I tre Centri direzionali della Fiat hanno il consenso della Regione

I tre Centri direzionali della Fiat hanno il consenso della Regione In borgo S. Paolo e alPAeritalia, rimane corso Marconi I tre Centri direzionali della Fiat hanno il consenso della Regione L'«ipotesi d'accordo» dovrà essere esaminata ora dagli Enti locali e dalle forze sociali - L'avvocato Montezemolo: "E' il contributo alla riqualificazione del territorio" Incontro decisivo in Regione per le aree Fiat. Da una parte del tavolo, l'aw. Luca Montezemolo, direttore delle relazioni esterne Fiat, l'ing. Misuraca, del settore ingegneria civile e territorio e II dott. Pecchini, segretario della Federazione industriali piemontesi; dall'altra il presidente della Regione Vlglione con gli assessori Bajardi, Astengo, Rivalta e Simonelll; il sindaco Novelli con l'assessore Radlcioni, 1 sindaci di Collegno, Manzi, e di Candido, Bettassa. L'accordo che avevamo annunciato martedì si è concretizzato: la Fiat lo definisce « ipotesi di soluzione che nessuno può pensare di Imporre, ma che deve trovare verifiche e consensi negli organi degli Enti locali interessati cui spetta, in modo non alienabile, piena responsabilità riguardo alle scelte per II proprio territorio ». E' una frase dell'avv. Montezemolo. Anche la Regione parla di « Ipotest »: essa prevede che « la rilocaUzzaztone degli uffici direzionali Fiat avvenga all'interno della struttura urbana riducendo i problemi di pendolarità per lavoro ed evitando la compromissione di aree esterne e di particolare valore come quelle interessate del parco Intercomunale di Stuplnlgl ». Il comunicato della Regione prosegue: « Un corretto rapporto di rllocaltzzazione dovrà anche consentire una riqualificazione urbana e II recupero effettivo di spazi per servizi, attrezzature e verdi pubblico ». Questa « Ipo¬ tesi di accordo » è stata raggiunta nell'ambito della proposta convenzione-quadro e ne è un primo esemplo ripetibile. Risaliamo all'inizio del problema: perché lo smembramento del Centro direzionale nelle sedi San Paolo e Campo volo dell'Aerltalla (oltre che In corso Marconi) dopo l'abbandono del progetto Candiolo? Il progetto Candiolo nacque prima della Holding e quando la Regione chiese di abbandonarlo la Fiat u acconsentì dopo aver esaminato le esigenze portate dalla nuova struttura ». Il problema della direzionalità Fiat nasce quindi « dal concreto fabbisogno manifestatosi negli undici settori del gruppo e dalla loro necessità di organizzarsi per essere il più funzionali posstbile ». E' sufficiente dire, per giustificare quest'esigenza, che oggi sono sparse nella città circa cento sedi di uffici direzionali. Contem poraneamente è esplosa la necessità per il Comune di recuperare aree per servizi. Non è sufficiente, infatti, colorare una mappa perché diventi « servizi », bisogna liberarla e realizzare su di essa le infrastrutture. Dice Montezemolo: « Si sono tvtrecciati vari problemi: il numero degli enti locali interessati, tempi per smobilitare, legislazioni nazionali e regionali da osservare. Necessità quindi di ricercare una azione concertata tra enti locali al diversi livelli, industriali, Fiat e, naturalmente, organizzazioni sindacali ». Con questo criterio la Fiat ha esposto in sede di Federazione industriale a tutti 1 partiti le sue esigenze e 1 suoi programmi e « tutte le forze politiche si sono rese conto dell'importanza del problema per l'azienda e la città ». Dopo questo passo « si è correttamente individuato nell'Ente Regione il centro dt riferimento cui affidare la ricerca di coordinamento tra i diversi aspetti del problema ». Ora, dopo l'Ipotesi di accordo in Regione verrà la fase del dibattito locale che « dovrà doverosamente Interessare tutte le forze politiche ». In che cosa consiste l'accordo? L'avv. Montezemolo lo sintetizza. « / fabbisogni accertati attraverso indagini nei settori del gruppo sono di 675 mila metri cubi tra San Paolo e l'area del campo volo. La Fiat è disponibile a localizzare nell'area in comune di Torino solo i volumi compatibili con la sostanziale tutela dei It velli dt servizio previsti ». Si riferisce alla Variante 17. Aggiunge: « Per evidenti logiche dt programmazione aziendale è necessario riservare una quota per ulteriori sviluppi, di modo che non sia necessario tra cinque o dieci anni intavolare nuove discussioni sull'argomento, tenuto conto degli auspicabili progetti di ampliamento della società ». A questo proposito si fa rilevare che le circa cento sedi ora sparse per la città lo sono anche per una prolungata « carenza di azione amministrativa pubblica ». Infine: « E' evidente l'opportu¬ nità dt comprendere, all'Interno della cubatura totale, quote destinate ad attività, integrate e funzionali alle direzionalità, per evitare che gli uffici Fiat si inseriscano nel territori comunali come elemento di sovrapposizione casuale o, peggio, di rottura ». Si auspica, cioè, una limitata «terziarizzazione»; comunque « niente residenze». Con questa affermazione recisa si smentiscono le perplessità espresse ancora in questi giorni. Come si smentisce che il centro di San Paolo costituisca pericolo per il posto di lavoro di 6 mila operai. I lavoratori interessati ad un processo di mobilità sono attualmente 2350, poi ci sono 650 tra impiegati e dirigenti. Precisazione importante: « La riorganizzazione delle funzioni direzionali lascia impregiudicati t programmi e le Iniziative di sviluppo e riorganizzazione delle attività produttive con le loro previste localizzazioni ». Conclude l'avv. Montezemolo: « Con queste operazioni la Fiat riconferma la sua linea di rapporto corretto con le Istituzioni, nel reciproco rispetto dei ruoli. In particolare, con l'avvio della convenzione-quadro, l'azienda apre la strada alle piccole e medie imprese, instaurando un proficuo rapporto di collaborazione che tutela 1 loro Interessi oggettivi. Questo è il contributo concreto che un gruppo come la Fiat può dare ad un positivo processo dì riassetto del territorio ». Domenico Garbarino

Luoghi citati: Collegno, Rivalta, San Paolo, Torino