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"sequestrato,, LA CRONACA DELLA TELEVISIONE Giudice "sequestrato,, IERI: deludente lo sceneggiato - OGGI: "Furia", film di Lang Dante Troisi, il magistrato oggi cinquantottenne che nel 1955 pubblicò il Diario di un giudice e si dimise dal ruolo tre anni fa, ha di recente confermato che il suo libro «è la descrizione degli stati d'animo di uno che ha scelto questo mestiere, un tentativo di capire perché lo si continua a fare e che cosa significa trovarsi dall'altra parte d'un banco per decidere la sorte d'un uomo». Un libro, quindi, di riflessioni morali scaturite da tormenti, lacerazioni, assilli, preoccupazioni diverse, legate all'esercizio d'una professione ogni giorno matrice di timori e dubbi. Da esso è nato, si può credere con qualche sforzo, lo sceneggiato tv di cui si è visto ieri sera il secondo e penultimo capitolo sulla rete 1. Nel Diario dì Troisi i frammenti narrativi non sono prospettati in modo tale da costituire un racconto unitario. Perciò, in sede di adattamento per il video, si è dovuto costruire e sviluppare una storia articolata su una realtà fittizia, anche se alla base di essa vi sono accadimenti plausibili. La prima puntata, sotto tale aspetto, aveva tratti positivi: il dramma interiore del magistrato che in un processone è ricusato da un difensore, era espresso in pagine sobrie, dotate di asciutta comunicativa. E il colpo di scena finale (l'evasione d'un omicida) suggellava con efficacia un capitolo promettente. Le promesse non sono state tutte mantenute nella seconda puntata. D'accordo che non si poteva restringere il racconto all'analisi del pessimismo e della sfiducia che travagliano il ricusato giudice protagonista e passato a incarichi minori, tuttavia il racconto stesso è apparso sbilanciato per il troppo spazio concesso a quella partita di caccia con ingombranti ragazzini tra i piedi dei cacciatori, e la presenza di interlocutori futili, che hanno rischiato di far scadere il tutto a livello di fotoromanzo. In un clima più drammatico si è giunti all'episodio finale, quando Firmani, l'omicida evaso nella puntata precedente, compare sul piccolo schermo, «sequestra» il giudice e gli narra la propria storia, tragica e patetica insieme. Le debolezze e le disper¬ sioni della puntata si sono riverberate sul rendimento degli interpreti principali, meno incisivi ieri della domenica precedente. A Fantonì e alla Pechini si sono aggiunti nel cast Tecla Scarano, verbosa madre del giudice, Gianni Garko, fratello del medesimo e Silvana Pamphili alla quale, come amante di tale fratello, va soltanto ascritto il merito d'esser bella e decorativa * * Furia, quarantadue anni fa, segnò l'esordio americano di Fritz Lang. Il film, interpretato da attori eccellenti (un grande Spencer Tracy giovane, una Sylvia Sidney intensa, un Walter Abel esemplare nel ruolo del procuratore), va in onda stasera alle 20,40 sulla rete 1, primo d'un ciclo dedicato all'insigne regista tedesco, spentosi a 86 anni il 2 agosto 1976. Il film di Lang è di lunghezza normale (90 minuti), perciò sarà possibile, stasera, farlo seguire da Bontà loro di cui saranno ospiti il regista Marco Ferreri, il sindacalista Vito Scalia e Leila Fabrizi. a. vald.

Luoghi citati: Fantonì