Un ordigno esplosivo è spedito per raccomandata dal racket

Un ordigno esplosivo è spedito per raccomandata dal racket Titolare di una ditta di autoriparazioni Un ordigno esplosivo è spedito per raccomandata dal racket Due settimane fa gli avevano fatto saltare l'officina - Insospettito ha chiamato i carabinieri - Le indagini sulla banda dei ristoranti Una bomba è stata spedita per raccomandata a Lorenzo Bonzano, il proprietario di un'officina di autoriparazioni In corso Giulio Cesare 397 bis già saltata In aria per un attentato la notte del 9 febbraio. Ma il secondo ordigno, quello di ieri, per fortuna non è esploso. Il Bonzano si è insospettito a causa di un filo che sbucava dal coperchio della scatola di latta contenuta nel pacchetto ,ha chiamato 1 carabinieri e un artificiere ha subito confermato 1 suol timori. Si trattava proprio di una bomba. Il messaggio di morte è giunto al Bonzano nella sua casa di Leinl, in via Campo Marzio 31: una villetta già bersagliata due volte, prima a colpi di pistola, poi con una piccola carica esplosiva, probabilmente dagli stessi individui che due settimane fa hanno fatto saltare l'officina, arrecando danni per diversi milioni. Poco dopo lo scoppio nell'officina 11 Bonzano aveva ricevuto una telefonata nella quale gli si intimava di preparare 150 milioni. L'uomo non aveva naturalmente tenuto conto dell'n ordine » Già un anno fa il Bonzano era stato preso di mira da ricattatori. Con una serie di telefonate gli era stato ingiunto, pena gravi conseguenze per lui, la sua famiglia e l'officina, di versare 100 milioni. I carabinieri di Venaria e del Nucleo Investigativo, avvertiti, gli diedero le istruzioni per « prestarsi al gioco ». Infine si appo¬ starono alla Gran Madre di Dio, vicino all'auto sulla quale l'artigiano doveva lasciare il denaro. L'attesa non fu lunga. Due Individui arrivati su una 500 fecero per prendere il pacco dei soldi e furono arrestati. Erano Francesco Santagati e Domenico Falletl. « Avete avuto fortuna. Eravamo certi che mal nessuno ci avrebbe presi» dicono in questura gli otto giovani arrestati dalla Mobile per una serie di rapine in bar e ristoranti. Sprezzanti, sicuri di sé, rifiutano di rispondere alle domande: « Con noi perdete solo tempo. Non vi diremo nulla». Ieri, durante una serie di perquisizioni, gli agenti hanno trovato altre armi: tre fucili a canne mozze e altrettante pistole. Guerrino Rotundo, Michele Tattoll, Vincenzo Sabatino, Sebastiano Rubbè, Alfonso Donadlo, Vincenzo Modaffari, Gianantonto Bauducco e Aldo Sansarella secondo il dott. Ferslnl e il dott. Faraoni avrebbero compiuto anche le due rapine di sabato scorso, in via Ghemme e via Tripoli. La secon da dimostra la sicurezza della banda. Erano le 21,45. Nel locale. In via Tripoli 38, di cui è titolare Renata Portonero, 32 anni, c'erano una ventina di clienti. Raccontò la Portonero: « Si spalancò la porta, entrarono quattro giovani, armatt dt pistole e fucile a canne mozze. Gridarono di non muoverci. Due giovani, arrivati mezz'ora prima, che stavano ultimando di cenare, si alzarono portandosi accanto al banditi ». Erano due complici. Poco prima la banda, sempre quella sera, aveva già compiuto un'altra rapina, in una pizzeria di via Ghemme 1 bis. Anche qui 1 banditi derubarono una ventina di clienti e la titolare.

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