, ricostruire con esattezza che cosa abbiano fatto la società di Crociani e quella di Olivi per meritare un compenso dalla Lockheed. Come dire, cioè, che potrebbero essere state davvero utilizzate da tramite fra i corruttori ed i corrotti. I misteri dello scandalo Lockheed non sono soltanto questi, ovviamente, perché ve ne sono altri e molto più importanti per non dire sconcertanti. Quello, per esempio, sui rapporti fra Crociani e l'ex capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica, che si sono poi realizzati in alcuni mi- | | I ! I ; ; j i ! Moni (una cinquantina) per un lavoro di cui non sono stati individuati bene i contenuti; il falsificatore — altro esempio — del primo memo| riale che, a firma di Ovidio | Lefebvre, avrebbe dovuto ihI dirizzare il magistrato della ! Procura della Repubblica su I una pista sbagliata e che non ; solo il presunto autore ha ; smentito, ma anche una pej rizia tecnica ne ha conferi mato la contraffazione. Ancora milioni (circa 31) che nel dicembre 1970 Antonio Lefebvre riceve con un assegno dalla moglie del senatore Messeri e di cui il professore non sa dare una giustificazione; le telefonate ! dalla Francia o dalla Sviz- zera a Roma di Crociani dirette ai suoi collaboratori per trattare ancora gli affari (la vendita della società Ciset per tre miliardi) seppure cercato dovunque da tutte le polizie; la lettera di sollecito all'Imi per ottenere un mutuo indispensabile per la conclusione dell'affare Lockheed che l'allora sottosegretario alla Presidenza on. Bisaglia ha firmato, senza avere la possibilità di dire chi lo abbia pregato di assumere l'iniziativa; la falsificazione del-1 la firma di Antonio Lefebvre in calce ad una lettera alla Tezorefo nel maggio 1970 in cui si dava notizia che stava per essere compiuto il secondo pagamento. E' questo, fra tutti, l'episodio forse più sconcertante perché significa che qualcuno ha cercato di coinvolgere Antonio Lefebvre nello scandalo: il professore ha sempre sostenuto e sostiene d'esserne completamente estraneo, ma di essersi limitato a cedere i locali del suo ufficio in via del Nuoto al fratello ! Ovidio. Guido Guidi Roma. L'ex ministro Mario Tanassi e l'ex capo di Stato Maggiore, Duilio Fanali

Luoghi citati: Brasile, Brasilia, Francia, Roma