Brigate rosse: giuria formata Adesso mancano i 9 supplenti

Brigate rosse: giuria formata Adesso mancano i 9 supplenti Il "processone,, salvo imprevisti si potrà fare Brigate rosse: giuria formata Adesso mancano i 9 supplenti Ieri hanno accettato di indossare la sciarpa tricolore un funzionario dell'Inali e un ferroviere - Lunedì, ultima convocazione: sarà presente anche il segretario del pr, Adelaide Aglietta, che dovrà dire sì o no - La raccolta di firme contro il terrorismo Su 122 estratti a sorte per far parte della giuria popolare della corte d'assise al processo delle Br, sette finora hanno accettato l'incarico. I due ultimi « si » sono di ieri: un funzionarlo dell'Inali, sulla cinquantina, occhiali, folta barba e baffi appena spruzzati di grigio e un ferroviere sul 35 anni, volto pacioso e sorridente, il giornale in tasca. Quando il presidente Barbaro ha chiesto loro se avessero difficoltà ad accettare la nomina di giurato e si è sentito rispondere « neanche per sogno », il più emozionato era proprio lui. A cinque giorni dall'inizio del processo la situazione è dunque migliorata. Per formare la giuria occorrono sei giurati effettivi e dieci supplenti. Ne mancano ancora nove. Ma su questo punto la legge è tassativa, o tutto dipende dalla valutazione del presidente? Dichiarazioni, Barbaro, non intende farne, ma lascia capire che per cominciare il processo, il 9 marzo, di supplenti vorrebbe averne parecchi, se possibile tutti e dieci. All'udienza di ieri mattina 1 convocati erano dodici. La prima candidata è una giovane madre, la testa bionda e riccia, stivaletti neri e pantaloni attillati. Lavora e ha un bambino di 5 anni: « Da quando è all'asilo passa da una malattia infettiva all'altra ». Esonerata. La seconda candidata è la segretaria del partito radicale, onorevole Adelaide Aglietta. Barbaro legge il telegramma che ha spedito da Roma: «Impossibilitata intervenire per precedenti impegni politici ». Verrà, il pomeriggio del 6 marzo, l'ultima convocazione prima del processo. II terzo è un impiegato della « Philips »: « Sono in cura dai 1953 per una malattia nervosa ». « Ma ha continuato a lavorare? » gli chiede il presidente: « Sì, ma sto male ». Visita medica fiscale. Il quarto candidato è emigrato, il quinto deceduto. Tocca poi a un'Insegnante delle medie col soffio al cuore. Il medico le consiglia di evitare ogni stress. « E lare lezione a dei ragazzi delle medie non è stressante? », obietta Barbaro. L'insegnante ammette quello che non aveva 11 coraggio di confessare: « Non me la sento ». Condannata a 30.000 lire d'ammenda. Uguale sorte al settimo estratto, partito per Foggia ad assistere la vecchia zia malata. L'ottavo è un muratore sui 30 anni: « Perderci ogni possibilità di guadagno ». La corte dispone accertamenti. La nona fa l'assistente sociale, ha un figlio di 9 anni e il padre di 85 da assistere. « Capisco che sarebbe giusto accettare — dice stringendo tra le mani nervosamente la notifica della nomina — ma non posso proprio». Accertamenti anche per lei. Il decimo della serie è 11 ferroviere. Viene avanti calmo e consapevole. Si slede davanti a Barbaro: « Terza commerciale, lavoro alle Ferrovie ». « Allora non ha impedimenti ad accettare l'incarico? ». « Accetto », dice con semplicità l'uomo. L'undicesima è esonerata: i certificati medici di ricovero In un ospedale psichiatrico sono veritieri. Chiude la serie dei dodici un chirurgo delle Molinette che svolge mansioni ritenute indispensabili dal suo caporeparto. La corte lo esonera. Si esaminano poi I sedici casi rimasti In sospeso nell'udienza precedente. Tra questi c'è 11 funzionario dell'Inali, che accetta. « Sono laureato in legge — dice l'Ispettore — e lavoro in un'altra cittadina piemontese ma ho la residenza a Torino ». Non sembra per nulla