La risposta di Torino operaia e antifascista di Diego Novelli

La risposta di Torino operaia e antifascista Con la forza della ragione, un fronte unito contro chi vuole affossare la libertà La risposta di Torino operaia e antifascista La notizia del crimine ha percosso la città come una frustata - Centinaia di telefonate al centralino de "La Stampa", subito presidiate le fabbriche, chiuse le scuole - Immediata eco all'ordine di sciopero generale -1 sindacati riuniti d'urgenza, vertice in Regione - Negozi, cinema e teatri chiusi - I lavoratori sono confluiti in corteo verso piazza San Carlo dove, davanti a cinquantamila persone, hanno parlato il sindaco Novelli, Bertinotti a nome dei sindacati, Bianchi per la de, e il presidente della Regione Viglione - Invito alla vigilanza e alla calma Ore 9,12: la radio tace all'improvviso. Poi uno speaker, quasi sillabando le parole, dice: «A Roma, poco fa. Voti. Aldo Moro è stato rapito da un commando armato. Le cinque guardie del corpo sono state uccise ». La notizia esplode nella città, entra nelle case, negli uffici, fabbriche, scuole, invade le strade, le piazze. Migliaia di telefonate s'intrecciano sgomente e incredule: « Hai sentito? Hai sentito? ». Torino piomba nell'angoscia, ovunque la tragedia, che il succedersi spasmodico dei primi comunicati rende più terribile, diventa padrona delle conversazioni. Crescono orrore, pietà, allarme. Sui luoghi di lavoro le assemblee nascono spontanee, un'ora più tardi viene proclamato lo sciopero generale. Lezioni sospese nelle scuole, dov'è possibile si avvertono i genitori di andare a ritirare i bambini. Negli istituti superiori e all'università si organizzano assemblee. Un fiume di telefonate si riversa sul centralino de « La Stampa», scorrerà per tutta la giornata. La voce della città davanti alla nuova efferatezza dei terroristi. Moltissime le testimonianze di solidarietà per l'on. Moro, le parole di cordoglio per gli agenti assassinati. Tanta pietà ma anche, e soprattutto, angoscia e ira. « Sono un vecchio operaio della Fiat. Questo è il fatto più grave che sia accaduto in Italia negli ultimi trenta anni. Forse è paragonabile soltanto all'attentato a Togliatti ». Una donna sarda: « Non c'è più rispetto per la vita: come si può agire con simile ferocia? Viviamo in un clima sempre più truce. Non è possibile continuare ». Una ragazza: « Mio padre è carabiniere, fa parte dei servizi di scorta a persone importanti. Un giorno potrei anch'io piangerlo per una morte terribile come Quella toccata stamane a quelle guardie. Lo Stato deve fare qualcosa ». Una ex partigiana: « Ho combattuto, imbracciato il mitra, so che cosa significa fare .'a guerra, aver paura della morte. Piango per quei cinque agenti al seguito di Moro, senza nemmeno un giubbotto antiproiettile. Sono stati mandati allo sbaraglio, è indegno di un Paese civile ». Parecchie le telefonate dove l'emozione prevale sulla ragione, tutte invocanti misure che la democrazia non prevede: tribunali militari, corte marziale, pena di morte. Un impiegato suggerisce: « Mettere Curdo e soci al muro. Oppure, vendicare sui parenti dei brigatisti la morte di tanta gente onesta ». Cgil, Cisl e Uil ha proclamato 10 sciopero nazionale arrivano le prime notizie dalle fabbriche: alla Fiat, all'Olivetti, a Collegno, Pinerolo, Settimo, Orbassano, in numerose piccole aziende, operai, impiegati, dirigenti hanno interrotto 11 lavoro, riunendosi in assemblea. Una partecipazione spontanea che anticipa il comunicato sindacale con il quale si precisano le modalità della protesta. Devono venire assicurati i servizi essenziali come telefoni, Rai-tv, ospedali, informazione, centrali elettriche, trasporti: la fermata dell'Atm è dalle 20 alle 24, e per garantire la continuità del servizio pubblico in quelle quattro ore viaggeranno i taxi. La riunione si scioglie dopo mezzora. Si organizzano presidi in tutte le fabbriche e la vigilanza alle sedi democratiche. I commercianti decidono di chiudere i negozi; stessa decisione viene presa per cinema e teatri. La città si svuota rapidamente. Negozi, bar abbassano le serrande; chiudono uffici pubblioi e privati; sul portone sbarrato della pretura, un cartello: «Sciopero». A mezzogiorno, dopo aver organizzato il servizio d'ordine per la manifestazione in piazza S. Carlo, partono le prime auto dei sindacati con gli altoparlanti: un richiamo all'unità «contro la violenza, per la libertà e la democrazia»; un invito a partecipare in massa all'iniziativa, a scendere tutti in piazza per rispondere unanimi alle provocazioni. A Palazzo Nuovo studenti e insegnanti si o a a e i qriuniscono per discutere il grave episodio «nuovo anello delta spirale eversivan. j Nel palazzo della Regione, j alle 11, riunione straordina- ria. Vi partecipano, con i pre- l sidenti Viglione e Sanloren- zo, il sindaco Novelli, il pre- sidente della Provincia Sal- vetti, rappresentanti della Cgil, Cisl, Uil, il segretario regionale del pci, Ferrero, quello provinciale della dc Le- ga. La Ganga segretario del i psi, Arrigo per il pli, Furnari per il psdi, il dc Puddu, Canu (dp), i capigruppo della dc, Bianchi e del pri, Vaccarino, esponenti del Comitato anti- fascista e per la