Un museo regionale per tutte le Scienze

Un museo regionale per tutte le Scienze Nel vecchio S. Giovanni Un museo regionale per tutte le Scienze Presentata un'apposita legge per valorizzare le preziose collezioni esistenti Strumento didattico e di divulgazione La quinta commissione del Consiglio regionale ha preso In esame la bozza del disegno di legge relativa all'istituzione di un Museo regionale di Scienze naturali destinato a riunire, In un unico organismo espositivo, Importanti collezioni scientifiche appartenenti all'Università e al Politecnico. L'Idea lanciata l'anno scorso non poteva trovare immediata attuazione, legata com'era a tutta una serie di procedure e di problemi complessi e delicati, ma con la presentazione di questo documento, elaborato dall'assessore Fiorini, si può dire che ha fatto un significativo passo avanti. Il testo è stato illustrato alla Commissione con l'intervento di tre esponenti delle facoltà più direttamente interessate: il professor Franco Ricca, anche In rappresentanza del professor Borello, preside della facoltà di Scienze, il professor Manaroda, direttore dell'Istituto di geologia e il professor Roggero, preside della facoltà di Architettura, direttamente chiamato in causa per la sede che si pensa di destinare al nuovo museo: il grandioso palazzo dell'ospedale Maggiore di San Giovanni. La severa mole architettonica, tutta in mattone rossocupo, era stata progettata da Amedeo di Castellamonte nel 1680 e terminata dopo la sua morte dal Baroncini e dal Garove. Nel 1757 il Vittone vi aggiunse 11 Teatro Anatomico (poi distrutto) che il famoso medico torinese Giovan Antonio Bertrand!, tornando da Parigi e Londra, aveva consigliato a Carlo Emanuele III. Nel suol tre secoli di vita l'edificio ha subito anche gravi alterazioni, ma soprattutto un lento processo di degradazione. All'equipe del professor Roggero, toccherà di eseguire un preciso rilievo del monumento e di allestire un progetto di ripristino architettonico da attuarsi non appena si possa disporre del palazzo dopo il trasferimento di ogni attività ospedaliera in altra sede, più adatta alle attuali esigenze assistenziali. Il secondo articolo del disegno di legge stabilisce le finalità del nuovo Istituto: da un lato promuovere una più diffusa cultura scientifica, stimolando l'Interesse della popolazione e in particolare del giovani, per le scienze naturali; favorire la formazione di specialisti nel campo museologlco e della divulgazione scientifica, contribuire alla qualificazione e riqualificazione professionale degli Insegnanti dall'altro mettere a disposizione del pubblico più vasto, oltreché degli studiosi, di una struttura in grado di conservare, utilizzare e valorizzare le collezioni dell'Università di Torino, favorendo l'aggiornamento e l'accrescimento delle raccolte. Ma è previsto anche un coordinamento con le attività di altri musei esistenti nella regione con opportuni scambi culturali e la collaborazione con l'Università e gli altri istituti scientifici della regione. Nel regolamento, emerge subito la delicatezza dei rapporti che devono portare alle convenzioni tra Regione e istituti universitari per dar corpo al nuovo museo. A predlsporle sarà il Comitato sdentili co composto da «persone di riconosciuta competenza nel campo | della ricerca e della didattica scientifica comprovata da specifici titoli od attività». Se ne prevedono cinque: di cui tre nominate su Indicazione del Consiglio regionaie, una dal Consiglio comunale di Torino, una dall'Università. Il nuovo istituto avrebbe naturalmente un proprio organico e un proprio bilancio. Nel nuovo Museo regionale di Scienze naturali dovrebbero confluire collezioni di grande rilievo come quelle del Museo Zoologico, da anni sottratte al pubblico ma che in passato hanno goduto di larga popolarità col loro alto numero di visitatori attratti soprattutto dalle vaste raccolte di inset ti, di uccelli, mammiferi, rettili con specie talora estinte. Notevoli anche le raccolte geologiche e mineralogiche (dell'Università e del Politecnico), quelle di Paleontologia, e, con altre, le collezioni del museo di antropologia ed etnografia di recente riordinate dal professor Chiarelli. an. ara.

Luoghi citati: Castellamonte, Londra, Parigi, Torino