Roma: Radio radicale occupata da terroristi di Fabrizio Carbone

Roma: Radio radicale occupata da terroristi Roma: Radio radicale occupata da terroristi Hanno legato un tecnico e messo in onda una registrazione - Si vogliono unificare nelle Br tutte le sigle del terrorismo? Roma, 9 marzo. Le Brigate rosse hanno incaricato un gruppo clandestino «minore» di una azione di propaganda per «salutare» l'inizio del processo contro Curcio e i capi storici delle Br. Così a Roma, alle 7,15 un nucleo delle «Formazioni combattenti comuniste» composto da tre uomini e una donna è entrato nei locali di via di Villa Pamphili, da dove trasmette su modulazione di frequenza «Radio Radicale», ha immobilizzato un giovane tecnico e ha mandato in onda un nastro registrato con un proclama. Una voce femminile ha lanciato via radio, ripetendolo, il messaggio. Con una telefonata ad un giornale romano le «Fcc» hanno poi dato indicazione per trovare, in una cabina telefonica, il ciclostilato che riproduceva il testo trasmesso. L'azione del commando è stata compiuta in pochi minuti. Nella sede radicale era presente Carlo Couvert, 20 anni, torinese residente a Roma. Quando ha aperto la porta si è trovato di fronte due giovani a viso scoperto: lui alto e magro, giacca e jeans; lei, un metro e sessanta capelli lunghi, occhiali da sole, jeans. «Vogliamo fare un versamento per la radio», hanno detto tranquilli. Quando il giovane si è voltato per prendere il registro dove vengono elencate le sottoscrizioni volontarie alla radio privata, l'uomo gli ha puntato alla schiena una pistola. «Non ti preoccupare — ha aggiunto — dobbiamo trasmettere questo nastro; spiegaci quello che bisogna fare». Infilata la «cassetta» e messo in moto il registratore i due hanno fatto entrare gli altri componenti del nucleo. Carlo Couvert è stato legato e incerottato. Prima di uscire il capo del gruppetto ha rotto i fili del telefono. Couvert è riuscito a liberarsi da solo tagliando le corde con il vetro di una bottiglia che era riuscito a rompe- . è . , o l i e o e . , r re. Poi l'allarme e, alla fine, la telefonata delle «formazioni» che rivendicava il gesto e annunciava il volantino. Il messaggio è interessante perché contiene, al di là del solito delirio, indicazioni precise. Le «Fcc», note per aver rivendicato da Milano un attentato a Novara contro una stazione dei carabinieri, parlano dell'«eranesi7no tentativo» di processare «i compagni» delle Br e con loro «tutte le avanguardie armate del proletariato». Quindi le «Formazioni combattenti comuniste» rivelano il loro legame con le Brigate Rosse e le altre formazioni terroriste che, almeno come sigle, proliferano ora nel Paese. Il messaggio di chiara propaganda si rivolge soprattutto ai detenuti nelle carceri che sono tutti «politici» sia perché «proletari illegali», sia perché «condannati dalle strutture del potere imperialista che riconosce in loro le potenzialità rivoluzionarie combattenti». E sul carcere il messaggio si sofferma a lungo facendo riferimento al1''«oppressione», alla «brutalità», alle «torture», alla «eliminazione fisica» dei detenuti. E' evidente la volontà di far arrivare nell'isolamento delle strutture penitenziarie un incitamento ai detenuti perché si politicizzino e scendano in campo, con loro, per la lotta armata. Non c'è invito né menzione alla classe operaia: ed è questa una riprova dell'isolamento totale di queste formazioni terroristiche dalla | realtà sociale italiana. Unico punto di riferimento, per la loro propaganda, resta il carcere. Come finale si fa riferimento allVarea interna» del terrorismo che ora agisce in nuclei armati «autonomi». Ma le «avanguardie armate» — questa è l'indicazione e il suggerimento — devono «dirigere il processo di sviluppo delle forme e dei nuclei di combattimento in modo da rendere capillari l'azione e l'intervento sul territorio». Non basta: chi pratica la lotta armata — viene spiegato — è indispensabile che trovi un «collegamento» tra i gruppi e promuova «il confronto e lo sviluppo unificato all'interno di un esercito combattente e rivoluzionario». L'ultimo passo conferma l'ipotesi degli esperti dell'antiterrorismo che hanno notizia di un lavoro clandestino di questi ultimi mesi per «ricucire» i gruppetti «autonomi» e metterli sotto la direzione delle Br. L'unificazione però non c'è; viene sollecitata ma il settore per il «reclutamento» delle generazioni dei «nuovi brigatisti» non va oltre gli spazi carcerari. Il fatto che le «Formazioni combattenti comuniste» abbiano scelto Radio Radicale per l'odierna azione di propaganda si spiega per due motivi: 1) per il fatto che la segretaria del pr, Adelaide Aglietta, ha accettato di far parte della giuria al processo di Torino; 2) perché la radio dei radicali dedica spazio e interventi al problema carcerario con le trasmissioni della «Lega non violenta dei detenuti», e ha quindi un certo «indice di ascolto» nei due istituti di pena di Roma. Fabrizio Carbone

Persone citate: Adelaide Aglietta, Carlo Couvert, Couvert, Curcio

Luoghi citati: Milano, Novara, Roma, Torino