difesa della Costituzione, rappresentanti delle categorie commerciali e dell'Unione Industriale. La proposta della Regione coincide con quella sindaeale: tutti alle 16,30 in piazza San Carlo per dare una dimostra zione unitaria di sdegno, cor- doglio, condanna contro quella che Viglione definisce « mostruosa strategia ». La Regione lancia un nuovo appello all'unità popolare, la proposta di Viglione e Sanlorenzo è di costituire un «Comitato di salvaguardia democratica ». E' probabile che l'iniziativa venga ripresa oggi, nella riunione del Comitato antifascista, già convocato per mezzogiorno nella sede della Regione. Gli stessi temi sono ripresi nel pomeriggio nella seduta del Consiglio regionale. Dopo aver discusso l'atto criminoso che, dice Sanlorenzo, « è il più grave che la Repubblica ha dovuto affrontare negli ultimi 30 anni per la difesa delle sue istituzioni » l'assemblea sospende i lavori per partecipare alla manifestazione di piazza San Carlo. In Consiglio parlano tutti i capigruppo mettendo in rilievo il fatto che « il rapimento di Moro avviene nel giorno in cui nel Parlamento sta per nascere un governo che trova la solidarietà di tutte le forze politiche del Paese». Solidarietà di cui Moro è stato grande artefice. Ma anche « solidarietà » nel cui ambito si può trovare la forza per reagire, al di fuori delle richieste da più parti ricorrenti, di leggi straordinarie o speciali. Non bisogna « cedere alle tentazioni che ci vengono dall'irrazionale e dalla demagogia ». Un ordine del giorno portato dal Consiglio in piazza San Carlo parla di « tragica congiura » che ha portato a « migliaia di delitti provenien¬ ti da organizzazioni diverse nei nomi ma non nei metodi, ispirate da differenti aberranti ideologie ma aventi in comune l'obiettivo della liquidazione delle libertà conquistate con la Resistenza, la Costituzione e la Repubblica ». Il documento conclude con tre richieste: « 1) Si rafforzino nel Paese, fra le forze politiche e sociali e tra i cittadini, le condizioni morali, di consapevolezza e di decisione atte a difendere e a ristabilire pienamente le regole della vita civile e democratica; 2) si adottino, quale espressione della volontà popolare che non consente incertezze, le misure atte all'individuazione, arresto e punizione degli autori del rapimento dell'on. Moro e dell'assassinio dei carabinieri e agenti di polizia e con loro di tutti quelli che impunemente hanno sinora potuto compiere i delitti più atroci del terrorismo politico; 3) infine siano prese tutte le misure necessarie ad elevare l'efficienza dei corpi dello Stato preposti alla lotta contro il terrorismo ». Il cuore della città, piazza San Carlo, ha pulsato ancora una volta di commozione, sdegno, sgomento. Si sono ritrovati in cinquantamila, operai, casalinghe, pensionati, giovani, gonfi di emozione a gridare il loro « no » alla violenza. L'hanno gridato con gli occhi lucidi, con compostezza e fermezza. L'appuntamento è per le 16,30 ma un'ora e mezzo prima, la grande piazza, termometro della temperatura psi- cologica di una città e dell'intera regione, comincia già a riempirsi. Alle 15 ci sono ancora le squadre di operai chiamati per allestire il palco, i microfoni, le transenne. Ma tutt'intorno, come nel resto della città, i negozi hanno le serrande abbassate: anche i commercianti vogliono esprimere la loro emozione e protesta. Uno speaker preannuncia la manifestazione, informa sulla mobilitazione di massa. Fornisce le percentuali dello sciopero: alla Fiat Mirafiori cento per cento, alla Pininfarina, Bertone, Atm, Enel, Olivetti, cento per cento. Appollaiati sui gradini del monumento gruppi di giovani innalzano striscioni e bandiere. Da Mirafiori, dalle piazze Crispi, Sabotino e Carducci si preannuncia l'arrivo di operai in corteo. Dall'altoparlante echeggiano le note di canti della Resistenza. Sentiamo i commenti della gente. Due i riferimenti più citati: l'attentato a Togliatti nel lontano '48 e la strage di piazza Fontana a Milano. « Siamo nello stesso clima, ma non passeranno » dice un pensionato che sta leggendo le edizioni straordinarie dei quotidiani. Volantini invitano alla calma la gente che con le radioline all'orecchio segue lo sviluppo delle indagini. Arrivano i primi cortei di operai, arrivano esponenti politici di tutti i partiti, sindacalisti, sindaci, gonfaloni di amministrazioni comunali. Si leggono all'altoparlante le prese di posizione dei partiti e delle associazioni di categoria. Quando comincia a parlare il sindaco Novelli, la piazza è stipata da cinquantamila persone. Le code occupano anche via Roma. «L'esecrazione, la condanna, l'espressione del nostro commosso cordoglio — grida Novelli — per i familiari degli agenti uccisi e della nostra solidarietà alla democrazia cristiana non bastano. In questa ora grave, di fronte a questa barbarie, per stroncare questo assalto eversivo, ciò che occorre prima di ogni altra cosa, è l'unità, nelle coscienze e nei comportamenti, di tutti i cittadini. ri : o Cinquantamila cittadini commossi, indignati e angosciati stipano piazza San Carlo: parla il sindaco Diego Novelli ctsa

Luoghi citati: Collegno, Furnari, Italia, Milano, Orbassano, Pinerolo, Roma, Torino