Regione, un anno perso

Regione, un anno perso Le consultazioni sul bilancio 1978 -'80 Regione, un anno perso Questo è il giudizio degli imprenditori a proposito dei 546 miliardi di residui passivi (somme stanziate e non spese) - "Non potete ignorare il ruolo determinante delle imprese private" Qual è il vostro giudizio sul bilancio pluriennale '78-'80? E' la domanda base alla quale, nella consultazione di Ieri presso la I Commissione del consiglio regionale presieduta dall'aw. Rossotto (uld) hanno risposto la Federazione degli industriali, l'Unione dell'edilizia, e quella delle Camere di commercio. Un giudizio non completamente negativo, ma nemmeno positivo. « E' un primo tentativo dì governare attraverso una politica non più lasciata al caso, mettendo a disposizione un quadro di riferimento » dicono 1 costruttori. « Un punto di passaggio obbligato nell'attuazione del piano di sviluppo » aggiungono gli industriali; ma quante difficoltà incontra questo tentativo e quante pecche sono riscontrate nel documento. Primo rilievo: 1 residui passivi, cioè quelle somme che negli anni precedenti sono state messe In bilancio ma non spese. A fine '77 risultavano di 546 miliardi. Poiché questa somma costituisce mediamente la quota annuale delle risorse disponibili della Regione, «ciò significa — sostengono gli industriali — che mediamente un anno di gestione della finanza regionale è rimasto sulla carta ed è un anno perso ». I costruttori: « Si parla di una revisione delle leggi di spesa per ovviare alla formazione dei residui passivi: quest'opera, con l'indicazione delle leggi poco efficaci, avrebbe dovuto precedere la presentazione del bilancio pluriennale fornendo così una visione più realistica della finanza regionale e dei programmi finanziabili ». Certo che 546 miliardi non spesi sono molti e 11 guaio è che figurano anche dove non ci dovrebbero essere, vale a dire nel capitolo socio-sanitario: 2 miliardi previsti come contributi a Comuni per l'assistenza di anziani, inabili e minori. II documento ora all'esame è una nuova stesura, aggiornata, del bilancio pluriennale anticipato col piano di sviluppo. E purtroppo, secondo tutti 1 consultati, si nota una riduzione tra l'uno e l'altro. « Ad esempio — lamentano gli Industriali — nell'area d'intervento 3, gestione e assetto del territorio, ci sono tagli cospicui per la sistemazione idrogeologica e forestale (da 12 a e miliardi) e per la protezione e risanamento delle acque (da 16,5 a 2,4 miliardi) » senza che la scelta sia correttamente motivata. Pure 1 costruttori rilevano questo « crollo » e insistono su altri: « Si riducono a meno della metà i fondi per la promozione degli strumenti urbanistici, crolla a poco più di un terzo (da 30,4 a 11,1 miliardi) il programma di intervento per acquedotti e fognature e di urbanizzazione primaria delle aree destinate a edilizia pubblica e residenziale. Crolla, da 17,5 a 5 miliardi il progetto per l'acquisizione e II risanamento di complessi residenziali di interesse storico e culturale ». I tagli si sono dovuti fare perché 1 programmi previsti superavano di 500 miliardi le entrate possibili; ma questa considerazione induce a seri dubbi sulla capacità di spesa della Regione. Le Camere di commercio rileva¬ no che essa « è massima nel campo ospedaliero dove la Regione funge da tramite in una partita di giro die ha come reali protagonisti lo Stato e gli ospedali: è invece minima in un campo di stretta competenza regionale, come il territorio ». Queste difficoltà giustificano, for se, la mancanza di precise Indicazioni di priorità; e tutti le rilevano. Gli industriali chiedono « interventi per progetti » nel quali « all'impresa sia riconosciuta piena cittadinanza non solo sulle finalità, ma sulle modalità operative che devono essere di totale indipendenza e riferite all'esigenza di stare sul mercato ». E' un invito preciso alla Regione: « Sappia cogliere le capacità operative degli imprenditori operando su progetti che possano coinvolgerli sia come realizzatori sia come controparte ». Gli impresari edili: « Non si deve presumere di poter risolvere tutti i problemi con il solo intervento di operatori pubblici o semipubblici. In alcuni cast il ruolo dei privati può esser determinante ». E fanno II caso della ristrutturazione del centri storici per 1 quali già esistono progetti anche come metodo di finanziamento, o-arb.

Persone citate: Rossotto