emozionato. Complessivamente, la situazione è questa: 25 convocati per 11 9 marzo (tra questi vi sono 1 7 che hanno accettato), altri 10 casi in sospeso e 15 nuovi nominativi, convocati per 11 6 marzo. ★ ★ Problemi per 1 colloqui fra familiari e 1 16 brigatisti detenuti. Da quando. In previsione di questo processo, è stato creato un « reparto a grande sorveglianza » è entrata in funzione una sala divisa in due da una parete a vetri antiproiettile: da una parte stanno i detenuti, dall'altra 1 visitatori, per parlare è indispensabile 11 citofono. .i Un'inutile crudeltà », dicono i familiari e sottolineano come ogni volta chi partecipa all'incontro, detenuto o familiare, venga perquisito accuratamente. Giovedì mattina familiari e Imputati hanno rifiutato gli incontri, ieri mattina nessuno si è presentato al cancelli della vecchia fortezza di corso Vittorio. Alcuni parenti hanno avuto un colloquio con il direttore ad interim del carcere. « I controlli sono previsti dal regolamento su chiunque entri nell'istituto », dice il direttore. Perplesso, Invece, per il vetro. Il Comitato antifascista regionale, per testimoniare in concreto la condanna del terrorismo, ha organizzato una raccolta di firme. I moduli per le adesioni (oltre 16 mila) sono distribuiti nelle scuole, nelle fabbriche, nel consigli di quartiere, nel salone de La Stampa in via Roma 80, alla Rinascente di via Lagrauge e alla Coop di corso Vercelli. L'otto marzo, vigilia del processo al cosiddetto « nucleo storico » delle Brigate rosse, verrà fatto il bilancio dell'iniziativa. Il presidente della giunta regionale, Dino Sanlorenzo, ha ricevuto il presidente della Comunità israelitica che gli ha espresso 11 più ampio consenso. Ribadito dal segretari provinciali Pace (Cgil), Del Plano (Cisl) e Ferro (UH) l'impegno del sindacati. Una testimonianza dal liceo D'Azeglio: in duecento hanno sottoscritto la condanna al terrorismo. Punti di raccolta sono istituiti anche in città e provincia, nelle sedi dell'Arci. Una settimana di mobilitazione e dibattito sul tema « Ordine pubblico e terrorismo » è stata organizzata dal pei « zona centro ». Ieri sera A. Monticelli, della segreteria regionale del partito, ha tenuto una relazione su « Terrorismo da piazza Fontana alle Brigate rosse ». Un documento significativo giunge dal consiglio di fabbrica Sud Presse e C. Stampi di Mlraflori e approvato all'unanimità. Dice fra l'altro: « Non serve certo ai lavoratori lo sfascio della scuola o dei mezzi di trasporto pubblico, come non contribuiscono certamente alla lotta del lavoratori, ma gli sono antagonisti, gli attentati terroristici a persone e cose che anche alla Mira- fiori si sono verificati e in particolare alle sezioni Presse e Carrozzeria ». Altre adesioni sono giunte dal Comitato di quartiere Nizza-San Salvarlo, dal coordinamento genitori democratici del quartiere centro. Adesioni anche da oltre 70 fabbriche in città tra le quali l'Azienda Acquedotto Municipale, Pininfarina, Ceat, Morando, Carello, Materferro, lite, Pirelli, Aeritalla, Olivetti. Ieri, esponenti del Comitato d'Intesa tra le formazioni partigiane del Piemonte e della Valle d'Aosta hanno raccolto firme davanti ai cancelli di Mira- fiori. Oggi un centro di raccolta è istituito in piazza Cln: saranno presenti sindaco e presidenti del consiglio e della giunta regionale; la federazione giovanile comunista organizza una manifestazione contro la violenza. Ma notizie di adesioni giungono da tutta la regione. Firme sono raccolte in stabilimenti di Vercelli e Biella, a Mondovt, presso la sede del settimanale La Gazzetta dt Mondovì, al comune di Ovada, al comune di Alba. Domani, infine, organizzata dalla parrocchia, verrà fatta una rpccolta alle Vallette.

Luoghi citati: Alba, Biella, Foggia, Ovada, Piemonte, Roma, Torino, Valle D'aosta, Vercelli