Nati con la laurea

Nati con la laurea Nati con la laurea NICOLA ADELFI 11 passaggio automatico da una classe alla superiore nella scuola dell'obbligo; poi il « sei politico » agli alunni delle scuole medie; infine « il 27 per tutti » agli universitari. Sono queste le richieste agitate in piazza da consistenti gruppi di studenti con molto fervore: all'occorrenza sottopongono i professori a «processi popolari», li maltrattano fisicamente o li dileggiano in pubblico con parole scurrili, incendiano la loro auto. Periodicamente sfidano e affrontano le forze dell'ordine con abbondante impiego di bottiglie Molotov, pietre e bastoni. Volentieri sfasciano laboratori e arredamenti scolastici, appiccano il fuoco a biblioteche e aule. Sono una minoranza? Certamente. Hanno però imparato da Lenin che in determinate circostanze una minoranza compatta, decisa e ben guidata può sopraffare una maggioranza pacifica e sparpagliata. E da eterogenei manuali militari hanno imparato le tecniche della guerriglia urbana. Infine in alcune adunate sindacali hanno udito un coro ritmato su quattro parole: «Lavoro zero - salario intero». E perché mai non dovrebbe essere lo stesso per la scuola? Dunque, «Studio zero pezzo di carta intero ». Anche se oggi appare inverosimile, supponiamo per un momento che per amore del quieto vivere da parte delle autorità, polizia e magistratura comprese, oppure per calcoli politici di questo o di quel partito, la minoranza «antistudio» abbia il sopravvento e riesca a conseguire gli obiettivi indicati qui sopra. Allora a ogni neonato, per legge, verrebbe garantito un certificato di laurea al compimento, mettiamo, del ventunesimo anno, abbia o no annusato mai un abbecedario. In altre parole, gli studenti sarebbero esentati dall'obbligo di studiare e i professori dall'obbligo di insegnare. In definitiva il nostro diventerebbe un Paese dove tutti sono dottori e tutti analfabeti. In aggiunta, a ciascun laureato lo Stato avrebbe l'obbligo di dare un salario dignitoso, senza che per questo possa poi pretendere alcuna prestazione di lavoro. Ed è come dire che tutti sarebbero occupati e tutti esonerati dal lavoro. E' una ipotesi. Con la fantasia inoltriamoci verso altre ipotesi. Per esempio, se trionfa l'analfabetismo di massa, è molto probabile che per un moto di reazione venga a formarsi una minoranza, piccola finché volete, di giovani che studiano sul serio, molto, moltissimo. Si sentiranno avvolti dai sospetti e dal malanimo dei più, ma non per questo demorderanno: anche se vigilati e puniti con severità, essi continueranno segretamente a cercarsi e a studiare con accanimento. A un certo momento, per questa minoranza in possesso dei requisiti scientifici che occorrono per suggestionare e inebetire le masse, sarebbe un gioco da niente impadronirsi del potere e farne forse, chissà, un uso malvagio. Per esempio: la casta dei nuovi stregoni potrebbe stabilire una volta per sempre che il loro potere debba essere riguardato come un diritto sovrano, assoluto ed ereditario. Una casta ermeticamente chiusa: e di conseguenza, mai e poi mai a un analfabeta verrebbe concessa la facoltà di possedere un libro o una matita. E tanto meno di formulare proposte sociali o politiche: ma soltanto suppliche personali, secondo un rituale rigoroso e di natura servile. Se sarà così il nostro futuro, possiamo immaginare che gli studiosi di civiltà sepolte, aggirandosi tra muri in rovina, si troveranno a decifrare frasi come «Lavoro zero - salario intero» oppure «La laurea a tutti». E loro, i nuovi stregoni, così istruiti, così ben nutriti e religiosamente riveriti, che faranno? Cerchiamo di vederli con la fantasia mentre sostano davanti ai graffiti decifrati. Non dicono parole, ma scuotono il capo con aria perplessa, tra la commiserazione e il disprezzo, pensando alla mentalità infantile degli ominidi che incisero quelle scritte intorno all'anno 1984, senza sospettare nemmeno per un attimo che stavano preparando il terreno per la formazione di una plebe condannata dall'ignoranza a vivere nella povertà e nella paura: uomini con i riflessi condizionati a un'obbedienza immediata, completa, abietta. A tal punto saranno condizionati i riflessi di quei nostri posteri che quando vedranno apparire sui ruderi qua e là simboli sbiaditi della libertà e dell'uguaglianza sociale, all'istante i loro petti si gonfieranno di un odio cieco, e rabbiosamente digrigneranno i denti.

Persone citate: Lenin, Molotov