I legali chiederanno il diritto all'autodifesa per i brigatisti? di Claudio Cerasuolo

I legali chiederanno il diritto all'autodifesa per i brigatisti? Quando il collegio degli avvocati sarà completato I legali chiederanno il diritto all'autodifesa per i brigatisti? La Corte potrebbe affidare al presidente dell'Ordine degli avvocati la difesa d'ufficio Seconda udienza al processo «Br», così breve da non consentire a buona parte dei giornalisti l'accesso in aula. Dei dieci difensori d'ufficio nominati giovedì scorso dalla corte d'assise, in sostituzione degli avvocati di fiducia revocati dai brigatisti detenuti, soltanto 6 hanno accettato l'incarico. Sono gli avvocati Fulvio Gianaria per il brigatista Angelo Basone (uno dei firmatari del proclama letto in aula), Umberto Minni per Pietro Bassi (detenuto e firmatario), Bianca Guidetti Serra per Vincenzo Guagliardo (identica posizione), Emilio Papa per Alfredo Buonavita, Giovanni Avonto per Giorgio Semeria (stesse posizioni) e Gian Paolo Zancan per Mario Moretti (dichiarato contumace). Quattro legali torinesi hanno invece rifiutato la nomina d'ufficio: sono Cesare Zaccone (per il latitante Marco Pisetta), Valerio Bersano (per Roberto Ognibene), Pietro Auberti (per Patrizio Pelli) e Oreste Longhi (per Giuliano Isa e Nadia Mantovani). Al loro posto il presidente della Corte Barbaro ha nominato altri 5 difensori d'ufficio (uno in più perché Longhi avrebbe dovuto difendere due imputati). Sono Francesco Cagna, Enrico Elia, Emilio Bachi, Tomaso Tabellini e Pietro Zambelli. Bachi ha fatto sapere che accetterà la nomina, Tabellini che la rifiuterà. Gli altri tre sono incerti (Elia accetterà solo se costretto, Cagna è in vacanza in montagna e Zambelli è fuori Torino). Quasi certamente Barbaro dovrà ricorrere ad ulteriori nomine d'ufficio nell'udienza di questa mattina. C'è un solo modo per far «decollare» il processo. L'art. 130 del codice di procedura penale prevede che il presidente Barbaro possa nominare come difensore d'ufficio il presidente dell'Ordine degli avvocati, come del resto aveva già fatto nel giugno del 1976 con il presidente Fulvio Croce, poi assassinato dai brigatisti. Sono in molti ad augurarsi che Barbaro riesca a trovare i difensori che ancora mancano senza ricorrere a questa possibilità. Quando il collegio di difesa sarà completato, l'avvocato Fulvio Gianaria e altri con lui (Guidetti Serra, Dal Fiume, Zancan) intendono sostenere il diritto all'autodifesa dei brigatisti. La questione dell'autodifesa è già stata sollevata in occasione del primo tentativo di processo e respinta dalla Corte, che però potrebbe rie¬ saminarla se fosse motivata con diverse argomentazioni. E' uno dei tanti scogli che il processo dovrà superare. La cronaca dell'udienza di ieri mattina registra la polemica sollevata dalla motivazione del rifiuto dell'avvocato Cesare Zaccone (uno dei quattro che hanno detto di «no»). L'avvocato Antonio Foti (uno dei nove difensori d'ufficio, nominati in occasione della prima revoca dei legali di fiducia fatta dai brigatisti) ha preso posizione, chiedendo ufficialmente al presidente dell'Ordine Gian Vittorio Gabri quale risposta intenda dare al rifiuto di Zaccone. «Ritengo la veste e la funzione di difensore in questo processo del tutto incompatibile con la mia coscienza e dignità di avvocato — ha detto Zaccone a Barbaro — anche con riferimento al rifiuto che gli imputati hanno fatto di una difesa tecnica». Zaccone è consigliere dell'Ordine e proprio per questo motivo la sua dichiarazione ha suscitato polemiche. Per quanto riguarda le nomine dei difensori d'ufficio fatte giovedì e venerdì dalla Corte, c'è da fare una doverosa precisazione. Non c'è stata alcuna consultazione tra il presidente della Corte Barbaro e il presidente dell'Ordine degli avvocati Gian Vittorio Gabri. «E' la Corte che nomina i difensori d'ufficio in caso di ricusazione dei legali di fiducia», ha detto Gabri. Barbaro ha estratto a sorte i nomi degli avvocati. Oltre a Zaccone hanno rifiutato Auberti e Bersano. «Sono senza segretaria, devo rispondere al telefono, aprire alla porta, fare tutto da solo — ha detto Bersano — e quindi non posso accettare l'incarico». «Ho una menomazione fisica, una mano e una parte del braccio destro semiparalizzati», ha precisato Auberti. Il caso del quarto rifiuto, quello di Oreste Longhi, è più complicato e sul fatto ci sono due versioni, quella dell'interessato e quella della Corte. «Ho ricevuto una telefonata dal dottor Gravanese (responsabile delle scorte di protezione degli avvocati e ai giurati del processo) alle 19 di giovedì — ha raccontato Longhi ieri mattina ai giornalisti —. Ci siamo dati appuntamento per le nove di oggi (venerdì) nel mio ufficio, appuntamento poi confermato da un funzionario della questura. Questa mattina, alle 9, non vedendo arrivare nessuno, ho ritelefonato a Gravanese, che mi ha inviato un'auto. Quando sono arrivato in aula il processo era già stato rinviato. Ho appreso di essere stato sostituito e che nei miei confronti erano stati trasmessi gli atti alla corte d'appello per i provvedimenti disciplinari del caso (sospensione della professione da due a sei mesi)». Per la cancelleria della Corte, invece, Longhi doveva presentarsi in aula alle nove come hanno fatto gli altri. E veniamo ai cinque nuovi difensori d'ufficio nominati da Barbaro. L'unico «sì» è dell'avvocato Emilio Bachi, 70 anni, più di una quarantina di professione alle spalle. «Accetterò senz'altro l'incarico — ha dichiarato —. Sono un civilista, ma mi pare che la circostanza non mi possa esentare». «Ha saputo dell'attentato di questa mattina?», gli è stato chiesto. «Sì, purtroppo. Se non si fa il proprio dovere queste cose continueranno ad accadere», ha risposto l'anziano professionista. Il «no» altrettanto certo è dell'avvocato Tomaso Tabellini, che ha comunicato il suo rifiuto con una lettera fatta pervenire alla cancelleria della Corte ieri pomeriggio. L'avvocato Errico Elia è incerto: «Faccio il civilista da 30 anni — ha detto — e non capisco il motivo della mia nomina». L'avvocato Piero Zambelli è fuori Torino per lavoro (ma ha ricevuto la notifica della Corte) e l'avvocato Francesco Cagna è in vacanza in montagna. Con novanta probabilità su cento all'udienza di questa mattina tre brigatisti saranno ancora senza difensore d'ufficio. Claudio Cerasuolo

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