Ma chi si ricorda del Multano va? di Ugo Salvatore

Ma chi si ricorda del Multano va? Pochi automobilisti (dopo tre mesi) rispettano i limiti di velocità Ma chi si ricorda del Multano va? « Trafficorder » non è uno strumento musicale con amplificatore in uso fra le tribù dei complessi beat. « Multanova » non è l'ultimo tipo di smacchiatore offerto dal martellamento pubblicitario televisivo alla causa di liberazione della casalinga. Allora, qualcuno ricorda che cosa si nasconde dietro a quei due vocaboli dall'accatttivante assonanza elettrodomestica? Credo che a rammentarli siano soltanto due o tre mila individui in Italia, quanti cioè, sfidando il limite di velocità in auge (si fa per dire) da tre mesi, si sono poi visti recapitare la supermulta o megacontravvenzione. Perché nell'atto del peccato, non certo originale da noi, l'occhio invisibile del Multanova era presente. E, come dice la massima stradale: « Trafficorder vede, il vigile provvede ». Se il marchingegno che danna gli automobilisti sia anche una divinità infallibile non è del tutto appurato. La settimana scorsa un pretore s'è scontrato con il dogma, assolvendo un presunto peccatore che non conciliò una maxi-multa per eccesso di velocità. Ecco il fatto. Primo processo per le maxi-multe in pretura a Savona. Il giudice Sanzo ha mandato assolto per insufficienza di prove un automobilista savonese al quale i vigili urbani avevano elevato una contravvenzione da 100 mila lire, perché sarebbe transitato in via Nizza a una velocità superiore ai 50 chilometri orari prescritti. Si tratta del cinquantenne Giuliano Bernardini, il quale era stato bloccato da una pattuglia di vigili urbani. L'apparecchio segnalatore in dotazione, il « Trafficorder » aveva registrato infatti che l'auto del Bernardini viaggiava a 65 chilometri orari. Al dibattimento il difensore, avvocato Luigi Trucco, ha obiettato che tale apparecchiatura non è tassativamente precisa nei rilievi, specie quando sul lato opposto della strada stanno transitando altre auto e esiste un divario minimo fra la velocità registrata e quella consentita. E il pretore Sanzo ha dato parzialmente ragione all'automobilista savonese. Tuttavia chi è senza peccato (di velocità) scagli il primo accelerato¬ re. Da quando sono entrate in vigore (nel novembre scorso) le cospicue pene pecuniarie, il traffico ha subito eliciti sedativi soltanto per alcune settimane. Neppure la grande crisi del petrolio era riuscita a rallentare i fuggiaschi e persino i temerari delle forti cilindrate parevano intenti al « training autogeno ». — In qualsiasi angolo della città e dì un crocicchio extraurbano si può nascondere un Trafficorder o un Multanova. Poi ti vedi arrivare a casa il fallo fotografato, con tanto di documentazione stampigliata: l'eccesso di velocità, l'ora dell'infrazione, il numero della targa... A novembre, dunque, l'orgoglio del maschio italiano fu ferito in strada non da una vampata femminista, bensì da un burocratico regolamento di polizia. Insomma, scriveva Castellaneta: « Non mi rassegno. Uno può essere un povero Cristo, un fallito nella vita, ma non un fallito sull'autostrada o in quel certo tratto di provinciale, che quando lo facevo io, modestie a parte, curva e controcurva, non c'era nessuno che mi stava dietro ». Come riusciremo a trasformarci in guidatori svizzeri? Ci si preoccupava allora. Oggi, a giudicare dal traffico rincuorato, possiamo rassicurarci che, almeno per gli automobilisti, l'orgoglio etnico rinasce. Timidamente il piede destro, che rischiò l'anchilosi per disposizioni governative, ha ripreso l'antica, abituale mobilità in senso pressorio (non sul freno ma sul pedale dell'acceleratore) . Torniamo a vivere con il « piede sul chiodo » — come dicono Lauda e Regazzoni — facendo sbiancare la nonna sul sedile posteriore. Non tutti però viaggiano con questa sfrontatezza. In città si vedono ancora i ligi che si ostinano a non superare i 50 chilometri orari. Si individuano non tanto dalla pacatezza della marcia, ma perché sono ridivenuti il bersaglio del rispolverato turpiloquio autostradale, gestuale e vocale, da parte dei colleghi eufemisticamente irrequieti e frettolosi. Più educati, i lumaconi si limitano ad augurare loro: « Ti venisse un Multanova! », « Che tu possa scontrarti con un Trafficorder! », sapendo però che forse non accadrà nulla. Ugo Salvatore

Persone citate: Giuliano Bernardini, Lauda, Luigi Trucco, Regazzoni, Sanzo

Luoghi citati: Italia, Savona