La pagella è morta: viva la "scheda"! di Ugo Salvatore

La pagella è morta: viva la "scheda"! Nella scuola dell'obbligo rivoluzione che ha sconfitto il voto La pagella è morta: viva la "scheda"! «L'alunna è matura e responsabile, ben inserita nella classe e ricercata da tutti. Il suo profitto e il suo impegno sono buoni ma potrebbero essere migliori». Questo è il giudizio espresso da un'insegnante sulla « scheda Malfatti» destinata ad un'alunna della terza elementare. * ★ — Ma allora papà, è un 6 o un 7? « Sssssssss... Taci, figlia mia, se qualcuno ti sentisse parlare dei vecchi voti, si accuserebbe di essere codini, sorpassati e reazionari». — Ma che cosa dovrò dire allo zio che, in cambio della pagella con la media del 7. mi regalava 20 mila lire? «Sssssssssss.. non parlare di 7; le cose sono cambiate! Semmai allo zio diglielo in un orecchio: questo giudizio globale di maturazione equivale ad un...». — Sette, papà? Senonché lo zio potrebbe attribuire un'interpretazione diversa al giudizio vergato dall'insegnante sulla scheda. «Il primo quadrimestre non è andato come speravo. a 6 e , e a . e ! n o e a e Vedi, la maestra ha scritto: "Il suo impegno e il suo profitto sono buoni, ma potrebbero essere migliori". Il che vuol dire che la media raggiunge appena il 6». — Sssssssss., zitto zio. Non farti sorprendere a dire 6. Ti accuserebbero di essere un vecchio disimpegnato. «O bella! Per me è 6». * ★ Le zie, si sa, sono più accomodanti: «Ma no, sei in errore. Anch'io sono del parere della bimba, cioè si tratta di un 7». — Sssssss.. Ma vuoi proprio che ci accusino di nutrire sentimenti controrivoluzionari? Non dire 7. «Leggendo e rileggendo il giudizio, come si chiama? sul livello globale, io capisco come la bimba: 7». — Ma allora, sci ferma alla Rivoluzione francese. Se si trattasse di un 7, la maestra avrebbe scritto, che so? «Il suo profitto e il suo impegno sono migliori ma potrebbero essere ottimi». Quindi questo è un 6. — Sssssssss.. rieccoti con il voto. E' stato abolito. E . I quando qualcosa viene aboli¬ ta dallo Stato, beh: meglio conformarsi. «Sono stato 4 anni in guerra, due di prigionia in India. Ed ora non sono libero di dire 6?». — Sette, così si intuisce dal giudizio della maestra, è chiaro... «Chiaro per te. Per me è 6». — Sssssssss.. ★ * Quanti ragazzi rischiano oggi di perdere il piccolo premio pecuniario che si accompagnava alla pagella? E' difficile indovinarlo. Non tutti si sono resi conto che in questi giorni nella scuola è accaduta una rivoluzione. Incruenta ma non certo pacifica. I «consigli dei docenti» risuonano ancora delle lunghe vivaci polemiche sollevate fra gli insegnanti di diversa estrazione ideologica, cui è stato imposto, quasi all'improvviso, di abiurare la tradizione e di sobbarcarsi il maggior carico di ore e di fatica che la nuova incombenza richiede. Per parafrasare Freud, l'oscurità che an- cora avvolge i sentimenti non è stata illuminata dalle discussioni che ci sono state al riguardo. Soltanto è aumentata la complicazione. Dunque, la pagella è morta: viva la scheda. Ogni alunno della scuola dell'obbligo ne sta ricevendo una. Ogni insegnante ne avrà compilate almeno una ventina, con il conforto intellettuale di autorevoli vati consiglieri: illuministi, neopositivisti, Piaget, riformisti, epigoni marxiani, incontrati durante e dopo la maturazione professionale. Centinaia di migliaia di genitori hanno atteso la novità: un giudizio sul rendimento dei loro piccoli in questo primo quadrimestre trascorso, anziché i vecchi, scarni, ma non perciò meno eloquenti voti del tempo andato. Dalla scheda in- J fatti il numero è bandito, salvo che nello spazio riservato alle generalità. Molti già li rimpiangono e giudicano la rivoluzione «così così». ★ ★ E non sono pochi coloro che polemicamente vorrebbero contraccambiare al ministro tanti premurosi affanni. Magari con una scheda: «Malfatti Franco Maria. Il ragazzo è molto estroso, in cline all'inventiva e al rifor- mismo. Ma, proprio per queste sue qualità incontrollate, appare disadattato nell'ambiente scolastico. Perché non indirizzare il suo ingegno verso la ricerca scientifica o l'ufficio brevetti?». Ugo Salvatore

Persone citate: Freud, Piaget

Luoghi citati: India