furono feriti da un maggiore i carabinieri ad Alessandria?

furono feriti da un maggiore i carabinieri ad Alessandria? Supplemento d'inchiesta per la strage in carcere furono feriti da un maggiore i carabinieri ad Alessandria? (Nostro servizio particolare) Alessandria. 19 febbraio. Supplemento di inchiesta per la strage del maggio 1974. Per che cosa? La sentenza dei magistrati genovesi non lo spiega, ma le ipotesi sono soltanto due, e luna non esclude l'altra: si tratta di chiarire chi e come portò in carcere le pistole con le quali i detenuti Concu. Di Bona e Levrero immobilizzarono gli ostaggi e di scoprire da chi e come furono feriti alcuni carabinieri, colpiti a revolverate durante il primo, fallito assalto. Vi sarebbero poi da spiegare alcune cose che avvennero in quelle ore convulse. Per esempio qualcuno dovrebbe dire come mai, appena uscito dall'inferno di spari e di grida, il professor Felice D'Emanuelli disse, a noi che lo intervistavamo prima che fosse stato in contatto con altre persone, che il suo collega Gandolfi fu ucciso «da un colpo proveniente dall'esterno del carcere e non dai rivoltosi», salvo poi ritrattare tutto 24 ore dopo, dicendo: «Non posso sapere con certezza chi ha sparato», smentendo, sì, ma senza rinnegare del tutto la prima deposizione. Ma limitiamoci ai due episodi impliciti nella «trasmissione di atti» a carico della procura di Alessandria. Sul problema delle armi si è discusso a lungo, ma è forse molto difficile individuare delle responsabilità: anche se la magistratura alessandrina ha stralciato questa parte di indagini, è probabile che solo Concu e Di Bona avrebbero potuto dire da chi ebbero le armi. Nel carcere di Alessandria, a quel tempo, c'era un clima abbastanza rilassato, ed i pacchi destinati ai detenuti non erano certo passati ai «raggi X» o al «metal-detector» ogni volta che arrivavano. Diversa è la situazione circa i carabinieri feriti. C'è una dichiarazione del colonnello Pagani, che accusa Concu di aver sparato «da un vetro rotto», dall'alto in basso, ferendo ai piedi (tutti e due i piedi) il carabiniere Maggio. In realtà pare che le cose siano andate ben diversamente: sembra infatti che un maggiore dei carabinieri, visto che il portone del carcere non cedeva ai colpi di ariete dei suoi uomini, si sia messo a sparare raffiche di mitra contro i battenti, i quali essendo blindati, avrebbero fatto rimbalzare le pallottole che finirono verso i militari che erano di fronte, ferendone due o tre, fra i quali il Maggio. Ih seguito a queste dichiarazioni, secondo l'avvocato difensore di Levrero, Antonio Forchino, «il colonnello Pagani potrebbe essere incriminato per falsa testimonianza o calunnia» e, comunque, un procedimento per lesioni colpose nei confronti del maggiore non sarebbe da escludersi. L'opinione dell'avv. Forchino si basa sulla deposizione del procuratore di Alessandria, dottor Burzio, e di alcuni altri testi. Noi, mentre ricordiamo la soddisfazione del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa e di Car¬ lo Reviglio della Veneria («operazione meravigliosamente riuscita» fu il loro commento), rammentiamo anche il sostituto procuratore dottor Parola, solo, nella piazza del carcere dopo la strage, piangere appoggiato ad un albero. Quelle lacrime, sì, ci parvero «meravigliose». Mauro Benedetti

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