Il nuovo piano del commercio
Il nuovo piano del commercio Lo prepara il Comune Il nuovo piano del commercio Dopo che il Coreco ha respinto il precedente chiedendo la modifica di 4 articoli Il plano commerciale del Comune, varato prima dell'estate '77, dopo 5 anni di studi, è da circa sei mesi «In panne»: Jcunl suoi articoli sono stati bocciati, nell'ottobre scorso, come «Illegittimi», dal Comitato regionale di controllo. Spiega l'assessore al commercio, Sclcolone, socialista: «7! nostro è un progetto (voluto dalla legge del 1971) per riequiUbrare l punti di vendita in città. Abbiamo zone sovraflollate di negozi (basti l'esemplo del centro) e altre {come la Falcherà, le Vallette o Mi raflort) carenti di tutto. Ma il Coreco, con un giudizio "di merito" più che di legittimità ha annullato i articoli del documento: due, parte del "7" (super/lei massime dei singoli esercizi) ed il "10" (zone commerciali congestionate), fondamentali per tutta la struttura e per la politica del plano». Il concetto di londo della deliberazione passata nel luglio scorso con un'ampia maggioranza (astenuti: pli, dn, msi, favorevoli tutti gli altri) in Consiglio comunale, era e rimane quello di riequilibrare la rete commerciale di Torino: rafforzando 1 servizi in periferia e trasferendo il più possibile le «nuove licenze» dal centro e dalle zone «sovraflollate a quelle meno servite». «Per questo — aggiunge Sclcolone — avevamo deciso di bloccare il rilascio dei permessi per nuovi negozi nei 24 punti della città definiti "saturi". La superficie massima degli esercìzi commerciali serviva invece ad evitare che in un borgo già congestionato dal traffico, o da altre attività, come S. Paolo, sorgessero mini o maxi mercati che, superflui per le esigenze commerciali del rione, attirassero una clientela pendolare da altri quartieri con conseguenze disastrose in una situazione già difficile». E gli altri due articoli contestati dal Coreco? «Sono il "15" ed il "17". Riguardano: i trasferimenti, gli ampliamenti oltre i limiti pre¬ visti e le superflci minime dei negozi in caso dì attività miste. Hanno però un rilievo minore rispetto al due precedenti». Assessore, 1 commercianti contavano molto su questo piano. Quali conseguenze ha avuto slnora? «In attesa di rivedere i punti annullati (speriamo di portare in Consiglio la nuova delibera entro aprile) abbiamo sospeso il rilascio delle licenze previste negli articoli contestati». In sei mesi le richieste che giac clono nel cassetti dell'assessorato, per questo motivo, sono circa 60 su un totale annuo di 250 domande. Sclcolone per «dirimere la questione» (come dice) ha riunito più volte le due commissioni competenti, che hanno formato, a loro volta, una sottocommissione operativa. Ora il lavoro è a buon punto. C'è già una bozza che corregge la precedente delibera: presto andrà all'esame delle due commissioni, poi della giunta ed entro aprile in Consiglio. Ecco le soluzioni proposte per i due articoli principali: per 11 «7», il concetto di «superficie massima» verrà sostituito da quello della «compatibilità». In altre parole se un negozio supererà lo «standard» definito per una zona (esempio 100 mq), non otterrà la licenza. Articolo 10. Nei quartieri (o parte di essi) «congestionati» non vi sarà più il blocco totale dei permessi, ma i nuovi esercizi dovranno avere caratteristiche precise: ad esemplo essere aperti in zone con 1 portici (piazza S. Carlo, via Po) o nelle zone destinate ai pedoni g. san.
Luoghi citati: Torino
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