L'ambiente "nero,, dei fidanzati omicidi di Mario Bariona

L'ambiente "nero,, dei fidanzati omicidi Processo per la strage di Vercelli L'ambiente "nero,, dei fidanzati omicidi (Dal nostro inviato speciale) Novara, 12 febbraio. I due maggiori imputati della strage di Vercelli, Doretta Graneris e Guido Badini, per la perizia dei professori Portigliatti, Barbos, Rovera e Fornari di Torino, sono « sani dì mente ». Entrambi sono privi di « vizi mentali ». Anche gli altri imputati, Binaghi (poi prosciolto) Coriolani, Marsigliese e D'Elia non hanno « ricorrenza di parziali incapacità mentali ». Questo l'aspetto considerato comunemente come il più sconcertante della strage di Vercelli. Sarebbe estremamente comodo e soddisfacente, infatti, poter stabilire che quanto è accaduto quella notte è da attribuirsi a pura follia. La follia spiegherebbe tutto. Invece, Doretta Graneris, che impugna una pistola e spara sui genitori, sui nonni, e sul fratellino di 13 anni, davanti al video, e Guido Badini che l'istruisce a sparare ed è già sospettato di aver ucciso una «mondana» per inserirsi nel mondo della prostituzione e far piacere a qualcuno, o più semplicemente soltanto per dimostrare a se stesso e agli amici che è capace di uccidere a sangue freddo, ebbene Doretta e Guido sono due giovani normali. L'indagine giudiziaria ha tentato di « far luce sugli aspetti che possono essere considerati i più inquietanti della vicenda »; essa « cercò di individuare gli ambiti sociali in cui era stata generata ed in questo senso fu disposto articolato accertamento sugli ambienti politici di Novara e Trecate a cura dell'Antiterrorismo di Torino, per investigare quel mondo di terrorismo eversivo così frequentemente evocato dagli interrogatori Badini... ». « Ne esce un quadro che era già affiorato al momento del delitto: gagliardetti neri, esasperazione dei miti del secolo: velocità, sesso (inteso come prostituzione - N.d.r.) arricchimento rapido a qualunque costo ». 18 novembre 1975. Cinque giorni dal delitto. « Nel corso di una perquisizione in casa di Guido Badini è stato trovato un reliquiario nostalgico... ». Dice Antonio D'Elia, uno degli imputati, di Guido Badini: «Eravamo compagni di partito, non potevo abbandonarli ». II msi di Vercelli smentisce. Ancora oggi alla vigilia del processo qualcuno ammonisce con una telefonata: « Non gettate anche questo in politica ». Non c'è nulla da gettare in politica. La strage resta un delitto comune, commesso da alcuni sciagurati per aggiudicarsi una eredità di 200-300 milioni. Ma il retroscena, l'entroterra nel quale si prepara il delitto è tutto permeato di un « certo ambiente ». Stralciamo dal rinvio a giudizio e dalle perizie. « I suoi svaghi (del Badini - N.d.r.) furono qualche amicizia femminile, ma soprattutto le armi, le auto, le inquietanti compagnie del Fronte della Gioventù ». « Nacque una salda amicizia: Badini iniziò a recarsi a Tre¬ cate e Coriolani (34 anni, segretario della sezione msi di Trecate ■ N.d.r.) frequentemente telefonò in casa del primo. La presentazione scaturì dai rapporti di comunanza politica che legavano i tre personaggi: Binaghi iscritto e militante del msi di Novara (da poco espulso per intemperanze eccessive); Badini simpatizzante di quel partito e già noto all'ala più facinorosa; Coriolani detto "il duro"». «La passione per le armi, e la spregiudicata violenza favoriscono quell'amicizia (...). Può ritenersi sicuro che l'incontro tra i giovani fece sorgere progetti di costituzione di un gruppetto violento, più o meno inserito nell'organico del partito ». « Se dobbiamo ammettere che i tre (Badini, Coriolani e Binaghi - N.d.r.) farneticassero come era costume di quella frangia violenta costituitasi all'interno del msi, di azioni teppistiche, dobbiamo altresì rilevare che le pur significative allusioni del Cerami (un teste - N.d.r.) e del Coriolani anche a voler ingigantire la loro portata sono radicalmente diverse dal terrificante programma del Badini. In primo luogo gli avversari politici non erano soltanto i "rossi" ma anche i democratici ed anche lo stesso loro partito perché non li seguiva nella loro linea e nelle loro azioni...». « Il Coriolani si mostrava d'accordo sulla opportunità di compiere tali rapine; tuttavia dissentiva sulla tecnica. Il Coriolani optava per l'aggressione con armi e con il volto travisto ». La data della prima rapina era già stata fissata per il 20 novembre (sette giorni dopo la strage) alla Banca Popolare di Novara. Il piano era stato accuratamente preparato: nel caveau vi erano 300-400 milioni. Le informazioni erano state raccolte da un inconsapevole fattorino, che occasionalmente aveva parlato con i due fidanzati. «Fu nell'inverno del 1975 che Badini, tramite Giancarlo Commetti, (trovato in possesso di un pugno di ferro al momento dell'arresto - N.d.r.), suo amico da lunga data si avvicinò al mondo della prostituzione novarese. Egli passava le sere "sostando con ostentazione" nella zona battuta dalle meretrici fermandosi a parlare con loro (...). Tutta la sua attività era ormai dominata da uno smodato desiderio di denaro e di supremazia, nessun valore morale poteva opporsi a questi fini che evidentemente si erano tramutati nello scopo primario di una esistenza ». Di Badini la Graneris dice: « Abbiamo incominciato ad avere rapporti sessuali dopo un anno e mezzo. Io ero molto riservata e timida. Così lui, per sbloccarmi mi ha portato a fare l'amore di gruppo anche con altri due: la Bonino e il suo amico. Sarà successo, però, soltanto una volta o due. Lui si vantava di essere un esperto amatore ed è stato lui a desiderare di fare le foto nudi ». Mario Bariona