Mimose sulla pedana del vigile

Mimose sulla pedana del vigile Quattro chiacchiere, fra il traffico, con le ragazze in blu Mimose sulla pedana del vigile Ne ha depositato un mazzetto una mano femminile, da un'auto di passaggio, e una voce ha detto: "Viva le donne" -1 colleghi: "Diventerannobrave, hanno le idee chiare" La scorsa settimana hanno giurato di fronte al sindaco e da lunedi sono in servizio effettivo con la pistola sotto l'ascella e il taccuino delle contravvenzioni, nella borsetta. Le prime otto donne vigili urbane di Torino hanno superato senza difficoltà l'esame pratico. Un po' meravigliati gli automobilisti che le hanno viste all'opera nei punti nevralgici della città, sorpresi i colleglli maschi che con una malcelata punta d'invidia ammettono: «Sono brave quanto noi se non migliori». Valeria Ferretto è la prima ragazza-civich che siamo riusciti a «sorprendere» in servizio. Bruna, graziosa, piglio deciso, studentessa universitaria, 23 anni, iscritta a psicologia. Per fare pratica l'hanno assegnata alla sezione delle Vallette. Ieri, fino alle 11 nei cantieri a controllare le licenze, poi lezione di codice stradale in viale dei Mughetti. La incontriamo nell'ufficio del comandante durante una pausa. Attorno a lei ci sono sei colleghi, tutti con anni di lavoro alle spalle. La guardano attentamente come se fosse un mistero vivente e in ogni loro domanda c'è un velo di timidezza: «Com'è andata? Ti trovi bene con noi?». Valeria accetta di parlare con noi ma precisa subito che ha molta fretta. Con molta disinvoltura risponde alla raffica delle domande: «Sì sono fidanzata, mi sposerò un giorno. Ho scelto questo mestiere perché mi place stare in mezzo alla gente. No, non sono femminista, no, non ce l'ho con gli automobilisti, e perché mai?». Qualche episodio curioso da raccontare? «Uno, molto bello. Quello di una donna anziana che quando mi i ha vista si è avvicinata e mi ha \ detto: "Cambi mestiere signorina, vi uccidono tutti"». Ha paura? «Non ho motivo. Faceto solo il mio lavoro». Nella discussione interviene un sottufficiale: «E' brava e sa come difendersi e poi ha la pistola che usa benissimo. E' una delle migliori, al poligono ha totalizzato 15 punti. Dovreste vedere come spara». Il vigile Ferretto sorride, ma vuole fare subito una precisazione: «Non mi sento uno sceriffo. La pistola mi dà fastidio. Credo che non la userò mal. Ci sono ben altri sistemi per convincere la gente e convincerla è il mio mestiere». Dopo il breve colloquio il vigile urbano, matricola 440, rip- inde il servizio accompagnata da un col- latori». Fanno pratica nel momento cruciale della mattinata. Le auto sono tante, il traffico caotico. Sulla pedana si muovono con decisione e gli ordini agli automobilisti sono secchi. Ad osservarle c'è parecchia gente. Un gruppo di ex vigili urbani si è dato convegno all'angolo con via San Donato. Sono loro i giudici più severi ma al momento della «sentenza» dicono: «Niente male. Devono ancora imparare ma diventeranno brave. Si vede già che hanno le idee chiare». Sebastiana Cannata, matricola n. 229: «Aron c'è male come esperienza. Ogni giorno che passa mi convinco sempre di più che ho fatto una buona scelta. Ero stufa di lavorare in un ufficio. Certo adesso siamo al centro dell'attenzione, ma fra alcuni giorni i torinesi si abitueranno anche a noi. Per ora non ci sono stati episodi spiacevoli. Abbiamo solo ricevuto tanti complimenti: dai tassisti, dai tranvieri, e persino dagli automobilisti». Signora è stata fotografata mentre era sulla pedana. Le dispiace? «Per niente, ma se lo sapevo mi mettevo in ordine e toglievo l'Impermeabile». Un collega: «Un po' di grazia femminile non guasta nel nostro "corpo". Era ora». Maria Grazia Buzzo Margari, matricola 232 ha scelto 11 mestiere per vocazione familiare. Suo padre è un ex vigile, suo marito è in servizio da parecchi anni. Per indossare la divisa di panno blu ha lasciato un posto di corrispondente commerciale. Lo spagnolo è la sua seconda lingua. Anche lei risponde con decisione alle domande: «Non sono femminista, ma credo nella parità. I colleghi mi trattano molto bene e con comprensione e se possono mi aiutano. In mezzo al traffico mi trovo ottimamente e non ho problemi. Anch'io come le altre colleghe ho scelto questo mestiere perché mi piace». Il colloquio è breve perché deve | dare il cambio ad un collega. Sale sulla pedana con disinvoltura, osservata da lontano e con discrezione da un sottufficiale istruttore. Manca poco a mezzogiorno, il traffico è intasato. Dalla colonna di auto si stacca una «126». Lentamente si avvicina alla vigile urbana e dal finestrino una mano femminile posa sulla pedana un mazzetto di mimose: «Brava — si sente dire — viva le donne». Oggi è l'8 marzo, auguri. Emanuele Monta lega anziano. Le chiediamo ancora un favore: «Si lasci fotografare mentre controlla i documenti di un automobilista». Prima rifiuta, poi cede all'invito di un superiore: «Dai — le dice — non succede nulla. E' il tuo momento». A fare le spese della nostra richieste è il giudatore di una «128» che ammette candidamente di avere dimenticato la patente. «Sono 2 mila — dice Valeria — ed ha tempo 10 giorni per presentarla ad uno dei nostri comandi». L'uomo accetta rassegnato la contravvenzione ma prima di allontanarsi sbotta: «Proprio a me doveva toccare la prima multa della vigilessa?». In piazza Statuto Incontriamo altre due colleghe di Valeria: Maria Grazia Buzzo Margari e Sebastiana Cannata. Entrambe sposate con figli. Il comando le ha assegnate per ora alla sezione «segna- Valeria Ferretto, ceco la sua prima multa. Piazza Statuto, a mezzogiorno: nessuna esitazione nel dirigere il traffico

Persone citate: Bruna, Ferretto, Maria Grazia Buzzo Margari, Valeria Ferretto

Luoghi citati: Torino