Quartieri: vogliamo conoscere il nostro futuro

Quartieri: vogliamo conoscere il nostro futuro Il coordinamento riunito ieri Quartieri: vogliamo conoscere il nostro futuro Sollecitano la delibera che chiarisca compiti, funzioni e limiti del decentramento Finalmente si parla dì quartieri, l'onorevole Porcellana e il capogruppo comunista Quagliotti hanno polemizzato sulle elezioni dirette o indirette dei 700 consiglieri, ma nessuno sa ancora che volto avranno nella realtà questi quartieri, quali funzioni verranno loro affidate, se il decentramento sarà soltan-1to burocratico o se verrà decentrata anche parte dei poteri gestiti attualmente dalla pubblica amministrazione. Questa, in poche parole, la protesta che ieri mattina abbiamo registrato in via Assaetta 13, al Centro coordinamento dei quartieri, dove erano presenti Luigi Brusasco (dell'esecutivo), Sergio Deliavecchia (della commissione urbanistica), Davide Viterbo (dell'esecutivo), Dario Costamagna (della commissione sicurezza sociale), Eros Prete (esecutivo), Domenico Sereno-Regis (sicurezza sociale), Luciano Barberis (esecutivo) e Franca Fratelli (commissione scuola). Protesta alla quale il Comune, indirettamente, ha risposto con una nota in cui è detto: «Considerato che una città dell'importanza di Torino non può rimanere fino al 1980 priva di strumenti di decentramento, l'amministrazione ha scelto, sia pure a malincuore, le elezioni indirette. Per questo si impegna a presentare alla più larga consultazione, entro primavera, un progetto di delibere (o delibera) quadro che stabilisca quali saranno i compiti e le competenze da attribuire agli istituendi consigli di quartiere. Discusso tale progetto con tutte le forze politiche e sociali cittadine, lo stesso verrà presentato in Consiglio comunale, dopo di che si potrà passare, nel più breve tempo possibile, alla nomina dei consigli». Nella stessa nota si accenna, poi, ai «compiti importantissimi» che verranno affidati ai consiglieri. La discussione, cioè, si sta spostando sul dopo-elezloni. Ha rilevato Luigi Brusasco che «bisogna chiarire che cosa saranno di fatto i quartieri» , mentre Dellavecchia, senea messi termini, ha lanciato un'accusa: «Il dibattito precedente sulle elezioni, dirette o indirette, non è stato altro che una cortina fumogena per non discutere sul tipo reale di decentramento». Ed ha aggiunto: «Si arriverà alle nomine dei consiglieri da parte del Consiglio comunale senza neanche un dibattito». Anche Davide Viterbo, d'ispirazione comunista, pur difendendo la scelta delle elesioni indirette f«corretta, imposta dai fatti e dalle leggi»), si dichiara d'accordo nel condannare il ritardo della pubblica amministrazione nel decentrare poteri e funsioni e sollecita, soprattutto, che il decentramento sia dibattuto e concordato prima di diventare operativo. Dario Costamagna, dopo aver detto che era possibile già attuare in precedenza almeno il decentramento funzionale, in attesa di quello gestionale, ritorna un attimo sulla «polemica elettorale»: «Le elezioni dirette da parte dei cittadini, quartiere per quartiere, sono un diritto preciso ed è grave che questo diritto sia stato sospeso a causa di problemi romani dei partiti. I partiti — aggiunge — sono mi momento di mediazione e non possono sostituirsi alla Costituzione». Anche Luciano Barberis (democristiano) accusa: «I partiti hanno perso un momento di rivitalizzazione. Credo — ha detto — che il problema dei quartieri non interessi più né ai politici di Roma né all'amministrazione di Torino. Non si spiega altrimenti come mai siamo anco ra fermi, come mai stiamo at¬ tendendo questa delibera che non arriva. Ci sarà un vero decentramento dei poteri? Non lo so, credo che sia questa la vera battaglia». Eros Prete si è detto preoccupato «che questi discorsi non arrivino alla gente, che, tutto sommato, sa poco dei quartieri». Domenico Sereno-Regis, che fa capo a «Controcittà» (mensile di informazione e collegamento per i movimenti di base), ha infine rilevato come «il Parlamento si sia presa la responsabilità politica di queste nomine dall'alto. Comunque — ha detto — c'è l'esigenza di governare anche a livello di quartiere. Mettiamo alla prova l'amministrazione torinese e accettiamo pur con tutta la contrarietà le scelte che ci impongono». Mario De Angelis

Luoghi citati: Roma, Torino